Ricerca per:

“PIETRO, SEI UN GRANDE UOMO. FAI ONORE ALLA NAZIONE E ALL’ARMA DEI CARABINIERI”

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post ““HO COMPRATO IL TUO LIBRO, HO LETTO DEL GLUTINE E …“: 

Sono un ragazzo sardo e nel 2000 è iniziato il mio calvario. Ho subito un devastante trattamento a base di neurolettici che mi ha letteralmente compromesso la salute: nausea, vomiti, bava alla bocca, rigidità muscolare, senso totale di appiattimento delle emozioni e sensazioni. I medici dopo che palesemente hanno constatato il mio stato mi hanno sospeso la cura x darmi antidepressivi, antipsicotici, e benzodiazepine ma il mio stato fisico e mentale non ha per niente migliorato e si sono aggiunti tutti gli effetti dei farmaci fra i quali un drastico calo della libido, fotofobia, ipotermia, stipsi,aggressività e paranoia, rushcutanei e un perenne stato di depressione che aumentava simultaneamente dalla somministrazione dell’antidepressivo, come allo stesso modo aumentavano le psicosi in concomitanza con l’uso della quietapina. Dopo svariati anni di pura sofferenza ho deciso di reagire e di documentarmi. Ho incominciato a eseguire ricerche che mi hanno portato a dismettere i veleni che mi stavano annullando fisicamente e mentalmente. Ti ringrazio di cuore Pietro xche’ grazie al tuo libro e prima ancora ai documentari divulgativi cchr ho preso coscienza della mia forza e del mio essere. Ora sono un anno che non assumo più veleni, mi alleno e seguo una dieta sana, la battaglia è appena iniziata perché ancora devo fare i conti con gli effetti a distanza di questi devastanti veleni. Spero che la mia testimonianza possa aiutare tanti che come me hanno vissuto un calvario. Per me Pietro sei un grande uomo e per il tuo lavoro e contributo fai onore alla nazione e all’arma. 


Postato da Anonimo in ALIMENTAZIONE E SALUTE di PIETRO BISANTI alle 27 febbraio 2017 12:01

RISPOSTA

Non aggiungo altro.

La verità può essere osteggiata, anche duramente, ma quando ricevi continui messaggi come questo sai che la strada è quella giusta.

Un augurio di TANTA, TANTA salute.

Avanti così
Pietro Bisanti




QUANDO ANCHE (TANTI) MEDICI COMINCIANO A DIRTI CHE “SEI UNA PERSONA SERIA”, SIGNIFICA CHE SEI VERAMENTE SULLA STRADA GIUSTA

LETTERA

Caro Pietro, permetterai spero che ti dia del tu come ci viene a volte verso un uomo pubblico e verso uomo cosi’diretto come te.

Sono un medico di famiglia romano,vengo però dalla guardia medica, tso ecc.

Ho letto con stupore quanto scrivi, sono rimasto colpito dalla lezione su youtube.

Sono un medico ortodosso, in buona fede.

Non credo nell’equazione prozac-condotte anticonservative. Molti suicidi od omicicd-suicidi potrebbero derivare da sintomi positivi in psicosi vere e proprie…o spunti psicotici in sindromi nevrotiche.

Non c’è solo il calderone della depressione,ma il dist.bopolare, schizofrenia e alcuni suicidi senza substrato psichiatrico puro.


Ma ti scrivo per dirti che i tuoi scritti e la tua lezione su youtube, ripeto, mi hanno colpito in modo favorevole.

Mi hanno fatto molto pensare. C’è un grosso business sugli psicofarmaci, sono una strada veloce ecc.


Ancor prima di aver letto di te sul fattoquotidiano, ho cominciato a prescriverne meno.

Per i pz psicotici la cosa è un po’diversa, ti parlo degli schizofrenici o di alcuni con m. di Alzheimer.


Sicuramente invece per le nevrosi c’è un eccesso prescrittivo.

Ti seguo, ti ringrazio, sei una persona seria, mi hai offerto spunti di riflessione.


Ti chiedo di mantenere riservata quest’email.

Per lo meno il mio nome e cognome.

Grazie

Un Medico

Roma


RISPOSTA
Ciao Dottore,
oltre a ringraziarti per le tue (coraggiose) parole, non posso non evidenziare come riceva in continuazione attestazioni di stima proprio dalla CLASSE MEDICA, che, come ovviamente nel tuo caso, preferisce rimanere anonima.
Se ascolti bene le mie conferenze e leggi bene i miei articoli, NON ho mai affermato che gli psicofarmaci siano l’UNICA causa degli atti di natura violenta contro se stessi e gli altri, ma non si può continuare ad avere le fette di salame sugli occhi.
Una moltitudine di suicidi e omicidi/suicidi avvengono sotto terapie che DOVREBBERO PROPRIO PREVENIRLI.
Tu stesso, da medico, ammetti comunque una SOVRAPRESCRIZIONE di tali molecole.
Io rimango dell’idea che un essere umano debba essere “valutato” in maniera complessiva: prima di somministrare potenti molecole, ascoltiamolo, valutiamo se organicamente sia tutto a posto, accudiamolo, impostiamo un’alimentazione impeccabile, eliminiamo il carico tossico di droghe, alcol, caffè etc…
Ti sembra possibile che se ho un tumore, la prima cosa che un oncologo mi direbbe è di SMETTERE DI FUMARE, mentre nelle psichiatrie vedo invece che tale pratica è persino avallata, con medici che affermano che “i pazienti psichiatrici devono fumare così si calmano”…
Qualcosa va cambiato.
Avanti così
Pietro Bisanti

SANGUE, SANGUE E ANCORA SANGUE CAUSATO DAGLI PSICOFARMACI. CONTINUATE PURE A NEGARE LA REALTA’, MA ESSA NON CAMBIA

 QUESTA E’ LA REALTA’ CHE SI VUOLE CONTINUARE A NASCONDERE E CHE QUESTO PICCOLO UOMO STA PORTANDO ALLA LUCE DOPO ANNI E ANNI DI RICERCA INDIPENDENTE. DOPO AVER LETTO TUTTI I FATTI DI CRONACA, LEGGETE QUESTO MIO ARTICOLO DI QUALCHE ANNO FA. PIETRO BISANTI NON MENTE. AVANTI COSI’    http://pietrobisanti.blogspot.it/2013/03/psicofarmaci-e-suicidio-per-impiccagione.html    

© Fornito da Corriere della Sera. Avrebbe agito in preda a una crisi depressiva Foca Carchedi, 29 anni, studente universitario arrestato lunedì sera con l’accusa di aver ucciso Mario Torchia, 60 anni, ufficiale giudiziario al tribunale di Vibo Valentia e ferito suo figlio. L’omicida è figlio del medico condotto di Francavilla Angitola, comune di duemila anime in provincia di Vibo Valentia. Il giovane soffrirebbe di disturbi psichici. Le due famiglie sono molte conosciute in paese e si frequentavano. Foca Carchedi andava spesso a trovare l’ufficiale giudiziario. Poco dopo le 16 lo studente universitario ha bussato alla porta di casa Torchia e si è diretto nello studio della vittima. Con se aveva un coltello. Avrebbe pronunciato delle frasi sconnesse e poi si sarebbe avventato contro Mario Torchia accoltellandolo in più parti. In quel momento in casa c’era il figlio dell’ufficiale giudiziario. Alle grida del padre il giovane è accorso ed ha cercato di fermare l’omicida. Ha avuto la peggio, però, perché Carchidi ha colpito anche lui al petto, bucandogli un polmone. Il giovane è stato ricoverato al Pugliese di Catanzaro in gravi condizioni.

 

Uccide moglie e tenta suicidarsi a Como

Malato da tempo, ha colpito donna con coltello

(ANSA) – COMO, 17 FEB – Ha ucciso la moglie Anna, di 76 anni, a coltellate e poi Armando Molteni, di 82, da tempo malato e depresso, ha cercato a sua volta di ammazzarsi. E’ accaduto a Como in un appartamento di uno stabile, in via Canturina, dove la consorte è stata trovata priva di vita nel tardo pomeriggio. Il marito, in condizioni gravi, non sarebbe in pericolo di vita. Si sta accertando se anche la donna fosse malata. Le indagini sono condotte dalla polizia.
    La tragedia è stata scoperta dal figlio che non riuscendo a mettersi in contatto con i genitori si è preoccupato ed è andato nella loro abitazione a controllare.

‘Vizio parziale mente’ Pellicanò

Perizia psichiatrica. Se riconosciuto in processo sconto pena


(ANSA) – MILANO, 27 GEN – La perizia psichiatrica su Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario accusato di strage che, nella notte tra l’11 e il 12 giugno scorso, ha svitato il tubo del gas nel suo appartamento causando un’esplosione che ha ucciso l’ex compagna, una coppia di giovani vicini e ha ferito le sue due figlie, ha accertato che l’uomo al momento dei fatti aveva un “vizio parziale di mente”. Non si tratta di un’incapacità totale di intendere e di volere ma il vizio parziale, se riconosciuto nel processo, può portare a uno sconto sulla pena.
    Pellicanò, tra l’altro, ha già confessato davanti al gip, dopo l’arresto del 1 luglio scorso, di aver svitato il tubo del gas causando l’esplosione nella palazzina di via Brioschi.
    L’uomo, nel suo interrogatorio, però, aveva anche spiegato di ricordare quello che aveva fatto solo per fotogrammi, anche a causa degli “psicofarmaci” contro ansia e insonnia che prendeva abitualmente, lui che sarebbe stato affetto anche da una forma di depressione, dopo la separazione dalla compagna.

Uccide la ex compagna e si toglie vita a Parma

Lui 50 anni, lei 43. La donna potrebbe essere stata strangolata

fonte ANSAPARMA

Omicidio-suicidio la scorsa notte in un appartamento alla prima periferia di Parma. Una donna di 43 anni è stata uccisa dal compagno, di 50 anni, che poi si è tolto la vita. I due sono Arianna Rivara e Paolo Cocconi, parmigiani e dipendenti della Barilla. L’omicidio-suicidio, nell’appartamento in via Gibertini nel quartiere San Lazzaro, sarebbe avvenuto poco dopo la mezzanotte. Sono intervenuti i carabinieri, che questa mattina hanno completato i rilievi con l’ausilio della Scientifica. L’appartamento è stato posto sotto sequestro, mentre proseguono le indagini soprattutto per definire modalità e cause della vicenda.
Arianna Rivara potrebbe essere stata strangolata, Paolo Cocconi si sarebbe ucciso con un mix di psicofarmaci. Queste le prime ipotesi sull’omicidio-suicidio. I due avevano interrotto la relazione l’estate scorsa e lui, probabilmente, tentava di riallacciare il rapporto: nell’alloggio è stata trovata una piccola scatola con un anello. Sono stati alcuni vicini a chiedere aiuto al 112, sentendo le urla. Per aprire la porta blindata è stato necessario l’ intervento dei vigili del fuoco: i corpi erano sul pavimento. L’ ipotesi è che il rifiuto di lei abbia scatenato l’ira di Cocconi, che lascia una figlia. I vicini ricordano l’uomo come un “signore perbene”, “una persona normalissima”, con vari amici.
E, solo due mesi fa, Arianna Rivara, aveva fatto un post su Fb: “No alla violenza sulle donne”. Lo aveva fatto in occasione della Giornata mondiale, listando di bianco e rosso la propria foto-profilo – Arianna Rivara, la donna di 43 anni uccisa la scorsa notte dall’ex compagno Paolo Cocconi, cinquantenne, nell’appartamento di lui in via Gibertini a Parma.
Appena un mese fa Parma era stata scossa dal duplice delitto di Luca Manici, alias Kelly, transessuale di 47 anni, e Gabriela Altamirano, donna argentina di 45, i cui corpi erano stati trovati in un club a luci rosse a San Prospero, alle porte della città. Per quella vicenda sono stati arrestati dalla Polizia l’ex compagno della sudamericana e il figlio.

Tragedia a Padula, 45enne si lancia dal balcone con il figlio di 3 anni: morti sul colpo A provocare il folle gesto, forse, una lite con la compagna e i suoi problemi di salute: fatale l’impatto al suolo

100
    Forse una lite con la compagna, o forse i problemi di salute che recentemente lo affliggevano, hanno spinto un uomo di 45 anni, residente a Padula, in provincia di Salerno, a gettarsi dal balcone della sua abitazione assieme a suo figlio, di appena 3 anni. Una tragedia consumatasi nella notte, in via Tenente D’Amato, nelle vicinanze di Piazza Umberto I, nel pieno centro storico della città della Certosa: l’uomo, di professione infermiere, e il piccolo sono morti quasi immediatamente, per le lesioni provocate dal violento impatto con il suolo. Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri e i Vigili del fuoco del comando di Sala Consilina. I militari hanno già avviato un’indagine per accertare le cause che hanno portato all’omicidio-suicidio.

    Il dramma nella notte

    Secondo le prime ricostruzioni, il quarantacinquenne, la sera del dramma, avrebbe dormito a casa di sua madre, la quale risiede nella stessa palazzina dove si trova la casa nella quale l’infermiere risiedeva con la sua famiglia. Dopo un acceso litigio con la moglie, l’uomo avrebbe aspettato che questa si addormentasse, prelevando poi il bimbo, anch’esso addormentato, e compiere il tragico gesto, lanciandosi nel vuoto per diversi metri, prima di impattare sull’asfalto sottostante. Inutile il pur tempestivo intervento di due ambulanze del 118, le quali non hanno potuto che constatare il decesso del bambino e di suo padre.

    Indagini in corso


    Sono attualmente in corso le indagini delle Forze dell’ordine, per tentare di stabilire le motivazioni alla base del folle atto dell’uomo. Stando alle prime informazioni, negli ultimi tempi, avrebbe attraversato un momento di grande difficoltà emotiva, coincisa con un forte stato di depressione. A quanto sembra, le condizioni attuali dell’uomo, le quali avrebbero causato la tragedia, sarebbero da attribuire al suo stato di salute.

    Silvi, si toglie la vita a 31 anni

    Adv


    Si è tolto la vita a 31 anni nel bagno della sua abitazione.
    Evento drammatico nel tardo pomeriggio a Silvi, con un giovane, S.G. che ha deciso di togliersi la vita, impiccandosi. Sul posto 118 e carabinieri della locale stazione. A quanto pare soffriva di crisi depressive

    Non trova lavoro: si toglie la vita a 56 anni. Trovato dalla moglie 7/33

     

    © Ansa UDINE  – Non ce l’ha fatta a sopportare il peso dell’esistenza: senza lavoro, che cercava ogni giorno senza riuscire a trovarlo, frustrato, abbattuto, un uomo di 56 anni è caduto in depressione e si è ucciso. A trovare il suo corpo in fin di vita, nella serata di ieri, martedì 17 gennaio, in un paese del Medio Friuli, dove tutti si conoscono e cercano di darsi una mano, è stata la donna che gli è stata accanto da quando si erano innamorati, da ragazzi, che aveva sposato e con cui condivideva angosce e fantasmi: l’ansia, la paura di futuro incerto. Sua moglie.
    Il mostro della depressione, sordo, silenzioso, tremendo, lo cattura, o fa suo, nel buio di una notte gelida, piena di vento. L’uomo, molto conosciuto e amato nel suo paese, non ce la fa: non vede altro che un tunnel buio, senza scampo. Prende una corda e si impicca, nella casa dove ha vissuto con la sua famiglia per anni. Mura domestiche piene di bei ricordi, ma che in quel momento non ce la fa a portare a galla. La moglie sa che sta male, gli sta accanto, cerca di non perderlo di vista un attimo. Ma chi sta male non ce la fa a sopportare il dolore. La donna rientra dopo una veloce commissione. Lui respira ancora. Allora, nella disperazione, è lotta contro il tempo: amulanze, soccorsi. Niente da fare. Il 56enne non ce la fa. Muore nella notte. Quando fa giorno è lutto, in tutto il paese
    Temeva di perdere il lavoro, insegnante precaria si uccide

    Ancora un drammatico suicidio nel Cagliaritano. Una donna di soli 49 anni si è suicidata a San Vito: era una professoressa, con un figlio di appena 8 anni. Lo scrive castedduonline.it
    Si è tolta la vita impiccandosi nel giardino dei genitori, in una tragedia che sta gettando nello sgomento tutto il Sarrabus. Inutile è stato l’intervento dell’ambulanza del 118, accorsa sul posto come vedete nella foto. Un dramma inspiegabile, dovuto al fatto che la donna era in depressione da alcuni mesi a causa di motivi professionali. Stando ai primi accertamenti e alle testimonianze, la donna nel suo stato depressivo aveva paura di perdere il lavoro di insegnante precaria o di essere trasferita con la riforma della scuola disposta dal governo. La donna era tra le ultime in graduatoria, insegnava in una scuola superiore della zona, pare stesse davvero rischiando di perdere il lavoro. La sua diventa una storia simbolo, in tutta Italia, della disperazione di tanti insegnanti precari: in questo caso ha scelto il peggiore dei modi, arrendendosi all’angoscia. Anche il marito, straziato dal dolore, è un insegnante.
    Confessa la madre che ha ucciso le due figlie: le ho soffocate 28/31

    Rai News
     
    “Ho ucciso le mie due bambine soffocandole con le mie mani. La candeggina non c’entra niente. L’ho usata per me perché volevo morire con loro, ma non ci sono riuscita”.
    Gela, donna uccide le figlie e poi tenta il suicidio (Lapresse)© Fornito da Rai News Gela, donna uccide le figlie e poi tenta il suicidio (Lapresse) Ha confessato così, in un pianto dirotto, il suo duplice delitto Giuseppa Savatta, la donna 41enne di Gela, interrogata oggi dal procuratore, Fernando Asaro, e dal “sostituto”, Monia Di Marco, nel suo letto dell’ospedale “Vittorio Emanuele” dove si trova ricoverata e piantonata dai carabinieri, in stato di arresto.
    La donna ha ammesso che la situazione era tutt’altro che rosea con il marito e che i rapporti soprattutto negli ultimi tempi erano tesi. Ma la causa dell’insano gesto sarebbe da ricercare nella depressione, di cui sembra sia affetta da anni. Ha anche riferito che il suo obiettivo era quello di proteggere le sue figlie, da tutto e tutti. “Ero – ha affermato – molto preoccupata per loro”.
    Intanto, dopo la notifica dell’arresto, è stata fissata per domani la convalida davanti al Gip Lirio Conti. La donna è assistita dall’avvocato Pietro Pistone.
     E’ stata la stessa Savatta, insegnante di sostegno in una scuola media, a volere chiarire la dinamica dei fatti. Tra molti vuoti, tanti “non ricordo bene” e in uno stato psichico ancora confuso, tra le lacrime avrebbe raccontato ai magistrati che amava follemente le proprie figlie, Maria Sofia di 9 anni, e Gaia di 7, perché erano il suo vero e unico amore. Voleva stare sempre con loro ma temeva di perderle.
       Avrebbe precisato che la crisi nel rapporto col marito non sarebbe stata determinante nella decisione di sopprimere le due figlie. Ieri, intorno a mezzogiorno, non sa come né perché, approfittando di averle in casa per le vacanze, ancora in
    pigiama le avrebbe abbracciate e, a una a una, strangolate. Poi, resasi conto di quello che aveva fatto, avrebbe tentato di uccidersi vicino alle figlie bevendo e versandosi addosso una notevole quantità di candeggina, per poi cercare d’impiccarsi nel bagno con il flessibile della doccia. L’arrivo del marito, Vincenzo Trainito, 48 anni, ingegnere e insegnante, le avrebbe impedito di portare a compimento il gesto.

     

    Crisi, imprenditore 60enne suicida in azienda. Aveva 20.000 euro di debiti con Equitalia

      Tragedia a Scandicci (Firenze) dove il titolare di una piccola azienda si è tolto la vita impiccandosi all’interno dei locali della sua ditta. Secondo quanto spiegato dai carabinieri, l’uomo, 60enne, soffriva di depressione, e aveva un debito di circa 20 mila euro legato alla sua attività imprenditoriale. A trovare il cadavere, questa mattina intorno alle 10,30, è stato il socio. Il pm di turno ha disposto l’autopsia. Sempre secondo quanto spiegato dai carabinieri, oggi l’imprenditore si sarebbe dovuto recare insieme al socio a un appuntamento per discutere con Equitalia la rateizzazione del debito di 20 mila euro. In base a quanto appreso, avrebbe lasciato un biglietto di scuse per i familiari, in cui non ci sarebbero però riferimenti alla sua situazione debitoria.

      Torino, ragazza si uccide tagliandosi la gola al supermercato

      E’ successo poco dopo le 10 di stamattina alle casse. La 25enne, in coda con la madre, ha preso una scatoletta e si è sgozzata col coperchio. Soffriva di grave depressione

       
      Burolo (Torino), 4 febbraio 2017 – Orrore al centro commerciale: una ragazza si è tolta la vita alle casse, davanti a centinaia di persone, tra cui la madre. E’ successo al Carrefour di Burolo (Torino) poco dopo le dieci di questa mattina – ovvero il momento di maggior afflusso per le spese settimanali. La giovane, 25 anni, si trovava in fila alle casse quando improvvisamente è caduta a terra in un lago di sangue: si era tagliata la gola con il coperchio di una scatoletta metallica. Pare che la ragazza –  una 25enne residente a Bollengo (Torino)  – fosse in cura per una grave depressione.
      Pare che la donna prima di commettere il gesto estremo avesse avuto una discussione. Drammatica la sequenza: la giovane, insieme alla madre, era in coda alla cassa numero 17 quando ha preso dal carrello una scatoletta di tonno, l’ha aperta e con il coperchio metallico si è tagliata la gola. Due medici che si trovavano all’interno del supermercato hanno immediatamente prestato soccorso alla ragazza che, nel giro di pochi minuti, è deceduta. Il corpo verrà portato alla medicina legale di Strambino a disposizione della Procura di Ivrea. Il centro commerciale è rimasto aperto. All’interno, con dei teli neri, i carabinieri hanno transennato l’area delle casse dove è avvenuto l’episodio.

       

       

      “HO COMPRATO IL TUO LIBRO, HO LETTO DEL GLUTINE E HO CAPITO DA DOVE ARRIVA LA MIA ANSIA”. PSICHIATRI, FATEVENE UNA RAGIONE, LA VERITA’ LA DICO IO

      DALLA CHAT DI “FACEBOOK”

      Ciao ho comprato oggi il tuo libro tramite eBooks e devo dire è molto interessante. 
      Una cosa che mi ha colpito, che ho testato sul mio corpo, è che anche il glutine può influire tanto con stati d’ansia ecc
      Come è possibile tutto questo secondo te?

      Michele L.

      RISPOSTA
      Buongiorno Michele,
      e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.


      Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
      Veniamo a noi…
      Il glutine è una proteina contenuta all’interno della maggior parte dei cereali (frumento, in primis).
      La sua principale funzione è di dare consistenza e gonfiore ai prodotti finali, che sia un panino o una torta.
      Già i cereali in sé sono un cibo altamente incompatibile con il corpo umano: che lo vogliate o no, non siamo granivori, non siamo uccelli, non possiamo digerire i semi senza doverli cuocere a 100 gradi per diverse decine di minuti.
      ll “cereale”, che altro non è che il seme della pianta (così come per i legumi), è pieno zeppo di antinutrienti, unica difesa per non essere digerito.
      All’interno del corpo umano, TUTTI i cereali e i legumi, ma soprattutto i cereali con glutine, scatenano delle reazioni autoimmuni, poiché il nostro corpo li riconosce come “invasori” da combattere.
      Da qui, infiammazioni a catena e problemi tanto di tipo fisico quanto di tipo mentale (e la differenza non c’è, in quanto il problema mentale deriva da uno FISICO, l’infiammazione).
      Il glutine, da solo, può rovinare la salute mentale di un essere umano: depressioni, ansie, sbalzi d’umore, persino psicosi e allucinazioni.
      Per chi si ostina a pensare che l’alimentazione nulla abbia a che vedere con la salute mentale, ripeto il mio “mantra”: SVEGLIATEVI.
      Avanti così
      Pietro Bisanti
      Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra.

      Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
      Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pbisant@hotmail.com
      Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra.
      Per tutti: con la funzione “ricerca google” in alto a destra, potete inserire delle parole da ricercare (ad esempio “psicofarmaci e suicidio”, “prozac” etc…) in modo tale che vengano ricercati gli articoli relativi all’argomento desiderato.
      Per tutti: mi trovate su “FACEBOOK” con il mio nome Pietro Bisanti
      ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU’ EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E’ PREGATO DI SEGNALARLO
      ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG “ALIMENTAZIONE E SALUTE”. LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
      Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
      Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
      In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
      SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

      Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

      PSICOSI A SEGUITO DI USO DI STEROIDI ANABOLIZZANTI E MIGLIORAMENTO MOSTRUOSO GRAZIE ALL’ALIMENTAZIONE. ORA DOBBIAMO TAGLIARE LE CATENE DELLO XEPLION E DELLA PSICHIATRIA

      LETTERA
      Salve Maresciallo Bisanti, le faccio i miei più sinceri complimenti per la battaglia che porta avanti e per il suo blog che visito regolarmente da circa un anno. Desidero avere gentilmente se possibile delle delucidazioni riguardo la mia situazione che le espongo cercando di essere il più sincero e preciso possibile non omettendo nulla.
      Il mio nome è ***** ho **** anni e risiedo nella provincia di *****, a **** anni in seguito all’abuso di sostanze dopanti (steroidi anabolizzanti) e loro brusca dismissione a Settembre 2012, ho avuto un TSO nel febbraio 2013 per un episodio psicotico acuto.
      La terapia che mi somministrano è lo Xeplion (inizialmente in dosaggio da 100mg e attualmente dopo molte mie lamentele riguardo la lunga lista di effetti collaterali come apatia, difficoltà di concentrazione, scarso desiderio sessuale mi hanno portato a 50mg).
      Sono perfettamente consapevole di essermi cacciato in questo problema con le mie stesse mani trattando il corpo come un sacco dell’immondizia (steroidi, tonnellate di carne e pesce e uova integratori alimentari insomma tutto quello che NON si deve fare se l’obbiettivo sia la salute).
      Dopo il TSO di febbraio 2013 ne ho avuti altri due (Aprile 2013, Settembre 2013) in forma volontaria ed in questi casi il malessere è stato notevolmente minore rispetto all’episodio che mi ha portato al TSO.
      Le preciso che fortunatamente da Agosto 2012 non ho più abusato né di steroidi né tantomeno di integratori, e da Gennaio 2016 ho cambiato (grazie alla lettura del Suo Blog) abitudini alimentari escludendo glutine e latticini ed eliminando totalmente carne e pesce (sempre gradualmente per non scatenare detox troppo forti).
      Di pari passo alla diminuzione delle proteine di origine animale (l’unica fonte rimasta è l’albume d’uovo che sto eliminando) ho aumentato sempre gradualmente il consumo di frutta e verdura (la frutta sempre lontana dai pasti).
      I miglioramenti sono stati notevoli più lucidità, minor stanchezza ma mi rendo perfettamente conto che avendo ancora una potente e ottundente sostanza di totale sintesi chimica, sono ancora ben lontano dall’essere la persona che ero prima dell’abuso degli steroidi (ossia una persona con ottima propensione allo studio, ottimo musicista, allegro).
      Il mio scetticismo nasce da due conversazioni avute recentemente con la psichiatra e il direttore del dsm dove sono in cura. La psichiatra dopo mie ripetute domande sulla durata della cura alle quali ricevevo sempre rispose evasive (del tipo la cura è ancora necessaria), mi ha fatto un discorso dal mio punto di vista che sa al quanto di terrorismo psicologico.
      Mi ha detto testualmente: vede, dismettere il farmaco sarebbe rischioso in quanto non sappiamo come lei potrebbe reagire ad eventi particolarmente stressanti della vita facendomi come esempio la morte dei miei genitori.
      Questo discorso secondo il mio punto di vista non ha molto senso, in quanto ritengo che una persona abbia tutto il diritto di vivere le emozioni che la vita ci fa provare piuttosto che non provarne alcuna. Il direttore del centro che ho incontrato recentemente per caso mi ha detto che il farmaco è prenderlo per sempre.
      Io questo mese ritirerò la cartella clinica per vedere nel dettaglio la situazione. Trovo assurdo che mi sia lasciato faticosamente una tossicodipendenza alle spalle (Lei sicuramente da tutore della legge saprà sicuramente quanto sia dura uscire fuori definitivamente dal tunnel della droga) e ora dopo quattro anni di “presunta cura” mi prospettino un futuro di terapia a vita.
      Le chiedo gentilmente se può fornirmi informazioni per acquistare e ricevere il suo libro Assassini in pillole in formato elettronico e se può cortesemente fornirmi assistenza per uscire da questa situazione (non navigo nell’oro ma posso comunque contribuire in maniera adeguata). Se può essere utile ad altre persone si ritenga libero di pubblicare la mia testimonianza (omettendo i dati sensibili). La ringrazio anticipatamente per il suo preziosissimo tempo dedicatomi. Attendo Sue notizie. Un saluto con Grande stima.
       Le lascio il mio recapito cellulare per eventuali contatti *******
      Lettera firmata
      RISPOSTA
      Buongiorno Anonimo,

      e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.

      Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
      Veniamo a noi…

      La prima cosa che mi viene da dirle è questa: “COSI’ SI FA”.

      Lei si è rovinato con le sue stesse mani, ma ha preso cognizione del problema e sta portando avanti tutte le contromosse.

      Senza piagnistei, senza lamentele, senza scuse, senza dare la colpa alla ombre.

      Andiamo avanti così con l’alimentazione.

      Ora le mando le coordinate per acquistare il libro.

      Lo legga attentamente.

      Interverrò in suo aiuto come faccio con tutti, perché senza un aiuto esterno valido non ho dubbi che non glieli toglieranno MAI e poi MAI i farmaci, mentre lei ha il DIRITTO di riappropriarsi della sua vita (e questo non potrà mai accadere sotto quella merda chimica chiamata “Xeplion”).

      Come sempre il mio intervento sarà gratuito, perché io credo in quello che faccio.

      Se potrà/vorrà contribuire a questo blog, sarà libero di fare una donazione, che dovrà partire dal suo cuore.

      Ci sentiamo in privato.

      Avanti così
      Pietro Bisanti

      Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra.


      Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
      Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pbisant@hotmail.com
      Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra.
      Per tutti: con la funzione “ricerca google” in alto a destra, potete inserire delle parole da ricercare (ad esempio “psicofarmaci e suicidio”, “prozac” etc…) in modo tale che vengano ricercati gli articoli relativi all’argomento desiderato.
      Per tutti: mi trovate su “FACEBOOK” con il mio nome Pietro Bisanti
      ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU’ EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E’ PREGATO DI SEGNALARLO
      ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG “ALIMENTAZIONE E SALUTE”. LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
      Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
      Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
      In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
      SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

      Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

      UN’ANSIA SPAVENTOSA CHE NON RIESCO A FAR ANDAR VIA NE’ CON I FARMACI NE’ CON SOLUZIONI ALTERNATIVE

      LETTERA

      Ciao, sono venuto a conoscenza del tuo blog in seguito alla mia situazione disperata. Mi chiamo Ivan, e soffro di ansia da 10 anni, dalla fine della terza media. Da allora sono rimasto un anno chiuso in casa perchè soffrivo di agorafobia, poi ho ricominciato ad uscire, e da lì a questa parte ho convissuto con l’ansia svolgendo una vita estremamente limitata (non ho mai fatto un viaggio per i fatti miei). Ho tentato due volte il percorso farmaceutico prima con il citalopram, poi con l’escitalopram, abbandonati entrambe le volte per effetti collaterali sedativi, avevo una gran sonnolenza ed astenia, e mi spaventai preoccupandomi di “rimanerci”. Attualmente sono di nuovo in fase grave, faccio fatica ad uscire di casa che l’ansia mi somatizza nella gola e mi vien da vomitare. Le soluzioni alternative come tecniche energetiche, omeopatie e simili le ho provate, per quanto efficaci non sono utili nel mio caso di ansia radicata. Mi piacerebbe un tuo parere. Ti ringrazio per l’attenzione, e ti saluto!

      Ivan
       
       
      RISPOSTA
       
      Buongiorno Ivan,
      e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
      Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
      Veniamo a noi…

      Permettimi con una punta di orgoglio di dirti che sei finalmente arrivato nel posto giusto, e stai parlando finalmente con la persona giusta.

      Ora questa situazione, se ti impegnerai, la risolveremo una volta e per tutte.

      Al di là di qualunque problema di natura psicologica che possa esserti capitato (e dubito, dato il contenuto della tua mail, che ti sei capitato chissà che cosa di così sconvolgente) ora quello che dobbiamo fare è “sistemare” il tuo lato organico.

      In pratica, come avrai avuto modo di leggere nel blog, sono fermamente convinto (e ne ho riscontri tutti i giorni) che le manifestazioni di natura psichiatria, dalla più “piccola” alla più “grande”, molto spesso altro non siano che “normali” conseguenze del continuo maltrattamento, soprattutto alimentare, a cui sottoponiamo ogni giorno il nostro corpo, che al posto di essere trattato come una reliquia, viene considerato alla stregua di un sacco dell’immondizia, ove sia possibile infilarci di tutto senza conseguenze.

      E invece le conseguenze arrivano, non soltanto in campo “fisico”, e cioè magari con un tumore o un’artrite reumatoide, ma anche in campo “psicologico”, con tutta una sintomatologia di natura psichiatrica che differisce da persona a persona.

      Ho scritto “psicologico” tra virgolette perché, in realtà, le manifestazioni sembrano psicologiche solo perché non toccabili o esaminabili come una psoriasi ad esempio, ma in realtà sono più FISICHE di quanto uno non possa pensare.

      Il cervello rimane un organo come un altro, fatto di carne e sangue, e il nutrimento che gli arriva deve essere corretto e di qualità, altrimenti esso farà capire che qualcosa non va nell’unico modo possibile: lo squilibrio mentale.

      Quindi, ecco il piano di battaglia:

      1) Acquistare immediatamente il mio libro “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere”. Non divento certo ricco vendendoti un libro, ma a te permetterà di capire finalmente in chiave igienista come funziona il corpo umano e come lo si mantiene in salute.
      2) Leggere ATTENTAMENTE questo vademecum che spiega ESATTAMENTE come ripristinare la salute quando si è in terapia psichiatrica http://pietrobisanti.blogspot.it/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html, e potrai seguire il piano alimentare ivi esposto.

       

      Io ci sono
      Pietro Bisanti

      Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra.


      Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
      Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pbisant@hotmail.com
      Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra.
      Per tutti: con la funzione “ricerca google” in alto a destra, potete inserire delle parole da ricercare (ad esempio “psicofarmaci e suicidio”, “prozac” etc…) in modo tale che vengano ricercati gli articoli relativi all’argomento desiderato.
      Per tutti: mi trovate su “FACEBOOK” con il mio nome Pietro Bisanti
      ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU’ EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E’ PREGATO DI SEGNALARLO
      ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG “ALIMENTAZIONE E SALUTE”. LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
      Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
      Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
      In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
      SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

      Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

       
       
       
       
       
       
       
       

      SI TAGLIA LA GOLA AL SUPERMERCATO: A CHI MI DAVA DEL CIARLATANO, SI PREPARI, PERCHE’ QUESTO E’ SOLO L’INIZIO

      Torino, si taglia la gola al supermercato con il coperchio di una scatoletta: ragazza muore dissanguata

      Tragedia al centro commerciale Carrefour di Burolo (Torino) dove questa mattina, poco dopo le dieci, una ragazza si è tolta la vita tagliandosi la gola con il coperchio di una scatoletta metallica. È avvenuto nei pressi delle casse, di fronte a centinaia di persone. La giovane, che si trovava in coda insieme alla madre alla cassa 17, ha preso improvvisamente la scatoletta e dopo aver tolto il coperchio si è inferta le ferite letali alla gola. Due medici che si trovavano all’interno del supermercato le hanno immediatamente prestato soccorso, tamponando la ferita. Ma nel giro di pochi minuti, la giovane è deceduta.

      La ragazza, una 25enne residente a Bollengo (Torino), era in cura per una grave depressione. Il centro commerciale è rimasto aperto. All’interno, con dei teli neri, i carabinieri della compagnia di Ivrea hanno transennato l’area delle casse dove è avvenuto l’episodio. Il corpo della 25enne verrà portato alla medicina legale di Strambino a disposizione della Procura di Ivrea.

      COMMENTO
      Prepariamoci tutti. Questo è il futuro che ci attende.
      Sempre più suicidi/omicidi “inspiegabili”.
      Inspiegabili, sì, solo per chi continua a tenere le fette di salame sugli occhi.
      Gli psicofarmaci stanno trasformando la nostra società in un mondo di zombie senz’anima.
      Nessuna persona depressa si uccide con una scatoletta di metallo in un supermercato.
      NESSUNA
      Pietro Bisanti
       

      TUTTI TORNANO DA PIETRO BISANTI… NON PRIMA DI AVER FATTO UNA CAZZATA VIA L’ALTRA GIOCANDO CON I FARMACI.

      LETTERA
       
      Buongiorno Pietro,
      come sta? Spero bene!
       
      Si ricorda di me? Nell’aprile del 2014 ci scambiammo una serie di mail dove le raccontai la mia storia.
       
      In quei mesi nei quali le scrissi stavo tentando di smettere con l’Abilify… beh, le sto riscrivendo perché vorrei un suo consiglio, una seconda volta se mi è concesso (tra l’altro non mi feci più viva e mi scuso perché cmq ricominciai a prendere l’Abilify, cioè il tentativo di smettere fu vano… mi lasciai convincere a riprenderlo ma questa volta non voglio).
       
      Il fatto è che due giorni prima aver parlato con una nutrizionista ho dimenticato di prendere i farmaci. Poi vado da questa nutrizionista perché volevo consigli alimentari e questa tizia mi dice che cmq l’Abilify fa ingrassare e che dopo 10 anni che lo prendo (ahimè sono dieci anni) il corpo non ne ha effetti positivi (dubbio che avevo).
       
      Ora io lo so che una nutrizionista non è uno psichiatra ma potrà capire il dubbio che mi è rimasto se cmq una persona laureata bene o male in “sostanze nutritive e in sostanze in generale” mi ha fatto un discorso simile.
       
      Cosi ho continuato a non prenderli senza dirlo al dottore.(Lo so che ho sbagliato a non scalarli ma ho “cavalcato l’onda e ad oggi sono dieci giorni e le dirò, sto bene… sono solo un po’ irritabile…) 
       
      Nel frattempo ho visto la psicoterapeuta a cui invece l’ho detto che ha insistito perché io lo dicessi al dottore ma io non so che fare. Ho paura che mi convincano a riprenderli e così io non mi libererò mai dagli psicofarmaci. Io mi sento di star bene! Cosa ne dice? Secondo lei sarebbe più saggio per me fingere di prenderli??
      Spero che mi risponderà.
       
      La ringrazio per l’attenzione e mi scuso ancora se anni fa sono sparita nel nulla.
       
      Lettera firmata 
       
       
      RISPOSTA
       
      Buongiorno Anonima,
      e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
      Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
      Veniamo a noi…

      Mi perdoni se potrò sembrarle duro, ma penso che dirsi le cose “in faccia” sia la più grande forma di rispetto reciproca.

      Chiedermi informazioni, ottenerle come sempre gratuitamente per poi sparire nel nulla e fare l’esatto contrario, sbattere nuovamente la testa dopo aver chiesto consulti a mezzo mondo per poi ritornare da me perché tutto ciò non ha funzionato non mi sembra molto educato non trova?

      Io le ho donato il mio tempo, le ho detto cosa avrebbe dovuto fare, non lo ha fatto né a livello di uno scalaggio intelligente né tantomeno in un cambio deciso e vigoroso di alimentazione.

      E ora chiede a me se è giusto fingere di prendere i farmaci?

      Ma lei si rende conto della domanda che mi sta facendo?

      Vuole il mio parere sincero?

      Sta facendo una cagata via l’altra, sta giocando con farmaci pericolosi e con la sua vita.

      Ora si sente “bene” perché ha alleggerito il carico tossico del farmaco ma non sono ancora scattati gli effetti da dismissione, che, mi creda, arriveranno ben prima di quanto pensa.

      Sta commettendo una idiozia galattica ad aver tolto tutto di botto, oltretutto senza nessun cambio di stile di vita/alimentare.

      Io, fossi in lei, mi fionderei a riprendere i farmaci, per poi scalarli correttamente, affiancando uno stile di vita/alimentare come “predico” da anni.

      La smetta di comportarsi come una bambina dell’asilo e SI SVEGLI.

      Io sono qui per darle il mio aiuto, ma lei deve piantarla di agire di impulso, senza ragionare.

      Pietro Bisanti
      Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra.


      Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
      Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pbisant@hotmail.com
      Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra.
      Per tutti: con la funzione “ricerca google” in alto a destra, potete inserire delle parole da ricercare (ad esempio “psicofarmaci e suicidio”, “prozac” etc…) in modo tale che vengano ricercati gli articoli relativi all’argomento desiderato.
      Per tutti: mi trovate su “FACEBOOK” con il mio nome Pietro Bisanti
      ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU’ EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E’ PREGATO DI SEGNALARLO
      ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG “ALIMENTAZIONE E SALUTE”. LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
      Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
      Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
      In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
      SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

      Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

       

      MI RITIRANO LA PATENTE PER GUIDA SOTTO STUPEFACENTI. DO DI MATTO, MI RIEMPIONO DI XEPLION E ORA HO PURE LA PENSIONE DI INVALIDITA’. VOI E LE VOSTRE CANNE DI MERDA!

      LETTERA
       
      Salve Sig. Bisanti,
      sono venuto a conoscenza del suo blog questa mattina e voglio presentarle la mia testimonianza. 
       
      Ho 33 anni, e miei problemi riguardanti l’uso di psicofarmaci sono cominciati nell’agosto del 2014. Ho subito un verbale riguardo l’uso di sostanza psicotropa accertata alla guida e da lì è iniziato il mio calvario. Nel giro di una settimana sono stato ricoverato in regime di tso per 14 giorni, semplicemente perché non accettavo la sospensione della patente visto che ero consapevole di non aver fatto uso di sostanze durante la guida.
       
      Purtroppo a mie spese ho preso atto delle gravi lacune giuridiche in termini di giustizia relative alla nostra legislazione. E’ in atto perfino un processo penale ed io sono a tutt’oggi con la patente sospesa: non sono stato ritenuto idoneo alla seconda revisione, avvenuta la scorsa estate, per via della perizia psichiatrica. Tutto questo in me ha comportato un grandissimo scompenso dal punto di vista nervoso perché progressivamente ho perso i miei contatti, la mia vita sociale e la possibilità di lavorare. 
       
      La mia situazione di instabilità è sfociata in varie crisi e manifestazioni di violenza verbale in casa e purtroppo lo scorso anno sono stato ricoverato due volte, nei mesi di giugno e agosto, questa volta in entrambi i casi sotto forma volontaria.  Una volta tornato a casa il centro di salute mentale ha iniziato a somministrarmi una terapia farmacologica con Xeplion 150 mg, depakin ed en. Io in quel momento non ho saputo oppormi, e seppur essenzialmente contrario ai farmaci, ho accettato questa terapia anche per calmierare la situazione con i miei genitori e “sperando” in una situazione temporanea. Mai speranza fu più vana. 
       
      Purtroppo non avevo minimamente considerato i reali effetti dello xeplion e facendo un grave errore visto che mi sono documentato soltanto adesso sulla tossicità di questo antipsicotico. Mi vedo costretto a confermare tutti gli effetti riportati, da chi lo assume, sul suo blog: apatia, incapacità di provare emozioni, mancanza di concentrazione, progressiva chiusura in se stessi e forte aumento di peso.
       
      Sono 5 mesi che prendo questo farmaco e martedì avrò l’ennesimo richiamo per la puntura. 
      Devo confessarle che non sto più prendendo da tempo né depakin né en, perché mi sentivo eccessivamente sedato e avulso da emozioni vere. 
       
      Non ne ho parlato con la psichiatra di riferimento perché non mi sento particolarmente ascoltato. Il nostro rapporto è iniziato nell’estate 2014, in seguito al tso, e ricordo che all’inizio mi ero sempre fermamente opposto all’uso di farmaci e le nostre sedute sono andate avanti con cadenza mensile fino appunto a settembre scorso, dove ho accettato il trattamento col farmaco. 
       
      A questo punto mi chiedo come posso liberarmi nel più breve tempo possibile da questo veleno che mi iniettano?
       
      Dovrei parlargliene ma ho il timore di non venir ascoltato e che in qualche modo mi venga imposto. Lei mi suggerisce prima di ricorrere alle vie legali, magari se possibile avere anche una consulenza tramite il suo staff e poi con la lettera di un legale affrontare la psichiatra direttamente?
       
      Mi rendo conto di dover mantenere più calma possibile e al contempo far rispettare i miei diritti, ma non so bene direttamente come muovermi in tal senso e data la sua esperienza mi auguro mi possa consigliare al meglio sul come interrompere questo farmaco.
       
      Devo aggiungere che nel frattempo, proprio a gennaio, mi è stata riconosciuta una invalidità civile del 100% con revisione annuale e diritto alla pensione. Questa ulteriore situazione, legale, a parer suo può essermi svantaggiosa o favorevole nel far valere i miei diritti di rinuncia alla cura?
       
      La ringrazio per il tempo che mette a disposizione e vorrei rimanere in contatto con lei anche per ordinare il libro che ha scritto. Se vuole pubblicare la mia testimonianza è libero di farlo o forse è meglio di no viste le molte info personali che ho inserito. 
       
      Lettera firmata
       
       
      RISPOSTA
       
      Buongiorno Anonimo,
      e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
      Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
      Veniamo a noi…

      Mi perdoni se potrò sembrarle duro, ma penso che dirsi le cose “in faccia” sia la più grande forma di rispetto reciproca.

       
      33 anni e una pensione di invalidità di natura psichiatrica? Ma lei si rende conto dell’abominio in cui è andato a ficcarsi ANCHE e SOPRATTUTTO con le sue stesse mani?
       
      Lei parla di “ingiustizia”, di “lacune”, di essere “addirittura sottoposto a un procedimento penale”, ma non lo può fare con chi questa materia la mastica da ben 23 anni.
       
      Lei è stato fermato dalle Forze di Polizia mentre guidava (oppure ha avuto un sinistro) e i fatti sono due:
       
      -o ha RIFIUTATO di sottoporsi ai test preliminari/ospedalieri per verificare se fosse sotto stupefacenti;
       
      -oppure, l’esame delle urine/sangue ha trovato nel suo organismo residui di sostanza stupefacente.
       
      Concordo con lei che per applicare la guida sotto sostanze stupefacenti è necessario che oltre alla presenza della stessa/e nell’organismo, l’interessato abbia chiari segni del suo uso nel momento in cui viene trovato alla guida.
       
      Ciò non toglie che, da un lato, è colpa sua se si trova nel “casino” in cui si trova, e, dall’altro, mi chiedo, è mai possibile perdere il senno per il ritiro della patente?
       
      Io, dopo 14 anni di studi in merito alla salute mentale, una idea me la sono ben fatta.
       
      Lei è un utilizzatore minimo di cannabis (me lo dica lei il resto se vuole) e il ritiro della patente ha distrutto quel poco che rimaneva del suo già precario equilibrio.
       
      E, colpo dopo colpo, la Psichiatria, al posto di aiutarla, l’ha avvinghiata tra le sue spire, distruggendola a suon di farmaci, soprattutto il famigerato XEPLION in versione depot, che è il peggio del peggio del peggio.
       
      Ora, per darle il marchio finale, le danno una misera pensione d’invalidità per poter lucrare su di lei, dandole un contentino per poterla riempire di farmaci a vita.
       
      Perché è questo quello che succederà se non interveniamo SUBITO.
       
      Ora la riporto nella vita reale, e le do la “mia soluzione”:

      1) Acquistare immediatamente il mio libro “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere”. Non divento certo ricco vendendole un libro, ma a lei permetterà di capire finalmente in chiave igienista come funziona il corpo umano e come lo si mantiene in salute.
      2) Leggere ATTENTAMENTE questo vademecum che spiega ESATTAMENTE come ripristinare la salute quando si è in terapia psichiatrica http://pietrobisanti.blogspot.it/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html, e potrà seguire il piano alimentare ivi esposto.

      Può sentirsi libero di offendersi per le mie parole, ma sappia che vengono dal cuore.

      Meglio essere diretti e sinceri che prendersi per il culo facendo alla fine del male.

      Sono pronto a darle tutta l’assistenza del caso.


      Io ci sono
      Pietro Bisanti

      Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra.


      Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
      Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pbisant@hotmail.com
      Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra.
      Per tutti: con la funzione “ricerca google” in alto a destra, potete inserire delle parole da ricercare (ad esempio “psicofarmaci e suicidio”, “prozac” etc…) in modo tale che vengano ricercati gli articoli relativi all’argomento desiderato.
      Per tutti: mi trovate su “FACEBOOK” con il mio nome Pietro Bisanti
      ATTENZIONE! RISPONDO A TUTTI. PURTROPPO STO RICEVENDO PIU’ EMAIL DI QUANTE NON NE RIESCA AD EVADERE. CHIUNQUE ABBIA URGENZA E’ PREGATO DI SEGNALARLO
      ATTENZIONE! È NATO IL FORUM DEL BLOG “ALIMENTAZIONE E SALUTE”. LO TROVATE IN ALTO A DESTRA. ISCRIVETEVI IN MODO TALE DA CREARE FINALMENTE UN LUOGO OVE IL DIBATTITO ANTIPSICHIATRICO NON SIA CENSURATO.
      Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
      Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
      In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
      SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

      Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

      progetto salvadanaio

      Un aiuto concreto alle persone in difficoltà

      Per informazioni vai alla pagina SALVADANAIO