MIELODISPLASIA, CRISI ELIMINATIVA E PERENNE STANCHEZZA

LETTERA

Buonasera dottore, sono un ragazzo di 37 anni e da due mesi mi sono avvicinato ad un’alimentazione vegana per cercare di tirarmi fuori da una serie di problematiche legate ad una mielodisplasia che mi causa anemia e tanti problemi digestivi legati al fegato e sopratutto ad un intestino ormai perennemente infiammato.
Credo molto nella capacità di autoguarigione del mio corpo e sto cercando di metterlo nelle migliori condizioni affiché lui mi porti al benessere psicofisico ma sto attraversando una fase del tutto inaspettata. Sono consapevole delle crisi eliminative che un tale cambio di dieta può portare ma dopo questo secondo mese in cui i sintomi sono notevolmente peggiorati sotto l’aspetto della digestione con un conseguente aumento dei battiti a riposo sintomo forse di un surriscaldamento intestinale, ora in quest’ultima settimana sto avendo dei miglioramenti, finalmente non ho più dolori di alcun genere ma tutto ciò anziché tradursi in entusiasmo e voglia di fare mi sta portando stanchezza fisica ma anche mentale con scarsa voglia anche di fare sport e questa cosa per me che ho l’ho sempre fatto anche in questi anni pur stando decisamente peggio di adesso è una cosa assai inaspettata.
Sto cercando di entrare sempre più in sintonia col mio corpo e questo lento spegnersi del fuoco interiore potrei imputarlo ad un deficit calorico visto che attualmente mia alimentazione consiste in due o tre fette di melone al posto dell’ananas, che ho dovuto togliere perché mi procurava bruciori e ferite alla bocca, la mattina a colazione; durante la mattinata niente più appetito arrivando a pranzo in ipoglicemia quando durante la settimana al lavoro mangio una banana (mi crea sonnolenza) mentre il sabato e la domenica a casa lo faccio con un passato di verdure ed un poco di insalata mista; nel pomeriggio un bicchiere di centrifugato ed a cena dell’insalata mista accompagnata con delle patate o a sere alterne dai piselli o fagiolini o fagioli di soia; il pane l’ho tolto accompagnando il pasto, più per un abitudine che per altro, con qualche pezzetto di farinata di ceci.
Leggendo il suo blog apprezzo tantissimo l’approccio con cui tratta i problemi emozionali ed è per questo che vorrei chiedere spiegazione a lei circa questa mia fase; è normale questo calo motivazionale? Mi ritrovo con una parte razionale che sogna tante cose, che fa mille progetti ma che si scontra con una realtà del tutto diversa con un fisico che ora vorrebbe solo riposo. Vorrei ritrovare il benessere fisico ma non a scapito della mia voglia di fare, di cimentarmi in piccole grandi sfide che da buon ciclista amatoriale mi ha portato a scalare tutti i passi dolomitici. La ringrazio molto se potrà avere tempo per rispondermi e consigliarmi. Grazie

Gabriele


RISPOSTA

Buongiorno sig. Gabriele
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.

Pur essendo ogni organismo un mondo a sé, ognuno di noi risponde inequivocabilmente alle stesse Leggi di Madre Natura:

-il corpo non va mai contro se stesso
-il corpo tende sempre all’autoguarigione, allorquando gliene venga data la possibilità
-la malattia arriva solo se serve e dura solo fino a quando serve

Nel suo caso specifico, lei si è avvicinato a un’alimentazione vegana solamente da due mesi, dopo ben 37 anni di continui errori alimentari cinque volte al giorno…

Quello che le sta accadendo è quindi la cosa più normale del mondo, le famose crisi eliminative… il dover stare peggio prima di stare meglio… questo è il modo che ha il corpo di tornare in salute.

Voglio però darle alcuni consigli pratici:

-l’intestino è il fulcro di tutto, e possono volerci anche molti mesi di rigore alimentare per guarirlo

-sicuramente prima riusciva a fare sport grazie a tutte le “stampelle chimiche” dei cibi dopanti ed energizzanti che ora non assume più, e quindi ora il corpo, seppur dotato di “carburante” migliore, deve piano piano ricominciare a capire come utilizzarlo

-un intestino infiammato significa assimilazione ridotta

-farmaci e integratori non vanno d’accordo con un’alimentazione vegana

-la transizione verso un’alimentazione vegana deve essere fatta “a vista”, ascoltandosi giorno dopo giorno. Un intestino infiammato farà fatica a digerire un frutto come una banana. Deve quindi provare su di sé ogni giorno

-deve assolutamente mantenere un’adeguata assunzione di calorie, altrimenti il corpo non ha energia sufficiente per espletare tutte le mansioni che gli richiediamo. In un regime vegano, l’80% delle calorie devono provenire dai carboidrati della frutta. E se la frutta non si riesce ancora a digerire, deve comunque pareggiare il fabbisogno calorico con amidacei come le patate e la zucca, oppure con qualche cereale senza glutine come riso, miglio o quinoa

-via il glutine, in ogni forma, essendo la proteina più infiammante in assoluto

-mantenere la percentuale di calorie giornalmente provenienti dai grassi a non più del 10% del totale per far funzionare bene l’insulina e tutto il sistema endocrino. Questo significa eliminazione di tutti gli oli e una drastica riduzione della frutta secca. Non smetterò mai di ripetere quando sia importante questo aspetto, che è il motivo principale per cui moltissimi vegancrudisti tornano ad un’alimentazione onnivora: sia abbuffano di grassi e non di frutta.

Io stesso, dopo quattro anni di veganismo, ho dovuto sopportare un mostruoso herpes zoester che per ben quattro mesi mi ha devastato il viso, per poi sparire così come era venuto.

Quindi, se il corpo le dice di riposarsi, si riposi.

Il vegancrudismo con elevate percentuali di frutta è il massimo a cui si possa (e per chi lo vuole, si debba) aspirare, ma non lo si può improvvisare dalla mattina alla sera.

Non abbia fretta, faccia la transizione con calma, e verrà ampiamente ripagato.

Avanti così

Pietro Bisanti

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Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.