DALLO STRESS PER LA MATURITA’ AD OTTO ANNI DI FARMACI E RICOVERI. FACCIAMO CHIAREZZA

LETTERA

Ciao Pietro,
Mi chiamo ****** e ho 27 anni. 
Ti racconto brevemente la mia storia. 
Nel 2010 sono stato ricoverato in psichiatria per uno stato confusionale dovuto allo stress della maturità. 
Mi hanno diagnosticato il disturbo bipolare che ho sempre negato di avere. 
Dal 2010 ad oggi sto lottando con questa etichetta che mi hanno messo con diversi psicofarmaci. 
Dal 2010 ho avuto diversi ricoveri perché ho eliminato i farmaci di botto. 
L’ultimo ricovero è stato nel novembre del 2017. 

Da qualche mese a questa parte ho smesso di nuovo di prendere i farmaci. Questa volta molto lentamente, monitorando ogni giorno dal mio risveglio il mio umore e la mia salute. 
Ci tengo a dire che da due anni a questa parte sono diventato vegano e ho iniziato un percorso di dieta fruttariana. Ho conosciuto di persona anche Gabriele Ceracchini e gli altri membri del “movimento” igienista fruttariano. 

Ho scritto a lei questa e-mail perché ho sinceramente molta paura di riconfrontarmi con la mia famiglia che mi considera malato e mi obbliga a prendere i farmaci (che ribadisco non prendo da mesi). 

Ho tanta paura, perché a febbraio mi hanno prescritto di fare di nuovo le analisi del sangue per controllare i livelli dei farmaci. Io per cercare di nascondere tutto, sto pensando di fare gli esami e modificarli. Ma ho paura delle conseguenze. Ho paura che si scopra poi la verità e ho letto che modificare un documento come delle analisi cliniche, è un reato con a seguito un processo. 

Ho intenzione di rivolgermi a un avvocato, anche mio amico. Sono molto confuso e ho tanta paura di ritornare in ospedale e di morire là dentro. L’ultima volta mi hanno immobilizzato e mi hanno tenuto 2 settimane dentro all’ospedale di *******. 

Mangiavo frutta la prima settimana in ospedale che mi facevo portare dai miei genitori. Poi non so se per colpa dei medici, la frutta è iniziata a mancare e mi hanno praticamente obbligato a mangiare altro. Sono riuscito a mangiare vegano tutto il tempo del mio ricovero, ma ne sono uscito veramente male, anche se i miei continuano a dire che grazie a questi pezzi di merda ho ripreso a vivere. 
Ho bisogno di avere un suo consiglio vero. 
Le ho scritto anche su messenger. Siamo amici su Facebook. 
Mi dispiace di averti scritto nei giorni di festa. Proprio oggi ho visto i suoi video e i suoi post e mi sono rivolto a lei perciò. 
Ho scritto tutto di getto, ma la mia storia in breve è questa. 
Spero che leggerà questo messaggio. 
La ringrazio.
Un caro saluto. 
Lettera firmata


RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L’Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell’autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.

Premettiamo questo, e cioè che faccio fatica a credere che si finisca in stato confusionale per lo stress da maturità.

Mi piacerebbe sapere, in quel periodo, come vivesse emozionalmente ma anche come si alimentasse, se fumasse, se si facesse la canne, quanti caffè bevesse e/o quante bevande energetiche…

Perché la testa svalvola quasi sempre per la spazzatura che ci buttiamo in bocca…

Al di là di tutto, ora lei ha le idee chiare, e cioè ha ben compreso che quello stesso sistema che avrebbe dovuto aiutarla in un momento di difficoltà le ha invece dato il colpo di grazia.

Come avrà letto, conosco un solo modo per uscirne, e cioè attraverso lo scalaggio lento e costante dei farmaci unito ad un IMPECCABILE stile di vita alimentare/emozionale/ambientale.

Lei lo sta facendo da quanto vedo (anche se non so come e quindi se correttamente); il problema ora sorge nel fatto che qualunque crisi da dismissione (che è una reazione BENEFICA e di aggiustamento del corpo) verrà vista da TUTTI come una ricaduta della sua inesistente malattia.

Questo per farle capire che DA SOLO non va da nessuna parte. Qui ci vuole un’assistenza legale che potrei darle personalmente unita a un percorso igienista e alla consapevolezza DA PARTE DELLA SUA FAMIGLIA che questo è il percorso giusto.

Sono pronto a parlarvi tutti insieme se sarò invitato in tal senso.

Forza e coraggio

Pietro Eupremio Maria Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.