PICCOLI CHIMICI IN ERBA

Ieri mi è capitato di leggere in un forum che si occupa di disturbi psichiatrici un utente, con un post al limite del  delirante, non tanto sicuramente per la “patologia” di cui soffre il malcapitato, ma per le nozioni di cui è stato imbottito e alle quali sembra anche crederci.
“Ho deciso di prendere l’antidepressivo la mattina, altrimenti, essendo troppo attivante, devo poi compensare con 30 gocce di EN per dormire”, dice l’utente.
Ci rendiamo conto di dove siamo arrivati? Ci rendiamo conto dell’assurdità di questa frase?
Come può un benedetto organismo trovare un suo equilibrio se continuamente sottoposto a stress di questo genere con stati di euforia e successiva tranquillità chimicamente indotti?
Come fa un essere umano dotato anche di una scarsissima obiettività e buon senso a non capire che i delicatissimi equilibri celebrali che regolano tutte le nostre funzioni (appetito, umore, tranquillità, voglia di socializzazione, empatia, gioia, tristezza) sono talmente misteriosi che nessuna goccia, compressa, capsula, principio attivo potrà mai “aggiustare”.
Anche perché non c’è niente da aggiustare, bisogna semplicemente riportare il corpo umano verso quell’equilibrio che, vuoi per cause psicologiche, vuoi per cause organiche, vuoi per entrambe, si è perso.
E qui corre in aiuto lo stile di vita vegano tendenzialmente crudista: basta purtrefazioni date dalla carne che rendono il sangue lipo tossico, basta con i latticini, che come una colla si attaccano ai villi intestinali non permettendo l’assorbimento delle sostanze nutritive e quindi della formazione dei neurotrasmettitori.
Il problema non è nel cervello!  È più in basso, nell’intestino, lì ci giochiamo tutto.
Smettiamola di tamponare i sintomi, smettiamola di confondere il nostro corpo con sostanze ad esso estranee, che lui tenta in ogni modo di eliminare.
Smettiamola di crede alle panzanate che gli antidepressivi ci mettano almeno due settimane per agire e far sparire i “fastidiosi” sintomi iniziali: quei sintomi sono proprio la risposta vigorosa di un sistema immunitario all’intrusione, violenta, di un veleno!
Via la lobotomizzazione e vediamo le cose per quello che sono: uno psichiatra deve ascoltare, capire, indagare, puntare sullo stile di vita non su “Prenda questo e starà meglio”!
Nessuna guarigione arriva da un giorno all’altro, come nessuna malattia si sviluppa da un giorno all’altro!
Bisogna rimettersi in gioco, pensare che la vita non è inutile se non posso fare una grigliata a o mangiare un pezzo di gorgonzola.
Stiamo andando contro natura, con cibo nato per i carnivori (che non siamo) o per i vitelli (che non siamo).
E la Natura, quando bistrattata, si ribella.
La depressione non è molto differente da un herpes, da un alluce arrossato, dalla forfora sui capelli: bisogna capirla, ascoltarla, e attaccarla nell’unico modo giusto e coerente: con lo stile di vita.
E smettiamola di fare i piccoli chimici in erba, oppure fra un po’ ci toccherà davvero giocare all’allegro chirurgo.