SONO UN UFFICIALE DEI CARABINIERI IN CONGEDO E TI SEGUO CON GRANDE ATTENZIONE. DIMMI QUALCOSA PER LE NEUROPATIE PERIFERICHE

LETTERA

Ciao Pietro,
sono un collega ufficiale in congedo dal 99. Ti seguo con attenzione, non però compreso che approccio intendi consigliare a chi gli psicofarmaci, magari a dosaggi leggermente più bassi, li prende per curare neuropatie periferiche.
Inoltre ti chiedo, qual’è la migliore alimentazione a colazione?

Un caro saluto
Lettera firmata



RISPOSTA
Buongiorno Collega,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi…

Devo immediatamente sfatarti un “mito”: non esistono “bassi dosaggi”, soprattutto quando si parla di psicofarmaci.

Gli psicofarmaci utilizzati per le neuropatie solitamente appartengono alla categoria degli antidepressivi SSRI-SNRI, che sono e rimangono potentissime sostanze psicotrope, capaci di superare la barriera protettiva ematoencefalica e di espletare la loro “funzione” direttamente sulle sinapsi cerebrali.

Questa stessa capacità di azione è tipica anche delle droghe da strada… E quindi ti rigiro la domanda: “Pensi che assumere cocaina e/o eroina a bassi dosaggi possa portare qualcosa di buono al tuo corpo?”.

Altra cosa…

La neuropatia è e rimane un SINTOMO, e gli psicofarmaci vengono utilizzati per SPEGNERE quel determinato sintomo.

Noi igienisti invece vogliamo sradicare la CAUSE alla base del problema.

E, a mio parere, la prima cosa da fare è eliminare lo stock tossico in entrata, soprattutto a livello alimentare.

E qui arrivo alla tua domanda.

Inutile parlare solo di colazione, non serve a nulla.

Se vorrai avvicinarti a un’alimentazione vegana, crudista quanto basta, che ritengo perfettamente compatibile con il disegno antropometrico dell’Uomo, sarò lieto di spiegarti per bene cosa penso.

Ma è inutile cominciare se non hai raggiunto in te stesso la consapevolezza che guarire NON significa stroncare i sintomi bensì, attraverso uno stile di vita impeccabile soprattutto ma non solo alimentare, mettere il proprio corpo nelle condizioni di autoguarirsi e funzionare al meglio.

Io ci sono

Pietro Bisanti

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