QUANTA GENTE SI AMMAZZA PER COLPA DEGLI PSICOFARMACI?

LETTERA

Bene,
I telegiornali li seguo e pure piu’ volte al giorno, andando oltre il mio naso!
Grazie per la Sua risposta, ormai mia mamma non c’e’ piu’ e nessuno potra’ restituirmela.

E’ quasi inutile ribadire le conseguenze sui parenti che rimangono dopo un suicidio…non si puo’ immaginare…e’ devastante.

Mi dispiace di non aver letto le sue teorie prima del suicidio.

Magari qualche dubbio mi avrebbe aiutata a poterla, forse, salvare..

La psichiatra e’ di fama e comunque ha ipotizzato una forma bipolare depressione maggiore…troppo poco tempo dalla diagnosi al gesto disperato..tre mesi circa…

Ma mi chiedo come mai ci sono soggetti con disturbo bipolare che convivono con medicine e malattia? Solo la mia mamma non ha potuto farcela?

F.to Rita
RISPOSTA
Buongiorno Rita,
per i lettori nuovi giunti, vds. il mio articolo “PSICOFARMACI E FRENI INIBITORI” per avere un quadro generale della situazione.
Non mi perdo in chiacchiere strappalacrime, avendo io troppo rispetto per il dolore altrui.
Quanto è successo deve essere affrontato, metabolizzato, capito, e bisogna andare avanti. Se non dorme, rimanga sveglia. Se si sente depressa, rimanga depressa.
Non si faccia imbottire a sua volta, curi in maniera maniacale la sua alimentazione in modo tale che il corpo si fortifichi fisicamente, per poter affrontare meglio questo momento.
Di fama o non di fama gli psichiatri sono praticamente quasi tutti uguali: armati di antidepressivi nella mano sinistra e di antipsicotici in quella destra, hanno un solo compito, e cioè quello di ammazzare i sintomi a suon di bombe chimiche, lasciando le cause inalterate.
Dica pure alla sua psichiatra di leggere questo blog, e sono pronto in ogni momento a “rovesciarle” addosso le milioni di testimonianze in tutto il globo di persone rovinate dalla psichiatria, inclusi bambini di dieci anni che si sono impiccati (ma può un bambino di dieci anni riuscire solo a pensare di impiccarsi?).
Rendere giustizia a sua madre significa divulgare il materiale che trova su questo blog, significa rendere consapevoli il maggior numero di persone riguardo a cosa siano veramente gli psicofarmaci.
Ci sarà il giorno in cui finalmente qualcuno partirà, come negli Stati Uniti, con un’azione legale, per trovare finalmente il vero colpevole della morte di un proprio congiunto/amico.
Riguardo alla sua ultima domanda: ognuno di noi è diverso, e risponde diversamente alla chimica introdotta nell’organismo.
Alcune persone continuano ad avere una parvenza di normalità per molti anni, sopportando e non convivendo con i farmaci.
Le posso garantire però, con quello che vedo nel mio lavoro, che anche se chi li prende non si suicida, somministrare psicofarmaci significa far “sopravvivere” le persone e non farle vivere.