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SCALAGGIO EUTIROX. CHI MI PUO’ SEGUIRE?

LETTERA

Buongiorno dott. Bisanti. Mio marito vorrebbe smettere  con l’assunzione di eutirox. Ho letto quanto da lei scritto, che ciò è possibile. E ho anche letto come fare. Però vorremmo essere appoggiati e seguiti da qualcuno. Siamo di Vicenza. Ci dà qualche nome? Ovviamente non possiamo andare dal medico. Non sarebbe per lui conveniente. Che figura dobbiamo cercare? Grazie mille se ci dà un nome sarebbe il massimo. Grazie infinite. 
Caterina


RISPOSTA

Buongiorno sig.ra Caterina,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Nessun medico si sognerebbe mai di supportarvi nello scalaggio dell’Eutirox: per loro, una volta iniziato, va utilizzato a vita.

I medici non contemplano nemmeno lontanamente di provare a scalare, per farle un altro esempio, i farmaci per il diabete: sono e rimangono, per loro, condizioni A VITA.

Chi come me applica e divulga i principi millenari dell’autoguarigione e dell’igienismo naturale sa bene quanto, invece, tali farmi siano dannosi, desautorando intere parti del corpo dai loro compiti e in pratica atrofizzandole.

Dovete quindi, se lo vorrete, prendere la vostra salute in mano ai sensi dell’art. 32 della nostra Costituzione e fare da soli.

Scalaggio lento e graduale e avvicinamento progressivo a un’alimentazione vegana, crudista quanto basta, a zero glutine e con un consumo molto moderato di cereali che non lo contengono, oltre che di legumi (sempre molto moderato).

Importantissimo far sì che la frutta diventi l’alimento principale della propria alimentazione, mantenendo al contempo il livello delle calorie giornaliere provenienti dai grassi a non più del 10% del totale.

Affrontare con serenità le crisi da dismissione, sapendo che prima di stare meglio bisogna stare peggio.

Questo è l’elisir di lunga vita.

Tutto il resto è aria fritta.

Avanti così

Pietro Bisanti
Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra. 
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

PERDITA DEL CONTROLLO E PESANTE TERAPIA FARMACOLOGICA

LETTERA

Salve, sono ******, mamma di *****, che è stato ricoverato in 
psichiatria perché non sono riuscita a trovare altra soluzione, per un periodo ha 
perso il controllo dei suoi pensieri, sentiva voci, vedeva serpenti, pieno di 
paure, rabbia, che poi ha manifestato rompendo cose, io ho avuto paura, questi 
sintomi sono durati 6 mesi, poi il ricovero, tso, ora seguito del centro di 
salute mentale, ora lui è ritornato in sé, abbiamo scalato quasi tutti i 
farmaci da soli, da una cura molto pesante, ora prende invega 3mg depachin 
200mg, lui non li vuole più prendere, io ho paura che lui stia male o diventi 
aggressivo, ho parlato con molti medici, mi dicono di non avere fretta a 
togliere i farmaci, ho letto con interesse il suo blog, e lo trovo interessante, 
alimentazione e sport sono fondamentali. **** è disordinato sia nel cibo che 
nel dormire, sport non ne fa, quello che fa è lavorare con me, alla sera fa le 
pizze. E lo stile di vita e abitudini che non riesco a fargli capire che devono 
migliorare se vuole stare bene.
Vorrei comprare il suo libro ed un consiglio se possibile

Grazie


RISPOSTA
Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Cerchiamo di comprendere anzitutto un concetto basilare: quello che lei ha davanti non è suo figlio, ma la parvenza di un essere umano, i cui pensieri ora sono farmacologicamente alterati.

Sicuramente durante il TSO ci sono andati pesantissimo (ormai è la prassi: ho visto somministrare anche 6 o più farmaci contemporaneamente), e mi viene da pensare che possa essere stato la conseguenza del consumo di cannabis, ma nonostante la vostra bravura e coraggio nello scalare i farmaci, vostro figlio tuttora assume una terapia pesante, che lo lobotomizza, che lo rende incapace di provare emozioni, sia positive che negative.

I dottori dicono di “non aver fretta”, come se portare avanti la terapia per più tempo potesse dare chissà quale beneficio; è invece vero l’esatto contrario: più si assumono questi farmaci demoniaci, più è difficile dismetterli.

Come si ritorna a essere individui sani, pensanti, equilibrati e in grado di emozionarsi?

Scalaggio graduale dei farmaci, non più del 10% al mese, anche se ho visto molte persone eliminarli cold turkey “di botto”, riuscendo a sopportare i pesanti effetti da dismissione.

Va abbracciata senza riserve ma con altrettanta gradualità un’alimentazione vegana, crudista quanto basta, con eliminazione immediata della caseina e del glutine, in quanto sono le due principali proteine disturbatrici della salute mentale (oltre che della salute in generale).

Capire e comprendere che gli effetti da dismissione possono essere terrificanti, fino ad arrivare a vere e proprie ideazioni suicidiarie.

Ma questo è l’unico modo per tornare a vivere, e non a sopravvivere.

Ci sentiamo in privato

Avanti così.

Pietro Bisanti

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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


COME OPPORSI ALLA FIALA MENSILE DI ABILIFY

LETTERA

Salve, non sa che gioia sapere che non si è soli nel pensiero dell’antipsichiatria.
Ho un problema che spero lei riesca ad accogliere il prima possibile: una mia amica sottoposta a TSO circa quattro anni fa, ha iniziato la sua terapia con antidepressivi e ansiolitici e calmanti di vario genere, fino a quando due anni fa con la forza di volontà è riuscita a fare a meno di tutto, conducendo una vita normalissima e senza alcuna necessità di dover badare a qualsiasi emozione che potesse provare visto che nessuna di esse fosse “surreale”. 

Questo però non le è mai stato approvato dallo psichiatra che ignaro della sua decisione, le ha modificato la terapia a due compresse al giorno di abilify, che lei ha preso solo per un breve periodo, poi le ha staccate sempre di nascosto dallo psichiatra, io la conosco da tanto e posso dire che quando prendeva i farmaci non la si riconosceva tanto era rallentata e triste.

È una persona bellissima, solare, ottimista, allegra, divertente ed energica, ma purtroppo da una settimana fa circa è ritornato quel suo sguardo triste, vuoto e rallentato e lei inizia a sentire tutto l’intorpedimento che può dare una fiala intramuscolo di abilify che il suo psichiatra ha deciso di farle fare. 

Mi aiuti, la prego, mi aiuti a non dover assistere all’appassimento di una rosa vivida, mi aiuti a non dover perdere il sorriso e l’ottimismo che la caratterizzano, mi aiuti a non essere costretta a vedere la persona più importante della mia vita che si lascia morire perché non può rifiutare la fiala, come potrebbe espellerla? Come potrebbe rifiutare di farla? Come può fare a non farsi fare la seconda fiala tra venti giorni? Come posso aiutarla? La prego mi consigli quanto prima non posso lasciarla sola senza una soluzione, non posso non aiutarla… 

Grazie, le faccio i miei auguri per il suo bellissimo obiettivo… 

Lettera firmata



RISPOSTA
Buongiorno Anonima,
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Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Ormai vi è una diffusione direi endemica dei neurolettici intramuscolo a rilascio prolungato, i cosiddetti “depot”, che “durano” fino a un mese e che permettono a questa demoniaca Psichiatria di addomesticare anche il più “ribelle” essere umano.

Così facendo, nessuno può scappare dalla terapia, e, per quanto gli antipsicotici siano sempre e comunque distruttivi, in questa formula riescono a dare il peggio di sé: impossibilità di scalare ed effetti collaterali e non ancora più mostruosi.

Ora cerchiamo di comprendere bene quali sono i diritti di qualsiasi “malato”, anche in regime di TSO.

Chiunque ha il SACROSANTO diritto di essere reso edotto di cosa sta per assumere, e DEVE poter scegliere tra un ventaglio di proposte.

È quindi proprio DIRITTO far presente che si ha intenzione di assumere la terapia in forma di compresse e non di depot (questo in regime di TSO); fuori dal regime di TSO e in assenza di qualsivoglia disposizione dell’Autorità Giudiziaria, nessuno è obbligato ad assumere alcunché.

Non esistono visite obbligatorie. Se una persona si mantiene lucida e non rappresenta un pericolo per se stessa o per gli altri non può essere soggetta a nessun trattamento farmacologico coercitivo.

Ma lo ripeto, anche in questo caso, nessuno può imporre la depot, allorquando si faccia presente che si è pronti ad assumere la terapia per via orale.

Ho paura però che la storia da lei raccontata sia incompleta: non riesco a capire per quale motivo la sua amica sia tornata sotto le grinfie della Psichiatria.

Ci sentiamo in privato. La sua amica ha disperatamente bisogno di assistenza legale.

Io ci sono.

Avanti così.


Pietro Bisanti

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Per tutti: mi trovate su “FACEBOOK” con il mio nome Pietro Bisanti
ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU’ EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E’ PREGATO DI SEGNALARLO
ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG “ALIMENTAZIONE E SALUTE”. LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

VALDO VACCARO E PIETRO BISANTI

Dal sito www.valdovaccaro.blogspot.it

LE LACRIME DI ELENA E LA MOSTRUOSA CRISI ELIMINATIVA DI PIETRO BISANTI


LETTERA

NON SENZA QUALCHE LACRIMA RESTO IN TREPIDANTE ATTESA

Ciao Valdo. Ho letto il tuo messaggio che contiene nuovi propositi. Ti confesso che sono arrivata alle ultime righe con le lacrime agli occhi per la commozione. D’altra parte ho la piena convinzione che ogni cosa che tu fai nasca da una profonda consapevolezza e non possa che essere improntata alla bontà e alla saggezza. Quindi rimango in trepidante attesa di vedere quali saranno i futuri sviluppi.


VOGLIO CITARE L’EMOZIONANTE COMMENTO DEL MARESCIALLO BISANTI

Ho letto tra i commenti della tua tesina quello particolarmente intenso ed emozionante del Maresciallo dei Carabinieri Pietro Bisanti. So che spesso sei talmente preso dalla tua frenetica attività da non riuscire a leggere i commenti degli utenti. Perciò te lo segnalo. Con infinita gratitudine.
Elena

*****

DICHIARAZIONE DI PIETRO BISANTI, M.LLO CC DI MILANO

UNA DELLE PIÙ MOSTRUOSE CRISI ELIMINATIVE

Dopo 4 anni di veganismo sono andato incontro a una delle più mostruose crisi eliminative che un essere umano possa affrontare, a mio umile parere. Un Herpes Zoester, dopo una febbre durata quattro giorni, che ha deturpato tutto il mio viso, persino sulle palpebre, dentro il naso e dentro le orecchie, oltre che parte del costato sinistro, fino a lambire la zona genitale.


QUATTRO MESI DI AUTENTICO INFERNO

Ogni benedetto giorno, per quattro mesi, dalle due alle tre di notte, la mia faccia si infiammava, producendo un liquido inodore e incolore che raccoglievo in un catino. Ogni mattina, mi scrostavo letteralmente dal letto, andando sotto la doccia e uscendone con una faccia ustionata.
CIRCONDATO DA GENTE CHE MI SUPPLICAVA IN GINOCCHIO DI SMETTERE

Avevo tutti contro: amici, parenti, colleghi. Rifiutando ogni terapia, sapendo bene cosa mi stesse succedendo, tutti pensavano che fossi impazzito e che sarei morto di chissà quale infezione. La data di inizio dell’intera vicenda è il 23 Marzo 2011. La sua conclusione sta sul calendario all’8 Agosto 2011. A quella data il mio corpo si è completamente ripulito. Da solo, senza farmaci, senza rimedi fitoterapici, se non qualche goccia di tea-tree per aiutarmi nel dolore.

VALDO PER ME È STATO LA CILIEGINA SULLA TORTA

Sono arrivato a Valdo con già un bagaglio culturale igienista “di spessore”, ma lui è stato senza ombra di dubbio la ciliegina sulla torta. Il Pietro Bisanti pre-vegano e pre-Valdo era un uomo di 1,70 m, del peso di 78 kg, che pensava alle proteine animali come preziose costruttrici di muscoli. Il Pietro Bisanti di adesso pesa 64 kg, è praticamente fruttariano, vede la vita in maniera totalmente diversa.

QUESTA ESPERIENZA HA ELEVATO IL MIO BLOG A FARO NELLA NOTTE NEL SETTORE DELLA SALUTE MENTALE SENZA FARMACI

Dedicato a te, caro Valdo, il mio incessante lavoro di quattro anni, che ha permesso al mio blog www.pietrobisanti.blogspot.it, di diventare un faro nella notte per quanto riguarda la pratica igienista applicata alla salute mentale. Non dimentico da dove sono partito. Grazie. Con tutto il cuore!

Pietro Bisanti

*****

RISPOSTA

GRAZIE ELENA E GRAZIE PIETRO!

Entrambe queste testimonianze sono troppo belle, trasparenti e pure, per cui non le voglio appesantire con altri miei commenti. Mi limito a ringraziare sia Elena che il Maresciallo Pietro Bisanti, che fanno parte integrante di quel gruppo ideale votato a pensare ed agire in modo cosciente, consapevole e costruttivo.

Valdo Vaccaro

INFERMIERE SPDC IN “CRISI” DOPO AVER LETTO “ASSASSINI IN PILLOLE: LA PSICHIATRIA MODERNA VISTA CON GLI OCCHI DI UN CARABINIERE”

LETTERA

Ciao Pietro, nel pomeriggio di ieri ho iniziato a leggere il tuo libro e circa mezz’ora fa l’ho terminato.
Beh, che dire…innanzitutto che hai raccolto un lavoro, frutto dei tuoi anni di esperienza sul campo e di ricercatore indipendente, come tu stesso affermi, decisamente ricco di informazioni e, per certi versi, davvero inquietante. Io sono infermiere di psichiatria, Spdc, da molti anni e, pur avendo il sospetto che anche gli stessi farmaci fossero la causa scatenante di certe espressioni psicofisiche, non ero in grado di dimostrarlo.

Si vede che hai passione per il tuo lavoro e ami la vita e le persone. Proprio come sono io! Pietro, sei arrivato al momento giusto nella mia vita. 

Sei un sognatore! Proprio come me! Anch’io custodisco l’idea di una comunità come la concepisci tu: niente farmaci, cibo sano, accoglienza e calore umano, e l’esecuzione di attività legate alla spiritualità, alla meditazione e alla musica, il linguaggio universale. Davvero, ci ho pensato più di una volta e seriamente. Ma ad oggi non ho avuto modo di realizzarlo. 

E’ tutto bello quello che sostieni, anche il discorso di contenere la fase acuta in una camera imbottita. Ma, per ora, tuttavia, io devo fare i conti con la mia realtà, che è lontana anni luce dall’idea che abbiamo in comune. Dove esiste l’esatto contrario di quello che vorremmo esistesse. Nonostante ci siano miei colleghi, medici e infermieri, coscienziosi, il “Sistema” impone scelte opposte e il farmaco è il trattamento d’elezione nel mio reparto. La fase acuta prevede anche la contenzione fisica al letto e i pazienti ciondolano per il reparto tutto il tempo in attesa di essere dimessi.

Mi hai messo in crisi Pietro. E ti ringrazio! Ma come devo comportarmi, da oggi stesso, nell’esercizio della mia professione, alla luce di quello che ho appena conosciuto?! Mi sento impotente. 

Sostieni che non capisci come mai gli psichiatri non si rendano conto del legame tra farmaco e peggioramento clinico…chiamiamolo così x ora. Ma sei proprio sicuro che non si rendano conto? 
Comunque, da parte mia, x ora, ho intenzione di “lavorare” per divulgare il tuo libro e per farti venire a ***** per una conferenza. Stai tranquillo che gente se ne trova! Lasciamo passare l’estate… Nel frattempo però mi piacerebbe sentirti prima. Dov’è che fai altre conferenze che vengo a conoscerti?
Grazie Pietro! Anche a nome di quei pazienti per i quali non sono stato in grado di fare di meglio…
Ti abbraccio e spero di vederti presto.

Lettera firmata



RISPOSTA
Buongiorno Anonimo.
Cosa posso aggiungere a questa meravigliosa testimonianza? 
La prossima conferenza, al momento, è programmata a Torino per fine anno, ma molte altre sono in fase di organizzazione.
Sarò lieto di partecipare se riuscirai ad organizzarne una dalle tue parti.
Sono un sognatore… ma a volte i sogni si avverano se ci credi.
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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


DIPENDENZA PSICOLOGICA DAL MIO PSICHIATRA E CRISI DA DISMISSIONE TRIPTIZOL

LETTERA

Ciao carissimo Pietro,
sono Angelo. Che cose straordinarie a volte nella vita. Pur non conoscendoti di persona sento il bisogno di parlarti.
Circa 15 giorni fa ho scalato il Triptizol da 10 a 0. Devo dire che i sintomi dei primi giorni di astinenza sembra si stiano diradando.
Assumo tuttora depakin chrono 500, che vedro’ di eliminare piu’ in la’.
Beh non ti sembrera’ vero ma nel processo di dismissione ho un problema abbastanza serio. Purtroppo attualmente non ho molti soldi e non so chi interpellare… gli “specialisti” nel settore sono molto cari.
Ti dico che ho avuto fortissimi dolori articolari muscolari. Permane un po’ di respirazione affannosa, momenti di derealizzazione, tipo giramenti di testa. Ora fin qui seguo il tuo consiglio cioe’ di non mollare ma rispondere colpo su colpo (anche se in alcuni momenti la soluzione piu’ facile sarebbe sdraiarmi a terra).
Il problema attuale è questo: la dipendenza psicologica dal mio psichiatra, Ti spiego: abbiamo scalato il farmaco (io lo tartasso sempre chiedendo di scalare, ma la maggior parte delle volte sono tornato all'”ovile” x paurosi sintomi… malattia? Astinenza?). Beh la risposta che mi è stata data e’ stata la seguente “hai una malattia mentale ed è giusto curarla” o cose simili. Beh io sono arcistufo, ma se dovessi chiamarlo ora e dire come sto mi farebbe come minimo far riprendere l’antidepressivo.
Dunque,  un aiuto: come posso fare per superare quel momento di panico appena mi sento poco bene e mi risuonano le parole del medico? Cioè mi dico cacchio hanno studiato tanti anni possibile vogliano farmi del male? 
Che brutta cosa Pietro è come avere una matita conficcata nella testa con questo tarlo che non riesco a risolvere.
Ce la sto mettendo tutta. Sport e alimentazione. Francamente non amo molto le verdure… Ma faccio pasti bilanciati. 
Se puoi consigliarmi qualcosa sarei contento.
P.S. : esiste un forum di auto aiuto di chi si trova nelle mie stesse condizioni?
Saluti GRAZIE!!!


RISPOSTA

Buongiorno Angelo
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Quello che ti sta accadendo è perfettamente normale: il tuo sistema nervoso sta piano piano ricominciando a funzionare autonomamente.

Immagina di avere un televisore che non funziona: gli dai una “botta”, fa un po’ di interferenze, e poi ricomincia a funzionare… un po’ come un computer che si resetta.

Studiare anni e anni di nozioni sbagliate non trasforma nessuno in un guaritore: nessuno psichiatra ha mai guarito o guarirà nessuno.

L’unica cosa che possono fare è sopprimere i sintomi, senza mai arrivare alla causa del disturbo.

Non hanno nessuna conoscenza su cosa sia una crisi da dismissione o su come il corpo umano tenda sempre a riequilibrare se stesso.

Sanno solo fare una cosa: prescrivere, aumentare, sostituire… e alla fine arrendersi quando il malcapitato di turno si impicca in taverna, senza mai prendersi uno straccio di responsabilità.

Vai avanti per la tua strada, migliorando sempre di più l’alimentazione come ben descritto in questo blog.

Stai lontano da glutine e latticini, abbraccia un veganismo senza estremismi, ove si prediliga la frutta e si mantengano sempre basse le percentuali di grassi assunti.

Per quanto riguarda il forum, questo blog ne ha che si sta piano piano espandendo (lo trovi sulla destra), ma su Internet ce ne sono moltissimi

Ci sentiamo in privato.

Avanti così

Pietro Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

MIELODISPLASIA, CRISI ELIMINATIVA E PERENNE STANCHEZZA

LETTERA

Buonasera dottore, sono un ragazzo di 37 anni e da due mesi mi sono avvicinato ad un’alimentazione vegana per cercare di tirarmi fuori da una serie di problematiche legate ad una mielodisplasia che mi causa anemia e tanti problemi digestivi legati al fegato e sopratutto ad un intestino ormai perennemente infiammato.
Credo molto nella capacità di autoguarigione del mio corpo e sto cercando di metterlo nelle migliori condizioni affiché lui mi porti al benessere psicofisico ma sto attraversando una fase del tutto inaspettata. Sono consapevole delle crisi eliminative che un tale cambio di dieta può portare ma dopo questo secondo mese in cui i sintomi sono notevolmente peggiorati sotto l’aspetto della digestione con un conseguente aumento dei battiti a riposo sintomo forse di un surriscaldamento intestinale, ora in quest’ultima settimana sto avendo dei miglioramenti, finalmente non ho più dolori di alcun genere ma tutto ciò anziché tradursi in entusiasmo e voglia di fare mi sta portando stanchezza fisica ma anche mentale con scarsa voglia anche di fare sport e questa cosa per me che ho l’ho sempre fatto anche in questi anni pur stando decisamente peggio di adesso è una cosa assai inaspettata.
Sto cercando di entrare sempre più in sintonia col mio corpo e questo lento spegnersi del fuoco interiore potrei imputarlo ad un deficit calorico visto che attualmente mia alimentazione consiste in due o tre fette di melone al posto dell’ananas, che ho dovuto togliere perché mi procurava bruciori e ferite alla bocca, la mattina a colazione; durante la mattinata niente più appetito arrivando a pranzo in ipoglicemia quando durante la settimana al lavoro mangio una banana (mi crea sonnolenza) mentre il sabato e la domenica a casa lo faccio con un passato di verdure ed un poco di insalata mista; nel pomeriggio un bicchiere di centrifugato ed a cena dell’insalata mista accompagnata con delle patate o a sere alterne dai piselli o fagiolini o fagioli di soia; il pane l’ho tolto accompagnando il pasto, più per un abitudine che per altro, con qualche pezzetto di farinata di ceci.
Leggendo il suo blog apprezzo tantissimo l’approccio con cui tratta i problemi emozionali ed è per questo che vorrei chiedere spiegazione a lei circa questa mia fase; è normale questo calo motivazionale? Mi ritrovo con una parte razionale che sogna tante cose, che fa mille progetti ma che si scontra con una realtà del tutto diversa con un fisico che ora vorrebbe solo riposo. Vorrei ritrovare il benessere fisico ma non a scapito della mia voglia di fare, di cimentarmi in piccole grandi sfide che da buon ciclista amatoriale mi ha portato a scalare tutti i passi dolomitici. La ringrazio molto se potrà avere tempo per rispondermi e consigliarmi. Grazie

Gabriele


RISPOSTA

Buongiorno sig. Gabriele
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Pur essendo ogni organismo un mondo a sé, ognuno di noi risponde inequivocabilmente alle stesse Leggi di Madre Natura:

-il corpo non va mai contro se stesso
-il corpo tende sempre all’autoguarigione, allorquando gliene venga data la possibilità
-la malattia arriva solo se serve e dura solo fino a quando serve

Nel suo caso specifico, lei si è avvicinato a un’alimentazione vegana solamente da due mesi, dopo ben 37 anni di continui errori alimentari cinque volte al giorno…

Quello che le sta accadendo è quindi la cosa più normale del mondo, le famose crisi eliminative… il dover stare peggio prima di stare meglio… questo è il modo che ha il corpo di tornare in salute.

Voglio però darle alcuni consigli pratici:

-l’intestino è il fulcro di tutto, e possono volerci anche molti mesi di rigore alimentare per guarirlo

-sicuramente prima riusciva a fare sport grazie a tutte le “stampelle chimiche” dei cibi dopanti ed energizzanti che ora non assume più, e quindi ora il corpo, seppur dotato di “carburante” migliore, deve piano piano ricominciare a capire come utilizzarlo

-un intestino infiammato significa assimilazione ridotta

-farmaci e integratori non vanno d’accordo con un’alimentazione vegana

-la transizione verso un’alimentazione vegana deve essere fatta “a vista”, ascoltandosi giorno dopo giorno. Un intestino infiammato farà fatica a digerire un frutto come una banana. Deve quindi provare su di sé ogni giorno

-deve assolutamente mantenere un’adeguata assunzione di calorie, altrimenti il corpo non ha energia sufficiente per espletare tutte le mansioni che gli richiediamo. In un regime vegano, l’80% delle calorie devono provenire dai carboidrati della frutta. E se la frutta non si riesce ancora a digerire, deve comunque pareggiare il fabbisogno calorico con amidacei come le patate e la zucca, oppure con qualche cereale senza glutine come riso, miglio o quinoa

-via il glutine, in ogni forma, essendo la proteina più infiammante in assoluto

-mantenere la percentuale di calorie giornalmente provenienti dai grassi a non più del 10% del totale per far funzionare bene l’insulina e tutto il sistema endocrino. Questo significa eliminazione di tutti gli oli e una drastica riduzione della frutta secca. Non smetterò mai di ripetere quando sia importante questo aspetto, che è il motivo principale per cui moltissimi vegancrudisti tornano ad un’alimentazione onnivora: sia abbuffano di grassi e non di frutta.

Io stesso, dopo quattro anni di veganismo, ho dovuto sopportare un mostruoso herpes zoester che per ben quattro mesi mi ha devastato il viso, per poi sparire così come era venuto.

Quindi, se il corpo le dice di riposarsi, si riposi.

Il vegancrudismo con elevate percentuali di frutta è il massimo a cui si possa (e per chi lo vuole, si debba) aspirare, ma non lo si può improvvisare dalla mattina alla sera.

Non abbia fretta, faccia la transizione con calma, e verrà ampiamente ripagato.

Avanti così

Pietro Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.



150 KG PER 1.75 M DI ALTEZZA: MORTO NEL FISICO E NELL’ANIMA

LETTERA

Ciao, ti scrivo per mio fratello che, da ben 10 anni, fa uso di neurolettici. Attualmente pesa 150 kg per 1.75 di altezza e prende il famoso xeplion da 150 mg che a detta dello psichiatra era l’ultimo arrivato e seroquel 150mg sempre a compresse mattino e sera. 
Nei primi anni assumeva risperdal che lo sedava ma che non gli inibiva la capacità di ragionare.
Oggi, invece con questi ultimi ”arrivi” della medicina, non fa più un ragionamento logico, ha continue allucinazioni e non esce più di casa oltre che gridare per un nonnulla.
Ti lascio immaginare i miei genitori come stanno.
Ho cercato di fargli seguire una alimentazione corretta, tendente al vegano-crudista, ma non collabora. E’ impossibile toglierli i suoi 4 caffè, le sue 20 sigarette al giorno e l’ossessione del cibo.
L’anno scorso, prima di assumere i farmaci suddetti e quando ancora collaborava, l’ho portato da Mariano Loiacono a Foggia, inventore del metodo alla salute, tale metodo prevedeva la partecipazione dei genitori ma a mio padre questo tipo di metodo non piaceva ed abbiamo rinunciato.  
A questo punto non sappiamo cosa fare, mio fratello è a grosso rischio malattie e l’unica, secondo me, soluzione è quella igienistica ma come glielo facciamo capire?    
Sai di qualche Centro a cui rivolgerci?
Per quanto riguarda il tuo libro come lo posso ordinare?
Ti ringrazio per il tempo che mi dedicherai e aspetto una tua cortese

risposta

Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,

e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Grazie anzitutto per l’acquisto del libro e il contributo a questa causa. Ti mando poi in email le coordinate per effettuare l’ordine.

Spuntano farmaci sempre più “nuovi”, “innovativi”, “moderni”, mentre, in realtà, nulla cambia: sono e rimangono molecole demoniache, invasive, veri e propri veleni, che sconquassano il corpo e l’anima, riducendo chi li assume nelle mostruose condizioni psicofisiche di tuo fratello.

Ma come si fa a pensare che sostanze del genere, che ti trasformano così radicalmente, possano guarire i mali dell’anima (che, più spesso con non, sono i mali del corpo fisico, cioè vi è una base organica che è la vera causa del disturbo mentale in atto)?

Il sistema nervoso di tuo fratello, oramai in balia di tutta questa infernale chimica, non può fare altro che “compensare”, indirizzandolo verso eccitanti come il caffè o le sigarette, uniche sostanze che possono dargli solo un sollievo momentaneo, aggravando alla fine la situazione.

Pur non avendolo visto di persona, sono a conoscenza degli ottimi risultati del centro del dott. Loiacono.

Ora, però, la situazione è di una drammaticità estrema.

La soluzione igienista, come tu proponi, è davvero l’unica alternativa possibile. Il problema, però, è, da un lato, farlo “capire” a tuo fratello che si trova naturalmente in uno stato confusionale psicofarmaco-indotto, e, dall’altro, contenere le crisi da dismissione, che possono essere veramente pesantissime.

Unica soluzione possibile: coalizzarvi in famiglia per aiutare vostro fratello, una tutela legale che tenga gli psichiatri alla larga, scalaggio lentissimo dei farmaci, alimentazione vegana, con una transizione molto lenta, con eliminazione immediata di glutine e latticini, le due proteine più infiammanti che si possano assumere.

Navigare a vista, passo dopo passo, giorno dopo giorno.

Tuo fratello, se nulla si farà, è un condannato a morte.

È già morto nell’anima, ora gli psichiatri stanno distruggendo il suo corpo fisico.

Io ci sono.

Forza e coraggio


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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


PSICOFARMACI E DANNI NEUROLOGICI IRREPARABILI

LETTERA

Grazie per la sua risposta.
Le farò a giorni il bonifico.
Con l’occasione volevo chiederle, io sono uno dei tanti ‘pazienti’ caduti nell’inferno della psichiatria.
Oggi dopo mesi di cure inutili, sono riuscito a trovare una dott.ssa meravigliosa che mi ha aiutato a sospendere quel veleno.
Mi chiedo però se 6 mesi di assunzione continuata possano aver creato danni neurologici irreparabili. Perché le assicuro che sto molto peggio ora di 6 mesi fa quando ho iniziato la terapia. Con dei disturbi fisici devastanti che prima non mi sarei neanche sognato di avere. Ero una persona perfettamente integra, ora sembra che il mio corpo sia distrutto.
Volevo sapere se esistono studi che dimostrano tale tossicità e dannosità, e se si, vorrei sapere come posso fare per intraprendere un’azione legale nei confronti del bastardo che mi ha somministrato tali medicine senza che ne avessi un reale bisogno. Ho visto che sul blog si parla anche di assistenza legale, non so bene a cosa si riferisca.
Non le nascondo che ci sono momenti in cui vorrei andare a spaccare la faccia al ‘medico’ che mi ha buttato in questo buco nero e da cui sto faticosamente cercando di venirne fuori.
Intanto la ringrazio per il suo immenso lavoro, che sicuramente darà speranza a molte persone
Saluti

Lettera firmata

RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Grazie anzitutto per l’acquisto del libro e del contributo dato a questa causa.

Rispondo subito alle sue domande:

1) NO! Nessun danno irreparabile: il corpo ha una capacità di autoguarigione sorprendente, quando messo nelle condizioni di farlo. Si può ristabilire una perfetta salute anche dopo anni di psicofarmaci.

2) Tutto ciò che lamenta è la diretta conseguenza dell’assunzione di psicofarmaci, che sono e rimangono sostanze tossiche.

Ora, la prima cosa è stare bene, e lo faccia seguendo i suggerimenti di questo blog e del libro.

Quando starà bene, potremo valutare la sussistenza dei presupposti per un’azione legale.

Tenga conto che sono cause nuove, difficili, pionieristiche, dato che in Italia la Magistratura “pende dalle labbra” della Psichiatria, pur essendo questa una pseudoscienza basata sul nulla.

Forza e coraggio

Pietro Bisanti

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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

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ESCITALOPRAM: NESSUN ORGASMO E FITTE MOSTRUOSE AI TESTICOLI


Salve; posso confermare, purtroppo, quanto esposto in questa breve lettera sugli antidepressivi; per circa tre settimane ho assunto l’Escitalopram, l’unico psicofarmaco che abbia mai preso in vita mia. Farmaco bellissimo, mi dissero tutti, dal medico di famiglia allo psichiatra che me lo prescrisse; non mi parlarono di nessuno degli effetti collaterali e soprattutto, non mi parlarono dell’impotenza. Dopo tre settimane appunto, l’ho sospeso di botto, in quanto capì (era evidente del resto) che era stato il farmaco a rendermi così. Il medico, messo alle strette, alla fine ammise tutto. Gli chiesi perché non me ne parlò prima di prescrivermene l’assunzione e mi ha risposto che, non lo fece, perché sennò c’era il rischio che il farmaco non l’avrei preso. 
Fatto sta che, l’ho sospeso da 8 mesi, ma non sono più tornato come prima. Ogni tanto riesco ad avere qualche erezione, ma durano poco e quasi mai l’orgasmo.
Tra l’altro è una situazione ben peggiore delle semplice impotenza, in quanto si tratta di anorgasmia: senti il bisogno di eiaculare, ma non ci riesci, con fitte ai testicoli e sensazioni sgradevolissime.
Ho 36 anni e non avevo mai avuto problemi di questo tipo. 
Poco tempo fa, preso dalla disperazione, ho anche tentato il suicidio…


RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
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Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Che altro posso aggiungere rispetto a quanto grido a gran voce da ben quattro anni?

La felicità non si trova in un composto chimico al falso sapore d’arancia.

In ogni goccia, compressa, capsula di psicofarmaco tutto è falso, chimico, innaturale… persino il sapore di frutta che a volte gli danno è ricostruito in laboratorio…

E cosa quindi vi aspettate da tali sostanze se non il disastro più totale?

L’unico aspetto positivo è che si guarisce eccome, basta fare le cosa giusta e affidarsi all’unico medico che, gratuitamente, ci conosce e può curarci: il nostro sistema immunitario.

“Cibi puliti-pensieri puliti”: questo è il binomio che ho coniato.

Alimentazione vegana, crudista quanto basta, così come indicato in questo blog e allontanamento, nel limite del possibile, di tutto ciò che non ci fa sentire in armonia con noi stessi.

Ma vi accorgerete che meglio mangerete, migliori saranno i vostri pensieri e il vostro approccio alla vita.

E piano piano tornerà tutto: sorriso, emozioni vere, voglia di affrontare i problemi, erezione e orgasmo.

Ve lo prometto.

Avanti così

Pietro Bisanti

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progetto salvadanaio

Un aiuto concreto alle persone in difficoltà

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