LA CARNE È PER LE “MEZZE SEGHE”: GRAZIE PIETRO, AMMIRO TANTO IL LAVORO CHE FAI
|
|
Due settimane non sono nulla rispetto agli anni di abusi a cui abbiamo sottoposto il nostro corpo più volte al giorno; abbia quindi fiducia e pazienza.
Aumenti il consumo di frutta, elimini anche il mais in quanto decisamente allergenizzante, e si ricordi che l’alimentazione non deve essere basata sui cereali e legumi, anche senza glutine, ma sulla FRUTTA.
Importantissimo coprire comunque il proprio fabbisogno calorico: non mi stancherò mai di ripetere che bisogna mangiare. E se si mangia crudo, bisogna mangiare ancora di più, in quanto il cibo crudo è meno concentrato di quello cotto, e quindi meno caloricamente denso.
Ulteriore, importantissimo consiglio: come scritto nel libro, è INDISPENSABILE mantenere comunque un bassissimo livello di grassi nel sangue: le calorie giornalmente provenienti dai grassi non devono quindi essere più del 10% del totale.
In pratica, se consumo circa 1500 calorie, l’80% devono venire dai carboidrati (soprattutto dalla frutta), il 10% dalle proteine e il 10% dai grassi, tenendo conto che un grammo di grasso, qualunque esso sia e qualunque sia la sua origine, apporta 9 calorie.
Quindi, EVITARE come la peste di passare dalla padella alla brace, e cioè di affacciarsi a un’alimentazione vegana ingozzandosi di oli vegetali, cocco, avocado e frutta secca: questa è la migliore ricetta per rovinarsi la salute.
Infine, le amalgame al mercurio vanno SEMPRE rimosse, in quanto tossiche di per sé. Posso consigliarle, spostandosi verso Milano, lo studio del dott. Ronchi (trova tutte le informazioni su Google).
Forza e coraggio
Pietro Bisanti
È ormai non in discussione che le proteine animali sconquassino il nostro sistema renale, che Madre Natura non ha certo creato per digerire cadaveri a ripetizione.
Ma ci sono molti altri “nemici”, come lei ha ben citato, e cioè in primis i latticini.
Ora si trova davanti a un bivio: continuare a seguire gli “specialisti in camice bianco”, che altro non faranno se non portare suo marito dritto al trapianto, con tutte le conseguenze del caso; oppure prendere in mano la propria salute, ai sensi dell’art. 32 della nostra Costituzione, imparando a ragionare con la propria testa e affidando se stessi al miglior medico al mondo, oltretutto completamente gratuito, il proprio sistema immunitario.
Tutto però deve avere una gradualità, anche alla luce delle tre dialisi settimanali a cui viene sottoposto.
I numeri, i valori vanno guardati fino a un certo punto, utilizzando come metro di misura il proprio vigore fisico, senza però mai dimenticare che il cambio di regime alimentare porta sempre e comunque a delle crisi eliminative.
Ma a 45 anni, come diavolo si fa ad arrendersi a un trapianto senza combattere?
Questo è quello che farei io:
-come già detto, eliminazione totale di tutte le proteine animali, latte e uova compresi;
-eliminazione totale dei cereali contenenti glutine: i cereali NON sono un cibo creato per l’Uomo;
-utilizzo assolutamente sporadico dei cereali senza glutine e dei legumi (anche se in questa delicata fase sarei propenso a una loro totale eliminazione);
-utilizzo di un estrattore per consumare estratti soprattutto di verdure;
-innalzare, gradatamente, il consumo di frutta, soprattutto di quella acquosa come angurie e meloni;
-alzarsi al mattino consumando immediatamente una tazza di acqua calda con limone;
-moderata attività fisica (basta camminare);
-sole e aria pulita per quanto si riesca;
-consumo di amidacei come zucca e patate dolci per soddisfare il fabbisogno calorico.
In pratica un’alimentazione vegana, con alti picchi di crudismo.
Indispensabile, in questa situazione critica, coerenza e perseveranza.
Ci sentiamo in privato.
Forza e coraggio
Pietro Bisanti
Voglio essere propositivo come è nel mio stile e nel mio “credo”, ma voglio anche essere chiaro e intellettualmente onesto con lei.
Ribadisco prima un concetto ormai noto a chi frequenta questo blog: la cannabis odierna NON è quella fumata dai “figli dei fiori” negli anni Settanta del secolo scorso.
La cannabis fa sempre male, ma quella che gira per le strade oggi è una porcheria geneticamente modificata, tagliata e potenziata.
Complice il messaggio fuorviante e delinquenziale che la “cannabis curerebbe tutti i mali del mondo”, ecco che milioni di giovani in tutto il mondo continuano a finire in Psichiatria a causa di questa foglia verde, il cui unico posto è attaccata alla pianta che la crea.
E la moderna Psichiatria, spesso con dolo, a volte per mostruosa ignoranza, bombarda il malcapitato di turno di sostanze fondamentalmente ancora più tossiche, quali gli antipsicotici.
Invece di aspettare la fine di un attacco psicotico post-cannabis (ogni crisi è infatti destinata a rientrare, sempre), monitorando e contenendo il “malcapitato” di turno (e qui, come dico sempre, se esistessero le camere imbottite presenti in molte carceri americane, ecco che si eviterebbero le odiose e pericolose cinghie di contenzione), si preferisce provare a “scacciare” la tossicità della cannabis o delle altre droghe illegali con sostanze altrettanto tossiche ma legali: il classico dalla padella alla brace.
Ora, lei dice che suo figlio è migliorato. Ha trovato un lavoro part-time, qualche esame all’università, tanto sport e tanta frutta e verdura.
Ma mi sorge spontanea una domanda…
Quello che lei ha davanti è suo figlio? Il VERO suo figlio?
Gli stabilizzatori dell’umore come il Depakin e il Litio non fanno altro che agire appiattendo l’umore, evitando quindi che vi siano sbalzi, sia in “positivo” che in “negativo”.
L’essere felici, tristi, delusi, spaventati, grintosi sono tutti aspetti dell’animo umano. E quando non “patologici” sono semplicemente l’espressione del nostro essere.
La risposta quindi gliela do io.
La moderna Psichiatria, in questo caso, ha rimediato agli abusi di sostanze di suo figlio, e fondamentalmente, in tutta onestà, qualcosa di buono lo ha fatto.
Lo ha fondamentalmente rincretinito in modo tale da evitare un successivo utilizzo di stupefacenti.
Ma la soluzione non è questa.
Non si tramutano le persone in “soldatini modello” imbottendole di stabilizzatori dell’umore.
Guarire significa tornare alla vita, emozionarsi, arrabbiarsi, prendere decisioni, sbagliare.
Questa è la vita.
Quindi, quello che lei ha davanti non è suo figlio. È né più né meno un tossicodipendente legalizzato, e se ne accorgerà quando proverà a scalare i farmaci, soprattutto il litio.
I nostri pensieri e il nostro umore NON devono dipendere dall’assunzione giornaliera di una sostanza tossica, che altro non fa se non soffocare il nostro IO interiore.
Un po’ come l’enorme fesseria che psichiatri e psicologi continuano a proporre: la psicoterapia quale adiuvante della terapia farmacologica… A che caspita serve scavare dentro i propri problemi se i pensieri sono modificati da una pastiglia…
Premesso questo, si può e si DEVE guarire. Ma nel senso più profondo del termine.
La psichiatra non vi scalerà i farmaci, almeno non nel breve periodo.
E più si va avanti, più il sistema nervoso di suo figlio farà fatica a dismetterli.
Inevitabili, quindi, saranno le crisi eliminative che arriveranno, che altro non sono che la conseguenza dello sforzo del corpo di tornare a uno stato di omeostasi, cioè di quiete, di normalità.
Lo scalaggio, secondo linee guida internazionali, deve essere in questo caso lento, cominciando con il Depakin e tenendo il litio per ultimo, e del non più del 10% al mese.
Al tempo stesso, non basta mangiare una mela o una banana in più.
Qui va considerato anche e soprattutto quello che NON va mangiato.
Forza e coraggio
Sono felicissimo dei tuoi progressi, e pubblico molto volentieri la tua stupenda testimonianza, per chi ancora pensa che i farmaci curino e che l’alimentazione non conti nulla.
Avanti così
Pietro Bisanti