“POSSO TORNARE AD ESSERE ME STESSO?”: ZYPREXA, DISTRUGGI TUTTO QUELLO CHE INCONTRI
Salve,
le scrivo perché sono preoccupato per la mia salute.
Mi sembra che lei possa capire la mia situazione.
Ho letto due suoi articoli sullo Zyprexa e purtroppo mi ritrovo in quello che dice.
Sono stato costretto ad assumere olanzapina (insieme a sertralina e per un breve periodo aloperidolo).
Questa cura, oltre ad avere risolto solo in parte i miei problemi, ne ha aggiunti due:
1) apatia, mancanza di voglia di fare, emozioni diminuite, voglia soltanto di stare a letto il più possibile.
2) aumento di peso, specialmente nella zona addominale. Una cosa assolutamente inedita, per me, che sono sempre stato magro anche quando seguivo un’alimentazione sbagliata (sempre stata la tipica persona che mangia molto e non ingrassa).
Ho smesso di assumere il farmaco da poco.
La mia paura è che le conseguenze della cura siano irreversibili, specialmente per quello che riguarda il peso.
Penso di essere forse 20 kg oltre il mio peso ideale e questa cosa mi sta turbando, mi guardo e mi sento quasi un’altra persona.
Sento che il mio organismo non riconosce questo fardello e non può rimuoverlo.
C’è la possibilità di tornare ad essere me stesso?
Grazie
Saluti
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
Non so cosa nella vita l’abbia portata ad “avere avuto il bisogno” di assumere ciò che io chiamo senza eufemismi “merda chimica”, anche se una idea, personalmente, me la sono fatta.
Sigarette, caffè, cannabinoidi, drink energetici, alimentazione incompatibile con il genere umano, mancanza di sole e di esercizio fisico: il nostro corpo (e quindi la nostra mente) non cedono così a casaccio, bensì per ovvi motivi, a volte psicologici, ma molto spesso di natura organica.
In pratica, trattiamo il nostro corpo come un sacco dell’immondizia ed egli certo non potrà ripagarci con salute e vigore.
Le “soluzioni” che la medicina allopatica propone fanno ridere i polli e chiunque applichi nella propria vita un minimo di logica e di pensiero indipendente: sostanze chimiche prodotte in laboratorio avrebbero l’ardire di interagire selettivamente con milioni e milioni di neuroni e meccanismi cerebrali ancora praticamente sconosciuti andando ad “aggiustarli”? Solo un idiota potrebbe credere ad una tale idiozia.
Infatti, è davanti agli occhi di tutti quanto gli psicofarmaci siano solo uno stroncasintomo: ti lobotomizzano chimicamente (per quanto riguarda gli antipsicotici) o ti fanno diventare falsamente euforico (per quanto riguarda gli antidepressivi), lasciando INALTERATE le cause fisiche/organiche/ambientali/spirituali alla base del disturbo in atto; contestualmente, distruggono l’IO più profondo di ogni essere umano, come lei ha ben descritto, sfasciando altresì il fisico, poiché alterano pesantemente il metabolismo e la funzionalità generale dell’organismo.
Dalla mia esperienza da non-medico e da igienista posso dirle che il corpo ha enormi potenzialità di recupero.
Non concordo però con l’eliminazione da un giorno all’altro dei farmaci, che devono essere adeguatamente scalati per rendere sopportabili le conseguenti crisi eliminative (che altro non sono che il meccanismo riparatorio messo in atto dal corpo stesso), oltretutto senza un adeguato, coerente e costante cambiamento dello stile di vita, soprattutto alimentare.
Pietro Bisanti
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