LA PSICHIATRIA CON IL CUORE: QUESTO È’ CIO’ CHE VOGLIAMO
Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post “SONO UN ‘MALATO PSICHIATRICO’: HO PAURA DELLE DIVISE E DEGLI OSPEDALI“:
Non conosco se non sommariamente l’alimentazione vegana… ma so per certo che quello che lei scrive è assolutamente vero. Quando eseguivo in qualità di medico convalidante TSO mi sono capitati elementi della polizia locale che certo non volevano “perdere” del tempo, anzi… erano già pronti con le manette… quante storie tragiche ho visto… quando entravo nella casa e il poveretto mangiava la sua minestra… oppure quando spaventato si nascondeva sotto il letto… ed io ci finivo pure sotto il letto per evitare manette…oppure quando NON convalidavo… si arrabbiavano le forze dell’ordine e la lettiga… ma se il poveretto la mattina aveva fatto la sua puntura depot, non c’erano piu’ i presupposti legali di un TSO (bacino S.Paolo)…..
Gli psichiatria hanno molta PAURA dei pazienti ed è per questo che li sedano…come fossero fiere impazzite.
Io stessa ho provato questo tipo di paura, ma grazie al mio analista sono scesa a patti.. e quando entravo nella stanza della paziente che spaventava io le dicevo “senta.. io ho paura di lei… ma se io ho paura e lei anche… non risolviamo niente”
E’ nata una bella relazione di affetto e di cura… forse per entrambe….
Un caro saluto al Comandante Bisanti… con tanta stima…
Dr. Calchi
RISPOSTA
Buongiorno dott.ssa Calchi,
e grazie di aver voluto condividere la sua testimonianza.
Non ci conosciamo personalmente, ma non posso non ringraziarla per l’attestazione di stima.
Questo blog sta cercando di diffondere, oltre a un messaggio di amore e rispetto verso l’essere umano per se, anche un nuovissimo approccio nei confronti della malattia in generale, e di quella psichiatrica in particolare.
Dietro ogni mio articolo, ci sono anni di studi personali, senza lauree o master; studi, preciso, che mi hanno portato a capire la totale inutilità dei farmaci in generale (tranne specifici casi di urgenza, così come continuamente evidenziato), e degli psicofarmaci in particolare.
Inutilità per usare un eufemismo naturalmente.
Gli psicofarmaci, quando va bene, uccidono l’anima di chi li prende, fornendo un temporaneo senso di illusorio benessere, per poi mostrare la loro vera faccia, soprattutto durante la dismissione.
Quando va male, trasformano le persone in assassine di se stesse e degli altri: la verità è davanti a tutti, basta volerla vedere.
Anni di studi, dicevo, che mi hanno anche portato ad analizzare in maniera profonda il legame tra alimentazione e manifestazioni psichiatriche.
Se una canna può mandare una persona in psicosi, perché non può farlo un piatto di pasta, se il soggetto non ha alcuna capacità tollerativa nei confronti del glutine?
Se i neurotrasmettitori ce li giochiamo a livello intestinale, perché non è possibile che un’alimentazione che comprenda proteine animali (e che quindi produca putrefazione) non sia la causa di un disturbo depressivo, o persino di tipo schizofrenico?
Siamo quello che mangiamo cara dottoressa, e sono convinto che l’unico approccio nei confronti di una persona che manifesti distrurbi di tipo psichiatrico sia il binomio pensieri puliti – cibi puliti.