TENTA DI UCCIDERE LA FIGLIA E DI SUICIDARSI

CATANIA – Solo la follia può forse giustificare il gesto che questa mattina ha compiuto una madre nei confronti dell’unica figlia di tre anni e mezzo. Intorno alle sei, in un appartamento di via Quieta a Catania, quartiere bene della citta’, un’insegnante di scuola media di 37 anni ha tentato di uccidere la propria bambina sferrando due fendenti con un coltello da cucina che hanno raggiunto la piccola alla guancia ed al collo mentre il marito, impiegato in un ufficio, stava dormendo accanto a loro. Mentre l’uomo, svegliato dal pianto della figlia, immersa in una pozza di sangue nella sua culla, sbalordito, cercava di capire cosa fosse accaduto, la moglie ha rivolto l’arma contro se stessa ferendosi all’addome e tentando di suicidarsi.

Il marito ha riferito che la donna che non prendeva psicofarmaci, e che da alcuni giorni non riusciva a dormire a causa di problemi familiari con il fratello e di uno screzio con una coppia di amici. Ieri sera la donna si sarebbe trovata in uno strano stato di agitazione.

Preso dal panico, l’uomo ha svegliato i vicini e ha chiesto l’intervento del 118. Moglie e figlia sono state trasportate al pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro ma non sono in pericolo di vita. La bambina è stata portata in sala operatoria per un delicato intervento chirurgico, nel reparto di chirurgia plastica, per ricostruire la profonda ferita alla guancia e ridurre quella alla gola, mentre alla donna sono stati applicati dei punti di sutura. Sul posto è intervenuta la polizia con una pattuglia delle volanti e gli investigatori

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della squadra mobile della Questura coordinati da Antonio Salvago. La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta curata dal pm Alessandra Tasciotti: la donna, arrestata, è  piantonata in ospedale con l’accusa di tentato omicidio volontario.

Fonte: Palermo.it

RISPOSTA

Pur avendo il marito dichiarato che la moglie “non prendeva psicofarmaci”, anche qui sento una gran puzza di antidepressivi.
I problemi familiari e uno screzio possono magari toglierti il sonno, ma togliamoci dalla testa che ti trasformino nell’assassino di tua figlia.
Anche il fatto di alzarsi la notte, stile zombie, e senza rendersi conto andare nella cameretta della propria figlia dopo aver preso un coltello, mi fa propendere per lo stato di incoscienza tipico degli antidepressivi SSRI e SNRI, con annesse urgenze omicidiarie e suicidiarie.
L’insonnia può “far uscire di testa”, ma smettiamola di pensare che tra il non dormire e il tramutarsi in assassino il passo sia così breve e scontato.
Faccio anche un’ulteriore considerazione, e cioè che in molti casi, per molte persone, è sufficiente magari la prima dose di un antidepressivo, cioè la prima pastiglia ingerita, per uscire di testa.
Chiunque abbia assunto/assuma queste categorie di farmaci è invitato a partecipare alla discussione.