MARITO A RISCHIO DIALISI E UN SACCO DI DUBBI

LETTERA

Caro Pietro voglio un consiglio, mi chiamo Lina ho mio marito 45 anni che fa la dialisi da 2 anni, vorrei tanto aiutarlo però non so da dove iniziare. Ho sospeso i latticini e altre proteine animali e le farine bianche, anche lo zucchero uso il miele in solo una settimana di dieta la creatinina da 10 è passata a 6.98 e l ‘azoto che era sempre a 150 ora è 67 però i medici lo vedono troppo deperito anche se lui a livello fisico si sente rinato, intanto i medici continuano con 3 dialisi settimanali e lo vogliono portare al trapianto. Sono un po’ disorientata perché Valdo dice di togliere tutte le proteine e mangiare qualche cereale integrale invece seguo anche il dott Mozzi che dice di togliere tassativamente di togliere glutine caseina e poca poca frutta che devo fare, chi devo ascoltare per aiutare mio marito a risolvere. Saluti Lina.


RISPOSTA
Buongiorno Lina,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

È ormai non in discussione che le proteine animali sconquassino il nostro sistema renale, che Madre Natura non ha certo creato per digerire cadaveri a ripetizione.

Ma ci sono molti altri “nemici”, come lei ha ben citato, e cioè in primis i latticini.

Ora si trova davanti a un bivio: continuare a seguire gli “specialisti in camice bianco”, che altro non faranno se non portare suo marito dritto al trapianto, con tutte le conseguenze del caso; oppure prendere in mano la propria salute, ai sensi dell’art. 32 della nostra Costituzione, imparando a ragionare con la propria testa e affidando se stessi al miglior medico al mondo, oltretutto completamente gratuito, il proprio sistema immunitario.

Tutto però deve avere una gradualità, anche alla luce delle tre dialisi settimanali a cui viene sottoposto.

I numeri, i valori vanno guardati fino a un certo punto, utilizzando come metro di misura il proprio vigore fisico, senza però mai dimenticare che il cambio di regime alimentare porta sempre e comunque a delle crisi eliminative.

Ma a 45 anni, come diavolo si fa ad arrendersi a un trapianto senza combattere?

Questo è quello che farei io:

-come già detto, eliminazione totale di tutte le proteine animali, latte e uova compresi;
-eliminazione totale dei cereali contenenti glutine: i cereali NON sono un cibo creato per l’Uomo;
-utilizzo assolutamente sporadico dei cereali senza glutine e dei legumi (anche se in questa delicata fase sarei propenso a una loro totale eliminazione);
-utilizzo di un estrattore per consumare estratti soprattutto di verdure;
-innalzare, gradatamente, il consumo di frutta, soprattutto di quella acquosa come angurie e meloni;
-alzarsi al mattino consumando immediatamente una tazza di acqua calda con limone;
-moderata attività fisica (basta camminare);
-sole e aria pulita per quanto si riesca;
-consumo di amidacei come zucca e patate dolci per soddisfare il fabbisogno calorico.

In pratica un’alimentazione vegana, con alti picchi di crudismo.

Indispensabile, in questa situazione critica, coerenza e perseveranza.

Ci sentiamo in privato.

Forza e coraggio

Pietro Bisanti

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