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FRONTLINE: GOCCE DI MORTE

Arriva la bella stagione, e in televisione arrivano gli spot pubblicitari della spietata industria farmaceutica riguardo agli antiparassitari per cani: il famigerato “Frontline” et company.
“Il più bel gesto d’amore per il proprio animale” recita lo spot; “omicidio legalizzato” lo ribattezzerei io.
Via ancora una volta la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.
Vi siete mai chiesti come una pipetta di questi antiparassitari, messa sulle scapole del vostro cane, riesca a far cadere stecchite zecche e pulci che mai si avventurassero ad addentarlo per un periodo di più di un mese?
Perché il principio attivo di tali farmaci è semplicemente un veleno, e quindi, per evitare la puntura di una zecca con una remota possibilità delllo 0,0000001 per cento di nuocere gravemente al vostro cane se lo stesso è in buona salute, lo riempiamo di veleno, dalla testa ai piedi.
Il principio attivo, infatti, viene assorbito per osmosi dalla pelle ed entra nella circolazione del sangue, spargendosi per tutto il corpo.
Ci rendiamo conto di questo? Ci rendiamo conto dell’idiozia di tale pratica? Ci vuole una laurea per capire che una puntura di zecca nuoce meno di un veleno di durata di un mese?
Ragioniamo, diamine, ragioniamo con la nostra testa! In natura gli animali convivono da sempre con i parassiti, che tengono a bada grazie alla loro scorza e a loro potente sistema immunitario direttamente collegato ad uno stile di vita corretto.
Come diamine fa un cane a vivere i suoi 20 anni (e non dieci o quindici come nel luogo comune) se mensilmente viene cosparso di veleno, alimentato con pannocchie (le famigerate crocchette) al posto della carne cruda che la Natura ha disegnato per lui, vaccinato ANNUALMENTE (mentre, svegliamoci, tutti gli altri Paesi hanno cicli vaccinali ogni 3-5 anni, anche se spiegherò in seguito che è meglio NON vaccinarlo affatto), riempito di collari contro le zanzare anch’essi pieni di veleno, riempito di altrettanto veleno e vermifugo per uccidere le ipotetiche larve di filaria che chi sa mai se ci saranno o no.
Volete fare un gesto d’amore per il vostro cane? Fatelo vivere da VERO cane.

CUCCIOLO NON VACCINATO? IN PRIGIONE!

Per cucciolo intendo un bel cucciolo di cane e per prigione non intendo una prigione vera e propria, ma la “quarantena” a cui è soggetto un povero cagnolino appena nato e non ancora vaccinato.
Smontiamo l’ennesimo dogma instillatoci dalla corrotta medicina veterinaria: “un cucciolo appena nato non può stare in contatto con altri cani fino a quando non abbia completato il ciclo vaccinale”.
Al di là della dannosità delle vaccinazioni umane e veterinarie, delle quali parlerò approfonditamente in seguito, analizziamo questo comportamento che ha del demenziale, e sarebbe anche comico se non venisse da dottori veterinari che hanno studiato per anni.
Analizziamo la Natura per farci un’idea: i lupi, come i cani, amano vivere in branchi, e appena nati giocano e socializzano con i lori fratelli e gli altri componenti del branco per crearsi una gerarchia e per imparare a vivere.
Noi che facciamo? Li chiudiamo in casa come all’epoca dell’epidemia di influenza spagnola (e anche di questa ve ne dirò delle belle) per paura degli altri “cani monatti” che potrebbero attaccare chissà che cosa al nostro povero, gracile cucciolino.
Facendo così non permettiamo al nostro cucciolo di aver quel corretto imprinting con i suoi simili, che gli permetterà in futuro di vivere più armoniosamente il rapporto con gli altri cani.
La leonessa mette in quarantena i cuccioli? No…
Il gorilla? No…
L’essere umano? Nemmeno, perché se la medicina ufficiale lo imponesse (solo per favorire le dannosissime vaccinazioni), saremmo costretti ad andare a trovare nostro figlio appena nato con la ridicola mascherina sulla bocca e forse qualcuno finalmente si ribellerebbe.
È perché viene fatto invece per i cani? Perché è un’abile mossa per incentivare le vaccinazioni veterinarie, che sono tutto profitto, ma con danni enormi per i cani e per tutti gli essere viventi (ma delle vaccinazioni parleremo bene in seguito).
Andate in giro con il vostro cucciolo, fategli conoscere il mondo, fatelo rotolare nel fango, fatelo leccare da tutti gli altri cani, e smettiamola di essere lobotomizzati: le “malattie” si prendono in tutt’altra maniera.
Apritegli, quindi, le porte della sua cella!

CARNE ROSSA, CARNE BIANCA. OPPURE CARNE BLU O CARNE GIALLA, O FUCSIA?

Demoliamo, senza ritegno, un altro mito: quello delle carni nobili o meno nobili.
La nostra consumistica società è persino riuscita, con tale aggettivazione che io darei solo alla carne di un essere vivente quando vivo e vegeto e non cadaverizzato, a fare una gerarchia delle carni, precisando quali siano quelle nobili o meno nobili.
Un cadavere è un cadavere, che cammini salti, nuoti, strisci, sempre cadavere rimane, tanto che quando muore dopo poche ore puzza, e puzza forte.
Cerchiamo quindi di fare finalmente un salto in avanti, ragionando con la nostra testa e comprendendo che non esistono proteine nobili, carni grasse o meno grasse….esiste la carne e basta, sia essa una zebra o un “delicato” salmone.
Materia morta, che non va in putrefazione solo grazie a ulteriori veleni in essa immessi (come i cangerogeni nitrati e nitriti dei nostri cari insaccati, che senza tali sostanze si trasformerebbero in nauseabondi grigi concentrati di muffe e batteri di ogni tipo) o grazie ai frigoriferi che non smettono mai di funzionare.
Se mentre siete in vacanza vi si rompe il frigo con una bistecca dentro, quando tornate dovete cambiare casa, mentre se va a male una mela, basterà toglierla e lasciare un po’ aperto lo sportello del frigo.
Traslate il tutto nel vostro intestino e avrete finalmente in testa il concetto di chi può o chi non può mangiare carne, non di chi VUOLE o non VUOLE, si tratta di essere biologicamente strutturati per trarre beneficio da tale elemento, al di là delle ragioni etiche di chi sostiene che noi siamo al comando o meno del mondo intero e quindi possiamo sfruttarlo come ci pare e piace.
Il leone ha tale struttura, l’uomo no: basta guardarsi allo specchio.
Quindi, se mangiate carne bianca dato che la rossa è per voi troppo poco nobile, perché non provate quella gialla, ma che dico, quella bianca, trasparente e invisibile!

DUE LITRI DI ACQUA AL GIORNO…SI’, PER ANNEGARE.

Che nessuno osi toccare il sacro dogma della medicina che precisa che bisogna bere due litri di acqua al giorno!
Io invece dico che boiata maggiore mai è stata sparata.
Siamo l’unica specie vivente su 760.000 presenti sul pianeta (quelle scoperte) che beve a comando, beve su ordine, beve perché qualcun’altro le dice di bere.
Il leone beve se ha sete, così fa il gorilla e tutti gli altri animali.
Poco a loro interessa quanto sia lo “standard” di acqua da bere giornalmente, loro bevono se hanno sete. Punto.
Come se l’istinto di bere, formatosi in milioni di anni, smettesse di funzionare, portandoci a morire se forzosamente non beviamo.
E prendo la palla al balzo per distinguere da tra la sete “sana” e quella “malata”.
Vi siete accorti che dopo un pranzo sostanzioso, fatto di carboidrati raffinati, proteine animali, fiumi di vino, formaggi etc… ci si sveglia nel cuore della notte o dopo una pennichella e ci si attacca alla bottiglia come per spegnere un fuoco interno: ecco, quello è l’intestino in fiamme, e lo stimolo della sete che il nostro corpo invia è uno stimolo di pericolo e di emergenza e non una naturale risposta fisiologica.
Quando si mangiano frutta e verdura in quantità e si eliminano proteine animali, latte e derivati e uova immediatamente sparisce quell’arsura, e d’inverno quasi non si tocca acqua tanta è quella pura, biologica che si assume dalla frutta e dalla verdura, l’acqua che tutto dà e nulla prende, essendosi formata in un processo che più naturale non si può e contenente solo sostanze utili e positive e senza la benché minima presenza di calcare, che si trova anche nelle acque minerali più blasonate.
D’ora in avanti con l’acqua fatevi solo la doccia, c’è di meglio da bere.

BELLI FUORI, MARCI DENTRO

“Mamma che figa la cubista che balla in discoteca”…
Chissà quante volte, giovani e non, noi ometti abbiamo detto queste parole, mentre le donne magari “meno belle” si rodevano per non essere all’altezza di cotanta tracotanza.
Eppure quella onnivora cubista è tanto bella fuori quanto marcia dentro. Se per un attimo avessi potuto “aprire l’intestino” ne sarebbe fuoriuscito un olezzo nauseabondo tale da farci pensare ad un attacco al gas nervino da parte dell'(ormai) defunto Bin Laden.
Ma la realtà è questa: una bistecca mangiata oggi, viene solitamente espulsa in 48 ore da parte del nostro intestino inadatto a digerire le proteine animali, e all’interno dello stesso, caldo e umido, proliferano i batteri veramente tosti, quelli che vivono in assenza di ossigeno, e che sono pronti a causare un sacco di guai.
“Io sono regolare, vado di corpo una volta ogni due-tre giorni” è un’altra frase che si sente dire spesso, come se andare di corpo con tale frequenza fosse sano!
Non lo è per nulla, fatto sta con tale frequenza la bistecca fa a tempo a decomporsi e a causare danni enormi, e non potrebbe che essere così essendo un cibo inadatto all’alimentazione umana.
Ognuno di noi porta dentro di sé anche molti etti di feci incrostate, attaccate al colon, e quando tira una “puzzetta” di quelle pesanti ride…ride come un idiota, dato che l’odore nauseabondo è sinonimo di putrefazione, e la putrefazione nell’intestino fa tutt’altro che ridere, anche se ormai siamo abituati al fatto che le “puzzette” debbano puzzare…altro stereotipo inculcato da questa società inetta.
Un essere umano alimentato correttamente va di corpo anche 2-3 volte al giorno: tutto quello che entra deve essere utilizzato e uscire nel più breve tempo possibile, questa è la regola.
E un colon pulito significa sangue limpido, pensieri limpidi, corpo che funziona, dato che l’intestino è considerato il nostro secondo cervello, e all’interno di esso si creano i neurotrasmettitori come la serotonina, capaci di fornirci calma, pazienza e buon umore.
E questa cubista dallo smalto targato Loreal e dalla spesa fatta in macelleria? Bella fuori, marcia dentro

NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO: NON ROVINARMI LA CENA.

Totò Riina e Bernando Provenzano sono dei pivellini in confronto all’uomo in sé.
La maggior parte di noi vive in un mondo di omertà e ipocrisia, rendendosi complice di reati orribili contro creature senzienti, che soffrono, comunicano, giocano, e che, come noi, cercano solo riparo e tranquillità: gli animali.
E non serve ucciderle materialmente, basta acquistare una confezione di wurstel woody perché “se non c’è woody non c’è festa” per diventare partecipi di un massacro silenzioso, che ogni giorno avviene ovunque nel mondo.
Non è il solito articolo strappalacrime in favore degli animali; no, è semplicemente la verità di quello che accade.
Mucche, polli, pesci, delfini, cani, elefanti, leoni: gli animali vengono ogni giorno torturati e uccisi per diventare cibo (inutile e dannoso) per noi, per farci divertire in palii, corride, circhi, zoo, per vestirci, per testare il rossetto che le donne si metteranno per andare in discoteca.
Però la maggior parte di noi si scandalizza se un cane viene picchiato, e piange lacrime da coccodrillo quando vede la mattanza dei delfini o della balene nel civilissimo Giappone.
Eh sì, perché l’uomo, nel suo deliro, ha creato una sorta di “gerarchia degli essere viventi” e ha deciso cosa debba diventare prosciutto e cosa no, con tanto di reato di “maltrattamento di animali”, solo animali d’affezione però!
E dopo il pianto a dirotto davanti alla televisione quando mandano in onda i filmati delle mattanze dei delfini, via di corsa alla steak house a papparci una bella costata, che tanto, cosa vuoi che sia, la mucca è stata creata per diventare bistecca!
Dopo la vigliaccheria, l’ipocrisia è la peggiore attitudine che si possa avere. Silenzio però, non rovinarmi la cena!

NEANCHE UN RAFFREDDORE IN VITA MIA! MORTO IL GIORNO DOPO…

Morto, se va bene…un vegetale nella peggiore delle ipotesi.
Quante volte abbiamo sentito lo “sborone” di turno vantarsi di avere una salute di ferro, di non avere mai un sintomo, mai un raffreddore, di potersi ingozzare di tutto “tanto io ho uno stomaco che digerisce anche le pietre”, di poter fumare, bere a dismisura, per poi cadere come una pera cotta, solitamente intorno ai 50 anni?
Tantissime volte, e a tutto c’è una spiegazione.
Moltissime persone vivono in uno stato cosiddetto di “salute apparente”, talmente intossicate da non permettere al proprio sistema immunitario di fare le “pulizie di primavera”, ma solo quelle giornaliere indispensabili a garantire, fin quando è possibile, la mera sopravvivenza.
Immaginate di voler pulire approfonditamente la vostra casa, magari gli stipiti delle finestre, mentre qualcuno continua, senza sosta, a scaricarvi spazzatura in salotto: mai pulirete quegli stipiti.
Lo stesso vale per il nostro corpo: esso non potrà mai fare quelle pulizie straordinarie di cui ha tanto bisogno poiché impegnato a ripulire, quando ce la fa, la giornaliera cloaca in cui viene immerso.
E il malcapitato, che pensa di essere un superuomo più furbo degli altri, vive in uno stato di continua accelerazione grazie a tutti gli “aiuti” esterni che lo tengono in piedi: caffè, sigarette, cibo super raffinato, cadaveri, fino a quando il corpo porta il conto da pagare tutto insieme, implacabile: ictus, infarto, neoplasie…
E magari ha sempre avuto una pelle bianca e liscia, mentre la vostra, che mangiate sano, non lo è…
L’assenza di sintomi equivale quindi o a uno stato di salute apparente, o a un perfetto stato di vera salute, non ci sono vie di mezzo.
In una società purtroppo inquinata come la nostra, i raffreddori (che non sono causati da un virus, ma sono vere e proprie crisi di disintossicazione, ma di questo parlerò un’altra volta), le febbri, gli herpes (anch’essi non causati da un misterioso virus che si prende una volta, e poi schiaccia un pisolino dentro di noi uscendo di tanto in tanto) devo essere benedetti, poiché sintomo di un corpo che si purifica, reagisce, combatte.
Questo non significa non poter aspirare alla perfezione di una pelle liscia, di una lucidità mentale, di un vigore fisico: ci si arriva eccome, anzi si può raggiungere uno stato di benessere mai provato prima, ma con fatica (considerato l’insalubre stile di vita condotto fin dalla nascita da ognuno di noi: latte di mucca, vaccini, antibiotici a raffica, cibo scadente), con continue intossicazione e detossificazioni poste in essere solo grazie alla alimentazione adatta al genere umano: quella vegana (ma anche di questo parleremo in seguito).
Oppure, come già detto, si vive a 10.000 giri fino a quando il motore si rompe definitivamente, e si avrà bisogno della badante anche per andare al bagno.
Di esempi ce ne sono a bizzeffe, soprattutto tra gli sportivi professionisti, che intorno ai 40 anni, dopo vari tagliandi, sono da rottamare.
La prossima volta quindi che prendete un raffreddore, soffiatevi il naso, guardate quello che ne è uscito, e ringraziate il vostro sistema immunitario per non averlo tenuto dentro…

IL LUPO CHE FA IL BARBECUE

Discostiamoci per un attimo dall’alimentazione umana per analizzare quella dei nostri animali domestici che, al nostro pari, muoiono ormai precocemente, quasi sempre di patologie degenerative come i tumori maligni, e con estreme sofferenze.
Nei miei prossimi post mi occuperò della quotidiana aggressione chimica a cui sono sottoposti i nostri animali domestici, ma oggi ho deciso di analizzare la loro alimentazione.
Osserviamo anzitutto come è strutturato un cane: mobilità zero delle zampe per afferrare frutta o verdura, mandibola fissa con canini enormi per uccidere e molari seghettati per spaccare le ossa, istinto predatorio naturale per la carne e bramosia per il sangue, intestino corto e grandi quantità di acido cloridrico nello stomaco per uccidere i batteri e digerire velocemente la carne.
Questo è come la Natura ha fatto un cane!
L’uomo, come sempre, deve mettersi in mezzo, distruggendo con le proprie mani, spesso inconsapevolmente, la vita del proprio animale domestico.
Da cinquant’anni l’industria alimentare ha finalmente brindato per essere riuscita a trovare dove commercializzare gli scarti della carne e dei cereali non adatti all’alimentazione umana: le famigerate crocchette!
Solo un lobotomizzato può dare crocchette al proprio cane, ecco perché:
1) masticazione ZERO: il cane ingoia e non mastica
2) feci abbondanti e molli: le crocchette, formate quasi interamente da CEREALI, passano indigeriti attraverso il sistema digerente di un carnivoro
3) cibo morto: cotte a 180 gradi e che si conservano per anni, cosa ci può essere di buono in esse?

Ogni cane quindi alimentato a crocchette sviluppa problemi digestivi e dermatologici, e il lobotomizzato veterinario di turno gli cambia cibo: ALLERGY, SENSITIVE, nomi coloriti per far sborsare alla gente decine e decine di euro per pura spazzatura.
Ecco quindi che fioccano i tumori, le displasie, i denti rovinati dalla non masticazione e salivazione.
Impariamo ad osservare e ragionare: il parente più vicino al cane è il lupo, che caccia ungolati di vari dimensioni.
Naturalmente, dopo averli cacciati li riduce in crocchette e aggiunge un po’ di mais, giusto? Avete mai visto un lupo mangiare pannocchie? Eppure le crocchette hanno una percentuale di cereali enorme, basta che guardate gli ingredienti della vostra confezione di crocchette (gli ingredienti sono messi in ordine di quantità).
E guai a dare la carne a un cane! Ogni veterinario rabbrividirebbe…
E guai a dare la carne cruda e le ossa… Infatti un lupo quando caccia e ingoia un coniglio tutto intero le ossa non le mangia…
Le ossa, per inciso, tanto pericolose cotte (ecco la mano dell’uomo) quanto necessarie crude.
Avete mai visto un cane che mangia carne cruda:
1) pelo meraviglioso
2) feci microscopiche, grazie all’assorbimento di tutti i nutrienti del cibo giusto per lui

E la domanda lobotomizzata di oggi poteva mancare? Certo che no…
“E come faccio con tutti i batteri della carne?”
Il cane ha un stomaco con un acido cloridrico talmente forte, nato proprio per digerire la carne, che provvederà a uccidere tutti gli eventuali batteri non amici presenti nella carne.
Quindi, la prossima volta che comprate una bistecca, datela al vostro cane, CRUDA, al posto di mangiarla voi e mangiatevi una bella insalata mista.
E mi raccomando, che sia CRUDA la carne al cane, o avete mai visto un lupo fare il barbecue?

IL LATTE: BIANCA, CANDIDA MORTE

Ah, quante volte al giorno viene decantato il latte…bianco, candido, puro. Come può far male qualcosa di così innocente?
E invece è proprio alla base del decadimento generalizzato, assieme alle proteine animali, della salute umana.
E sia chiaro, non intendiamo il latte della nostra mamma, che anzi, è obbligatorio consumare fino allo svezzamento; intendiamo quello di un’altra specie animale.
Sì, ho scritto bene. Fermatevi un attimo a pensare, senza agire come un branco di lobotomizzati dalle pubblicità del Danaos et company.
Vi rendete conto che l’uomo è riuscito a schiavizzare altre specie animali per rubargli il latte? È quello che avviene ogni giorno in milioni di stalle sparse per il mondo.
Non soffermiamoci però sul lato etico, che considero mostruoso, in quanto una mucca è ben più senziente e pensante di molti esseri umani; no, voglio soffermarmi sul lato salutistico del latte di un’altra specie animale.
Siamo l’unico mammifero che si nutre dopo lo svezzamento di latte di un’altra specie animale, prodotto per quel preciso tipo di animale e quindi con una composizione chimica completamente inadatta al genere umano.
Un vitello deve prendere moltissimi chili in pochissimo tempo e quindi deve nutrirsi con un latte molto più ingrassante. Il latte umano è invece destinato ai piccoli dell’uomo che prendono peso molto più lentamente e ha quindi una composizione chimica che ricorda quella del succo d’uva.
Infatti i neonati cresciuti a latte vaccino si sviluppano velocemente, diventano “possenti” e per la nostra solita lobotomizzazione pensiamo siano sani e belli. Sani un corno! Sono tanto paffuti fuori quanto sofferenti dentro, con un latte non nato per loro ma per un vitello!
E figuriamoci quando il latte di un’altra specie viene bevuto da un adulto! Scordatevi la fesseria del calcio: chiunque abbia un minimo di conoscenza della chimica saprà bene che non conta quanta sostanza si introduce, ma quanta ne viene materialmente assimilata dal corpo! Il calcio contenuto nel latte di mucca è praticamente inassimilabile, anzi, ne ruba al corpo per la sua digestione, tanto che gli americani, assidui consumatori di latte, sono il popolo con il maggior numero di casi di osteoporosi: sono tanto alti e grossi quanto delicati come la porcellana!
ll latte si attacca ai villi intestinali impedendo l’assimilazione dei cibi….se vi trovaste in una foresta da soli, il vostro istinto sarebbe di correre verso una femmina di cinghiale per strizzarle le tette?
Svegliamoci, e quando vedete la pubblicità dove dicono…”Alle donne piace il calcio”, spegnete la televisione e mangiatevi un bel frutto maturo, vi darà tutto il calcio organico, prontamente assimilabile che i vostro corpo necessita e brama!

LA FEBBRE, QUESTA SCONOSCIUTA

Chissà quante volte un leone o un gorilla si sono provati la febbre…correndo poi a trovare un rimedio per abbassarla, senza per loro fortuna trovarlo.
Assieme alla crisi eliminativa, di cui parlerò approfonditamente in seguito, la febbre è un altro dei fenomeni posti in essere dal nostro organismo più incredibilmente male interpretati.
Ognuno di noi, quando si trova ad avere la temperatura più alta del normale, immediatamente comunica di “aver preso l’influenza”.
Questa balla stratosferica conduce dritti dritti verso l’utilizzo di uno dei farmaci da banco più venduti al mondo: gli antipiretici.
Ma qualcuno di voi si è mai chiesto per che motivo la febbre compare?
Non è un castigo divino, né tantomeno una reazione a sé stante che viene dal nulla. Essa è bensì un avvenimento preordinato, gestito e orchestrato dal nostro sistema immunitario proprio per far fronte ad un surplus di lavoro che deve essere smaltito.
Più è alta e più ci spaventiamo? Abbiamo forse paura che il nostro corpo, in balia di chissà quale aggressore, ci faccia friggere il cervello?
Più è alta e più dovremmo benedirla, proprio per l’azione dirompente che ha nell’aiutarci a fare piazza pulita di quello che ci sta intossicando.
Vi siete mai chiesti come mai gli adulti e gli anziani non sviluppano generalmente febbri con temperature molto alte? Perché non hanno quella reazione metabolica forte tipica degli infanti e dei bambini, che reagiscono prontamente e più efficacemente.
E noi, al posto di benedirla, accoglierla, assecondarla magari mettendoci a letto e digiunando per non affaticare il nostro corpo con inutili digestioni, andiamo ancora contro il sintomo!
Sì, proprio contro il sintomo, dato che gli antipiretici non curano nulla, semplicemente abbassano artificialmente la temperatura, impedendo al corpo di espellere ciò che sapientemente era in procinto di buttare fuori e coltivando il terreno per manifestazioni sempre più aggressive.
Infatti il corpo, non assecondato anzi contrastato nella sua opera di pulizia interna, semplicemente smette la stessa, riportandoci ad uno stato di finta guarigione dovuta all’assenza di sintomatologia, ma precursore di guai ancora peggiori.
Smettiamola di spegnere le spie che il nostro sistema immunitario sapientemente accende. La prossima volta che arriverà una febbre, smettete di dire che avete preso l’influenza, mettetevi a letto, smettete di mangiare, assecondate il vostro corpo e lui vi ripagherà con tanta, tanta salute a venire!

progetto salvadanaio

Un aiuto concreto alle persone in difficoltà

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