UN RICOVERO VIA L’ALTRO: COME CONVINCERE I MEDICI CHE LA CAUSA E’ ORGANICA?

LETTERA

Pregiatissimo Pietro, 

sono ormai poco più di 2 anni che mio figlio, subisce ricoveri obbligatori presso SPDC a *******. ***** ha 26 Anni, ha “subito” vari choc dalla nostra famiglia disfunzionale (eufemismo): morte di una sorella 15enne, separazione di noi genitori, latitanza della figura paterna, rifiuto di proseguire la formazione scolastica…

Alle prime manifestazioni di disagio è stato subito psichiatrizzato dell’autorità paterna (medico) e da lì è entrato nell’inferno. Lo scorso anno ero riuscita per un breve periodo a togliergli glutine e caseina con ottimi risultati.

Purtroppo la sua scarsa maturità e autostima gli hanno fatto desiderare “la normalità”, la pecoresca consuetudine alimentare, ed è poco alla volta ritornato vittima della malattia e del sistema medico.

Ora con questo nuovo ricovero ho cercato di suggerire all’unico medico “sensibile” alle conoscenze sul microbiota di verificare i suoi livelli di Omocisteina, mutazione MTHFR, carenze vit.D, ma con varie scuse si fa negare e/o risponde dall’alto della sua autorità tramite gli infermieri riferendo dati vaghi o peggio inutili.

Purtroppo devo ammettere che mio figlio oltre a lamentarsi del suo stato pietoso di zombie, ancora non sembra prendere coscienza che l’alternativa c’è (e l’ha pure sperimentata).

Lei potrebbe suggerirmi COME poter interagire coi medici per ottenere che gli vengano fatti questi esami (Omocisteina, mutazione MTHFR, Peptidi urinari 24h che evidenziano come glutine e caseina siano delle esorfine, carenze vit.D) che dimostrerebbero insindacabilmente (a mio avviso anche a mio figlio, Tommaso di nome e di fatto evangelico) che la base della malattia è biologica, organica.

Forse pretendo troppo dalla protervia del potere medico e di Bigfarma: è per questo che Lei suggerisce di portarli in Norvegia? 

La ringrazio e complimenti per il coraggio con cui sostiene le sue convinzioni.

Lettera firmata


RISPOSTA
Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L’Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell’autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.
Lei ha capito quale sia la soluzione (parzialmente) ma, come è ovvio, si scontra con un MURO fatto di luoghi comuni, arroganza e IGNORANZA.
Ora, ci sono due cose da fare:
1) Capire che non è sufficiente l’eliminazione di glutine e caseina: questo deve essere solo IL PRIMO PASSO verso un’alimentazione che metta al suo centro la frutta e la verdura crude, a bassissimi livelli di grasso. Questo è il punto di arrivo, che produce una VERA SALUTE, non la mera sostituzione di cereali con glutine con quelli senza… Se si vuole stare VERAMENTE BENE bisogna smetterla di mangiare come degli uccelli.
2) SMETTERLA di delegare la propria salute ad altri. Lei se ne deve altamente fottere di quello che i medici pensano. Non cambieranno idea solo perché lei glielo dice. 
3) Quando si scalano i farmaci, questo deve essere fatto MOLTO LENTAMENTE. Non più di un 10% al mese, un farmaco alla volta.
So che questo le servirebbe per convincere suo figlio ma, anche se riuscisse a fare quegli esami e gli stessi rivelassero quello di cui lei è in cerca, otterrebbe come al solito delle vittorie parziali.
Qui bisogna che il diretto interessato, con anche un solo barlume di lucidità, decida di farsi aiutare. Decida di voler ascoltare per bene una campana diversa.
So che è più facile a dirsi che non a farsi. Ma questa è l’unica strada possibile.
Cominci a regalargli il mio libro. Io sono pronto a spiegargli PERSONALMENTE la strada igienista. 
In modo che EGLI STESSO possa prendere la decisione che ritiene più giusta.
Ci sentiamo in privato
Forza e coraggio
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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