“PENSO CHE LEI SIA UN GRANDE, E CHE ABBIA CAPITO LA VITA”: DETTO DA UN “MALATO MENTALE” HA UN VALORE IMMENSO

LETTERA

Salve Dottor Pietro Bisanti,
sono un ragazzo di venti anni che l’ha contattata anni fa, le volevo chiedere se mi può dare qualche consiglio/dritta perché sospesi i psicofarmaci mi si sono presentate delle crisi.

Ora li ho ripresi ma siccome i miei genitori lo hanno riferito alla psichiatra più volte che ho smesso i farmaci sono stato costretto siccome mi sono prese delle crisi (tremori e vertigini) anche forti volevo chiederle cortesemente di aiutarmi, perché penso che lei sia un grande, e che abbia capito la vita, penso però che mi si ripresentino questi sintomi per il motivo che non ho espulso il farmaco tanto che ogni volta che reinizio questo ”punturone” (come lo chiamo io) mi si ripresentano sintomi come irritazione alla gola e bronchite, lei non ha idea di quanto posso essere incazzato all’idea di diventare un “zombie”.

Vorrei chiudere questa storia una volta per tutte (naturalmente ragiono non che io voglia commettere qualcosa di criminale, non sono io..) e per di più frustrante che tutti i miei amici svolgano regolarmente le loro attività quotidiane e io debba stare male.. io vojo essere LIBERO cortesemente mi salverebbe (so che aiutare e salvare persone aumenta il valore della persona e una persona più vale e più sta bene) la ringrazio 😉

Lettera firmata


RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L’Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell’autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.

Veniamo a noi.

Partiamo da un concetto: OGNI GIORNO ANDATO SENZA FARE NULLA E’ UN GIORNO PERSO.

Senza voler assolutamente giudicare nessuno, sicuramente anni fa le avrò dato la STESSA RISPOSTA che mi accingo a darle adesso… E se NON ha raggiunto alcun risultato, anzi è “peggiorato”, questo significa che NON è in grado DA SOLO di uscirne fuori.

Le crisi da dismissione da farmaci sono il naturale processo riparatorio che il corpo compie per tornare a uno stato di omeostasi, cioè di equilibrio, dopo anni di disequilibrio farmaco-indotto.

Un po’ come le linee grigie che appaiono su di un televisore con lo schermo nero, a seguito di una “botta”, che non sono altro che il preludio del suo “tornare a funzionare”.

Per far sì che NON si venga schiacciati da esse è INDISPENSABILE che lo scalaggio dei farmaci avvenga in maniera lentissima, una farmaco alla volta, e del 10% al mese.

Parallelamente, è di VITALE importanza che ci sia un cambiamento GRADUALE ma PERSEVERANTE dello stile di vita, alimentare/emozionale/ambientale.

La salute, anche mentale, è un BILANCIAMENTO DI TALI TOSSINE, alimentare/ambientali/emozionali: la guarigione sta tutta qui.

Ora, con una terapia depot, lei NON ne verrà fuori da solo a maggior ragione.

Quindi, io sono pronto a supportarla nella sua autodeterminazione sanitaria solo se lei stesso avrà un “cordone di sicurezza” formato da familiari/amici. Altrimenti abbiamo perso in partenza.

Forza e coraggio

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
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Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.