e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.
Voglio essere propositivo come è nel mio stile e nel mio “credo”, ma voglio anche essere chiaro e intellettualmente onesto con lei.
Ribadisco prima un concetto ormai noto a chi frequenta questo blog: la cannabis odierna NON è quella fumata dai “figli dei fiori” negli anni Settanta del secolo scorso.
La cannabis fa sempre male, ma quella che gira per le strade oggi è una porcheria geneticamente modificata, tagliata e potenziata.
Complice il messaggio fuorviante e delinquenziale che la “cannabis curerebbe tutti i mali del mondo”, ecco che milioni di giovani in tutto il mondo continuano a finire in Psichiatria a causa di questa foglia verde, il cui unico posto è attaccata alla pianta che la crea.
E la moderna Psichiatria, spesso con dolo, a volte per mostruosa ignoranza, bombarda il malcapitato di turno di sostanze fondamentalmente ancora più tossiche, quali gli antipsicotici.
Invece di aspettare la fine di un attacco psicotico post-cannabis (ogni crisi è infatti destinata a rientrare, sempre), monitorando e contenendo il “malcapitato” di turno (e qui, come dico sempre, se esistessero le camere imbottite presenti in molte carceri americane, ecco che si eviterebbero le odiose e pericolose cinghie di contenzione), si preferisce provare a “scacciare” la tossicità della cannabis o delle altre droghe illegali con sostanze altrettanto tossiche ma legali: il classico dalla padella alla brace.
Ora, lei dice che suo figlio è migliorato. Ha trovato un lavoro part-time, qualche esame all’università, tanto sport e tanta frutta e verdura.
Ma mi sorge spontanea una domanda…
Quello che lei ha davanti è suo figlio? Il VERO suo figlio?
Gli stabilizzatori dell’umore come il Depakin e il Litio non fanno altro che agire appiattendo l’umore, evitando quindi che vi siano sbalzi, sia in “positivo” che in “negativo”.
L’essere felici, tristi, delusi, spaventati, grintosi sono tutti aspetti dell’animo umano. E quando non “patologici” sono semplicemente l’espressione del nostro essere.
La risposta quindi gliela do io.
La moderna Psichiatria, in questo caso, ha rimediato agli abusi di sostanze di suo figlio, e fondamentalmente, in tutta onestà, qualcosa di buono lo ha fatto.
Lo ha fondamentalmente rincretinito in modo tale da evitare un successivo utilizzo di stupefacenti.
Ma la soluzione non è questa.
Non si tramutano le persone in “soldatini modello” imbottendole di stabilizzatori dell’umore.
Guarire significa tornare alla vita, emozionarsi, arrabbiarsi, prendere decisioni, sbagliare.
Questa è la vita.
Quindi, quello che lei ha davanti non è suo figlio. È né più né meno un tossicodipendente legalizzato, e se ne accorgerà quando proverà a scalare i farmaci, soprattutto il litio.
I nostri pensieri e il nostro umore NON devono dipendere dall’assunzione giornaliera di una sostanza tossica, che altro non fa se non soffocare il nostro IO interiore.
Un po’ come l’enorme fesseria che psichiatri e psicologi continuano a proporre: la psicoterapia quale adiuvante della terapia farmacologica… A che caspita serve scavare dentro i propri problemi se i pensieri sono modificati da una pastiglia…
Premesso questo, si può e si DEVE guarire. Ma nel senso più profondo del termine.
La psichiatra non vi scalerà i farmaci, almeno non nel breve periodo.
E più si va avanti, più il sistema nervoso di suo figlio farà fatica a dismetterli.
Inevitabili, quindi, saranno le crisi eliminative che arriveranno, che altro non sono che la conseguenza dello sforzo del corpo di tornare a uno stato di omeostasi, cioè di quiete, di normalità.
Lo scalaggio, secondo linee guida internazionali, deve essere in questo caso lento, cominciando con il Depakin e tenendo il litio per ultimo, e del non più del 10% al mese.
Al tempo stesso, non basta mangiare una mela o una banana in più.
Qui va considerato anche e soprattutto quello che NON va mangiato.
Vediamo, ancora una volta, i peggiori nemici della nostra psiche:
-Carne, pesce e proteine animali: causano putrefazione al livello del colon, che è il nostro secondo cervello e il luogo dove si producono i neurotrasmettitori celebrali. Intestino in putrefazione=depressione.
-Zuccheri raffinati: in primis il famigerato saccarosio (zucchero bianco) da tavola: favorisce picchi glicemici che possono portare falsa euforia e conseguente stato depressivo; sballa la produzione di testosterone nell’uomo e interferisce con la normale produzione ormonale; sottrae preziose sostanze nutritive al corpo umano, in quanto è un alimento morto che necessita di enzimi per essere digerito.
Nessuno sconto a zucchero di canna grezzo e non in quanto si tratta sempre e comunque di alimenti raffinati, morti e sepolti.
Non pensate che sia innocuo solo perché lo vendono al supermercato: è una sostanza chimica che di naturale non ha nulla, potente, dannosa e catastrofica per chi ne è particolarmente suscettibile.
Bocciati senza riserve anche tutti gli edulcoranti, capeggiati dall’aspartame.
-Metalli pesanti: mercurio, alluminio. Il peggio del peggio. Occhio alle amalgame dentali, che causano una continua e incessante intossicazione all’organismo. Il mercurio è risaputo per creare stati mentali che possono arrivare alla schizofrenia.
-Bibite gassate: quando ingurgitate una lattina di coca cola non fate altro che bere, assieme ad essa, una quantità di saccarosio impressionante. Lo stesso vale per tutte le altre bibite in lattina.
-Glutine e caseina: i cereali non sono cibo per tutti. Non sono cibo nato per l’Uomo, bensì per i granivori. L’intolleranza al glutine è ormai considerata un’epidemia su scala mondiale, mentre in realtà è la diretta conseguenza della normale reazione del corpo umano all’introduzione di una proteina a esso incompatibile e sconosciuta.
Sono associati al glutine diversi stati mentali: dalla depressione agli stati immotivati di rabbia, fino alla psicosi.
La caseina, veleno pari alle proteine animali, ha in più il difetto di essere un grande allergene e di incollarsi ai villi intestinali e di non permettere quindi la normale assimilazione dei cibi.
La rimozione del glutine e della caseina in bambini con autismo sta dando risultati impressionanti.
-Vaccinazione: i vaccini sono forse il peggior insulto che può essere fatto a un essere umano. Metalli pesanti, DNA umani e animali. Un insieme di porcherie di cui non vale nemmeno la pena ribadire la tossicità.
-Farmaci: moltissimi farmaci agiscono sui recettori nervosi pur non essendo definiti “psicofarmaci”: dagli antistaminici alla pillola per la pressione; dal farmaco contro la tosse a quello per il mal di testa.
-Denti devitalizzati: un dente devitalizzato è un’appendice morta tenuta attaccata al corpo con la forza. È come se volessero tenervi attaccato un dito putrefatto. La proliferazione incontrollata di tipo batterico, dovuta al marciume presente in una zona così delicata come quella del viso-cranio, può drenare le capacità di reazione del sistema immunitario portando stati depressivi anche gravi.
-caffè, sigarette, alcolici, sostanze stupefacenti.
Vale, anche in queso caso, un saggio approccio lento e costante, per evitare crisi eliminative troppo forti.
L'”elisir di lunga vita” è quindi l’alimentazione vegana, crudista quanto basta, a zero glutine e con pochissimi cereali che non lo contengono e legumi (sarebbe meglio eliminarli del tutto), a basso tenore di grassi, per non ingolfare il corpo rendendo viscoso il sangue.
“Cibi puliti-pensieri puliti”: l’affetto, la comprensione, i pensieri positivi sono un meraviglioso sistema di guarigione, ma che DEVE sempre posare su un’alimentazione corretta.
Sono stanco di vedere persone sotto psicofarmaci ingrassare decine di chili, camminando con lo sguardo zombizzato, dicendo che “va tutto bene”… Anche il tossico mentre si fa una pera di eroina dirà che la vita è bella.
Stare bene significa vivere lucidi senza sostanze. Tutto il resto sono bugie.
Quindi, ai sensi dell’art. 32 della Costituzione, siete gli unici a poter prendere in mano la vostra salute.
Suo figlio non deve spiegazioni alla psichiatra, e non è obbligato a fare esami o prendere farmaci.
Bisogna però agire d’astuzia, per evitare Accertamenti Sanitari Obbligatori.
Il mio consiglio è quindi di trovare uno psichiatra privato che concordi con voi nello scalaggio e che vi segua formalmente. Poi, come detto, in assenza di obblighi di Legge, nessuno è obbligato a “farsi curare”.
Bisogna farsi rispettare, o si sarà sempre schiavi di questi aguzzini in camice bianco che, con dolo o con colpa, distruggono comunque la vita delle persone.
Io ci sono.
Ci sentiamo in privato.
Forza e coraggio
Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.