DEPRESSIONE MAI RISOLTA E DIABETE DI TIPO “2” CHE “BUSSA ALLA PORTA”: “CERCO DISPERATAMENTE UNA GUIDA”
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LETTERA
Buongiorno Pietro,
Le scrivo innanzitutto per esprimerle la mia profonda stima e ammirazione per la sua competenza, integrità e coerenza. Seguo da tempo il suo blog ed è sempre un grande arricchimento e anche un’emozione leggere i consigli che prodiga a chi si rivolge a lei.
Lo faccio anch’io adesso, pur non appartenendo (non più, almeno) alla categoria numericamente prevalente dei lettori di Alimentazione & salute, che peraltro in passato è stata anche la mia. Nella mia vita ho avuto due depressioni: una prima, lieve, intorno ai vent’anni, e una seconda, maggiore, a 32 (adesso ne ho 55), quest’ultima durata sei anni.
Nessuna delle due è stata trattata, né farmacologicamente né in alcun altro modo: ero completamente sola e convinta che nessuno mi potesse aiutare e così non ho cercato aiuti a cui non credevo.
La depressione grave è stata terrificante, una morte vivente. In una certa fase avevo persino i deliri paranoici: ero convinta che mi volessero uccidere e le rare volte che riuscivo, con uno sforzo sovrumano, ad alzarmi dal letto e uscire – ho passato mesi, non so più neppure quanti, barricata in casa al buio – di punto in bianco vedevo passanti assumere lineamenti mostruosi ed esibire ghigni satanici e allora tornavo a rinchiudermi nel bozzolo, terrorizzata.
All’epoca abitavo a ******. Un giorno ho alzato lo sguardo e ho visto in lontananza le colline coperte di alberi fioriti. Ho visto – è stata proprio una istantanea mentale chiarissima – i miei piedi calzati di scarponi da montagna camminare nella natura, un passo dopo l’altro.
È stata un’indicazione chiarissima e l’ho ascoltata, anche se ero più morta che viva e – ripeto – completamente sola. Ho preso la mia cagnolina, unico essere vivente con cui avessi mantenuto dei rapporti in quel deserto, sono salita in macchina e ho cominciato a camminare sulle colline ******: un po’ troppo antropizzate per i miei gusti, ma era quello che offriva il convento e non ero in condizioni di sottilizzare troppo.
Camminavo anche dieci ore di seguito, a passo lento ma continuo. Dopo un certo tempo, quasi da un giorno all’altro, mi sono accorta di essere guarita, e benché da allora la mia esistenza sia entrata in una lunghissima fase di fortissime turbolenze, che perdura tuttora, di depressioni non ne ho più avute e credo che non ne avrò più, perché ho deciso che avrei fatto di tutto per non ricaderci. Ho intrapreso un profondo lavoro su di me, che a poco a poco mi sta trasformando in una persona nuova, libera dai condizionamenti causati dalla sofferenza che mi portavo addosso dalla più tenera infanzia.
Sei anni però sono stati eterni. Mi ci sarebbe voluto accanto uno come lei, ma quella volta della correlazione tra alimentazione, igiene di vita e malattia mentale non sapevo assolutamente niente. Ecco perché, adesso che per fortuna la conosco, le scrivo per un’altra questione.
Mi è stato diagnosticato il diabete di tipo 2 e prescritta Metformina, ma anche stavolta il mio scetticismo nei confronti dei farmaci mi ha impedito di assumerla. Di conseguenza anche il mio attuale diabete, come la depressione di allora, è scompensato e non trattato. So che, contrariamente a quanto viene fatto credere, si tratta di una malattia reversibile e sono disposta, anzi, desiderosa di apportare qualunque cambiamento per riuscirci, e a vita.
Accanto alla depurazione mentale e spirituale che ho intrapreso e che sta dando grandi frutti, sento la necessità di una depurazione totale anche sul piano fisico, ma non so da che parte cominciare. Non mi mancano le conoscenze teoriche (leggo moltissimo, anche di alimentazione e igiene naturali) ma da sola mi sento schiacciata e avverto l’assoluto bisogno di essere guidata dalla A alla Z in questo percorso di rinascita. Altrimenti non mi sento in grado di imboccarlo, ma non posso neppure continuare a rinviare la soluzione di un problema di salute che, per quanto quasi asintomaico, è comunque grave.
Perciò le chiedo se, come spero, il mio referente potrà essere lei, oppure, qualora non le fosse possibile, se mi può indicare qualcuno che mi possa seguire per tutto il tempo necessario, che immagino non sarà brevissimo.
Alla fine, per farle questa semplice domanda, sarebbe bastata una lettera molto più breve, ma ho voluto raccontarle gli antefatti per farle capire fino a che punto, con un’esperienza del genere alle spalle, ritengo prezioso il contributo di persone come lei e perché è a lei che sento di rivolgermi adesso.
Grazie di tutto e buona domenica.
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L’Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell’autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.
Quante cose avrei da dirle…cominciamo.
Lo ha già ben capito lei… mente e corpo sono inscindibili, una influenza l’altro e viceversa.
Questo diabete di tipo 2 che “bussa alla sua porta” mi fa propendere per il fatto che il suo corpo fisico abbia DISTRUTTO (e stia continuando) per anni la sua salute mentale. Nel senso che, seppur i traumi e le avversità della vita abbiano una loro nefasta influenza sulla nostra salute fisica e mentale, non posso negare che in innumerevoli occasioni è la nostra parte organica a distruggere la nostra salute mentale; e per salute mentale intendo TUTTO il nostro range cognitivo ed emozionale.
Insomma…come ho detto prima, sono due cose che vanno di pari passo, ma il succo del discorso è che si può avere una vita tutto sommato tranquilla ma avere una salute mentale DISASTROSA solo ed esclusivamente per come nutriamo il nostro lato organico; e per nutriamo intendo qualunque cosa che ENTRI nel nostro corpo, dal cibo alle sigarette a TUTTE le sostanze.
Quindi, mi viene da associare le sue mostruose crisi depressive al limite del delirio con un gravissimo problema di glicemia, che può portare ad uscire letteralmente di testa.
Un sangue ULTRAGRASSO, perché, LO RICORDO A TUTTI, il diabete di tipo 2 non è causato dagli ZUCCHERI bensì da un sangue talmente grasso da non permettere il corretto funzionamento dell’insulina, che ha COMPROMESSO tutto il suo funzionamento organico ed emozionale.
Ora, che si siano altre cause alla base del suo pessimo stato di salute non ce ne frega niente.
Da qui dobbiamo partire.
Sono pronto NON a seguirla perché medico non sono e quindi non posso prendere in carico nessuno ma a DIRLE la mia idea ben precisa e poi lei, con l’autodeterminazione sanitaria che TUTTI abbiamo e che TUTTI dobbiamo pretendere, deciderà se quello che le dirò ha un senso.
Si comincia, ovviamente, da quello che mettiamo in bocca perché sono sicuro che lei in tutti questi anni abbia trattato il suo corpo come una latrina.
E una latrina, seppur circondata di persone e pensieri positivi, PUZZERA’ sempre.
Avanti così
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
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Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.