INFERMIERE SPDC IN “CRISI” DOPO AVER LETTO “ASSASSINI IN PILLOLE: LA PSICHIATRIA MODERNA VISTA CON GLI OCCHI DI UN CARABINIERE”

LETTERA

Ciao Pietro, nel pomeriggio di ieri ho iniziato a leggere il tuo libro e circa mezz’ora fa l’ho terminato.
Beh, che dire…innanzitutto che hai raccolto un lavoro, frutto dei tuoi anni di esperienza sul campo e di ricercatore indipendente, come tu stesso affermi, decisamente ricco di informazioni e, per certi versi, davvero inquietante. Io sono infermiere di psichiatria, Spdc, da molti anni e, pur avendo il sospetto che anche gli stessi farmaci fossero la causa scatenante di certe espressioni psicofisiche, non ero in grado di dimostrarlo.

Si vede che hai passione per il tuo lavoro e ami la vita e le persone. Proprio come sono io! Pietro, sei arrivato al momento giusto nella mia vita. 

Sei un sognatore! Proprio come me! Anch’io custodisco l’idea di una comunità come la concepisci tu: niente farmaci, cibo sano, accoglienza e calore umano, e l’esecuzione di attività legate alla spiritualità, alla meditazione e alla musica, il linguaggio universale. Davvero, ci ho pensato più di una volta e seriamente. Ma ad oggi non ho avuto modo di realizzarlo. 

E’ tutto bello quello che sostieni, anche il discorso di contenere la fase acuta in una camera imbottita. Ma, per ora, tuttavia, io devo fare i conti con la mia realtà, che è lontana anni luce dall’idea che abbiamo in comune. Dove esiste l’esatto contrario di quello che vorremmo esistesse. Nonostante ci siano miei colleghi, medici e infermieri, coscienziosi, il “Sistema” impone scelte opposte e il farmaco è il trattamento d’elezione nel mio reparto. La fase acuta prevede anche la contenzione fisica al letto e i pazienti ciondolano per il reparto tutto il tempo in attesa di essere dimessi.

Mi hai messo in crisi Pietro. E ti ringrazio! Ma come devo comportarmi, da oggi stesso, nell’esercizio della mia professione, alla luce di quello che ho appena conosciuto?! Mi sento impotente. 

Sostieni che non capisci come mai gli psichiatri non si rendano conto del legame tra farmaco e peggioramento clinico…chiamiamolo così x ora. Ma sei proprio sicuro che non si rendano conto? 
Comunque, da parte mia, x ora, ho intenzione di “lavorare” per divulgare il tuo libro e per farti venire a ***** per una conferenza. Stai tranquillo che gente se ne trova! Lasciamo passare l’estate… Nel frattempo però mi piacerebbe sentirti prima. Dov’è che fai altre conferenze che vengo a conoscerti?
Grazie Pietro! Anche a nome di quei pazienti per i quali non sono stato in grado di fare di meglio…
Ti abbraccio e spero di vederti presto.

Lettera firmata



RISPOSTA
Buongiorno Anonimo.
Cosa posso aggiungere a questa meravigliosa testimonianza? 
La prossima conferenza, al momento, è programmata a Torino per fine anno, ma molte altre sono in fase di organizzazione.
Sarò lieto di partecipare se riuscirai ad organizzarne una dalle tue parti.
Sono un sognatore… ma a volte i sogni si avverano se ci credi.
Avanti così
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.