FRATELLO VIOLENTO DOPO AVER MANGIATO PASTA E CARNE IN QUANTITA’
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LETTERA
Ciao Pietro,
mi permetto di darti del “tu” fin da subito. Ti scrivo per un problema che riguarda mio fratello, 20 anni. Ultimo di 5 fratelli e ultimo figlio rimasto a casa coi genitori (noi più grandi abbiamo tutti le nostre famiglie), sempre voti ottimi a scuola, mente matematica, ottimo sportivo anche a livello agonistico, appassionato di agricoltura, niente fumo, niente eccessi di alcool, niente droghe, in fanciullezza allattato al seno, stile di vita parsimonioso e quasi essenziale, fino a poco tempo fa anche una fidanzata, ora non so.
Unico problema: difficoltà di relazionarsi, di comunicare serenamente. Mia mamma parla di una forma di narcisismo. Difficoltà relazionali in particolare con i genitori, verso i quali è passato nel tempo da un atteggiamento di scontro verbale a vere e proprie aggressioni fisiche, sempre con un futile motivo come causa scatenante. Parlo di reazioni esagerate come pugni, schiaffi, spintoni violenti, che se subiti da un sessantenne possono essere anche pericolosi, il tutto contornato da minacce di morte. Mio padre ha osservato un intensificarsi di questi atteggiamenti dopo che mangiava grandi quantità di carne e/o pane-pasta.
Io seguo l’alimentazione tendenzialmente vegan-crudista proposta da Valdo Vaccaro, ma in questo rimango una moschina bianca, o quantomeno a mio fratello non interessa. I miei genitori gli hanno offerto di abbandonare la casa, prendendo un appartamentino in affitto a loro spese, ma lui non accetta, vuole stare in casa e mantenere i genitori in un clima di tensione e a volte paura.
La situazione va avanti da qualche anno, lui ha sempre rifiutato colloqui con chiunque, psicologi, preti, così come ha sempre rifiutato colloqui con noi fratelli. Poco tempo fa abbiamo visto nella sua camera un coltello tipo “Rambo”, quindi noi fratelli ci siamo riuniti e abbiamo deciso di parlagli tutti insieme: convocato, non ha voluto partecipare al confronto, ma ha accettato di parlare con me, soli. Purtroppo non è andata bene, in quanto lui teneva scena muta a qualunque domanda gli ponessi e a un certo punto la situazione è degenerata e siamo venuti alle mani. Niente di grave, però ora lui temo abbia perso ogni piccola fiducia che aveva in me, infatti ultimamente mi ignora.
La parte peggiore arriva ora: il giorno di Pasqua, sempre per futili motivi, ha sputato a mia madre e l’ha strattonata per il collo facendola cadere a terra. Episodi già visti, però ora i miei genitori hanno sporto formale denuncia. Avevano già parlato con un ispettore della questura e questi aveva indicato come via risolutrice un TSO, attuabile solo dopo denuncia.
Ora che i miei genitori, stremati, hanno preso questa decisione, ho paura per il TSO che potrebbero imporre a mio fratello. Ha 20 anni, non possiamo buttare via un ragazzo con tante doti così. Per conto mio lui dovrebbe accettare di cambiare casa, ma come si fa ad aiutare uno che non accetta aiuti? D’altra parte, una soluzione va trovata perché due genitori non più in tenera età non possono vivere nella paura di aggressioni fisiche.
Esiste almeno un protocollo che le forze dell’ordine devono rispettare e che io possa controllare?
Ritieni opportuno che io lo metta in guardia da questo pericolo serio che sta correndo?
Lui questo punto cosa dovrebbe fare, cercare di collaborare con lo psichiatra che sicuramente gli metteranno addosso?
Se hai terminato di leggere la mail, ti devo almeno ringraziare per il tempo impiegato.
Se vorrai rispondermi, sarà una tua cortesia che riterrò estremamente preziosa.
Complimenti per il blog, che dà una visuale diversa ad argomenti importantissimi.
Grazie
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.
Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.
Nessun, dico nessun essere umano deve alzarsi al mattino perennemente arrabbiato.
La natura umana non è mai violenta, e quando si ha davanti una persona che agisce in tal senso, bisogna andare a scandagliare le vere motivazioni alla base, siano essere organiche, psicologiche, ambientali.
Da quanto tu mi descrivi, sono molto propenso a pensare a un problema di glutine: questa maledettissima proteina è alla base di moltissimi disturbi mentali: dal “semplice” stato di rabbia, fino alle vere e proprie schizofrenie.
Oltre a questo, mi indirizzerei anche verso gli sbalzi di glicemia dovuti a ipoglicemie/ipeglicemie come conseguenza di un sangue troppo grasso.
Ora: diventa indispensabile, da un lato, tutelare i tuoi genitori, e, dall’altro, evitare che tuo fratello finisca sotto le mani della moderna Psichiatria, ove verrebbe distrutto per sempre.
Purtroppo, nel caso tuo fratello dovesse mettersi in condizione di essere sottoposto a un TSO, le forze dell’ordine si limiterebbero ad “agevolare” il suo trasporto verso il più vicino ospedale.
Un TSO è un’esperienza peggiore del carcere, e dobbiamo quindi evitarlo assolutamente.
Il problema è che tuo fratello, a mio parere intossicato pesantemente a livello alimentare, non riesce ad avere quella lucidità che gli serve per fare, in tal senso, delle scelte consapevoli.
Se è sempre furioso a causa del glutine, bisogna che qualcuno lo indirizzi a toglierlo.
Piano, piano, eliminando la causa fisica del suo nervosismo, sarà possibile “connettersi” a lui in maniera diversa.
Va, in pratica, sistemata la sua parte organica, che causa, al momento, una precaria salute mentale.
Sono qui per aiutarvi, ci sentiamo via mail.
Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.