MARESCIALLO DEI CARABINIERI UCCIDE MOGLIE E FIGLIO PRIMA DI SUICIDARSI: C’È LA MANO DEGLI ANTIDEPRESSIVI?

DA WWW.ILMESSAGGERO.IT

Uccide moglie e figlio e si suicida, il carabiniere aveva sofferto di depressione

Piazza Dante: carabiniere uccide moglie e figlia e si suicida (Giacomo Di Laurenzio Newfotosud) 
Nel 2011 era stato in cura per una forma di depressione, il maresciallo dei carabinieri Alfredo Palumbo, 45 anni, che tra la notte e la mattina di ieri, ha ucciso la moglie di 42 anni e il figlio di 10, prima di suicidarsi, in un appartamento al sesto piano del civico 6 di vico Bagnara, nei pressi di piazza Dante a Napoli. Problemi che, però, secondo quanto si è appreso, sembravano essere stati risolti.

Intanto è prevista in mattinata la nomina del medico legale che, forse già nelle prossime ore, eseguirà l’esame autoptico sui corpi delle tre vittime dell’omicidio-suicidio scoperto nel pomeriggio di ieri. Sarà infatti l’autopsia a rivelare l’ora esatta del duplice omicidio-suicidio. Il maresciallo dei carabinieri ha ucciso con due colpi di pistola la moglie Consuelo Molese, 42 anni, nella loro stanza da letto, e poi, nella sua stanzetta, con altri due colpi, il figlio Francesco che avrebbe compiuto 11 anni il prossimo 2 novembre. Infine si è puntato la pistola Beretta 92sb d’ordinanza alla gola, con la canna rivolta verso l’alto, e si è tolto la vita.


COMMENTO
Nessuno è immune: ricchi, poveri, carabinieri, magistrati, banchieri, uomini d’affari, panettieri, cuochi, lavapiatti…
Nessuno è immune alla mattanza quotidiana che è davanti agli occhi di tutti, ma che pochissimi vogliono veramente vedere.
Ormai è completamente sdoganato l’assurdo messaggio sociale che essere depressi significa giocoforza sterminare la propria famiglia, i propri cari, per poi (eventualmente) suicidarsi.
Dico “eventualmente” perché in passato se uno era “depresso”, rivolgeva i propri istinti negativi contro se stesso, e si arrivava al suicidio solo in casi molto gravi. E, non dimentichiamolo, i suicidi avevano delle motivazioni REALI, mentre oggi si assiste inermi a una moltitudine di tali gesti SENZA ALCUNA VERA MOTIVAZIONE CHE LI POSSA GIUSTIFICARE.
Ora invece, si uccidono i propri famigliari, ma non sempre ci si suicida.
Ma di che diamine di depressione si sta parlando?
Pur non avendo elementi inconfutabili in mano, non conoscendo la storia di quest’uomo, non possono non balzare all’occhio i “soliti” riferimenti: “era stato in cura”, “ora i problemi SEMBRAVANO risolti”…
La domanda da porsi è una sola: “Quest’uomo ERA o NON ERA sotto l’influenza di una sostanza psicotropa che riesce a superare la barriera ematoencefalica, espletando la sua ‘funzione’ direttamente sulle sinapsi cerebrali?”.
Se sì, qualcuno si è preso la briga di avvertire quest’uomo che tali sostanze, così come INDICATO NEL BUGIARDINO, possono far insorgere vere e proprie ideazioni di morte?
Quando, a livello investigativo, qualcuno comincerà a chiedersi da dove arrivi tutta questa EPIDEMIA di FOLLIA, soprattutto familiare, e soprattutto da parte di persone sotto terapia psicofarmacologica?
Basta seppellire le persone senza aver capito un accidenti di niente. Basta.
Pietro Bisanti