SINDROME DI COGAN: “CORTISONE, IMMUNOSOPPRESSORI E UN COSTANTE PEGGIORAMENTO”…MA VA?

LETTERA

Buongiorno,
sono ****** e le volevo chiedere un consiglio, dopo 2 anni di acufeni, forti ipoacusie con orecchie tappate mi hanno diagnosticato la sindrome di Cogan, malattia rara autoimmune che porta alla sordità, curata con immunosoppressori e alti dosaggi di cortisone senza grandi benefici.

A marzo ho smesso il Metotrexate e da un mese e mezzo anche il cortisone, da 3 anni quasi vegetariana (nel senso che sporadicamente mangiavo carne) ora da 4 mesi sono vegana tendenzialmente crudista.

In un mese ho fatto 3 digiuni secchi di 2 giorni e mezzo ciascuno, ad oggi mi trovo con i sintomi molto peggiorati, sono praticamente quasi sorda all’orecchio sx con acufeni molto invalidanti, so che se prendo il cortisone mi passa ma io non voglio più cedere ai farmaci .

Pensavo anche ad una crisi eliminativa ma il peggioramento aumenta di giorno in giorno, mi hanno consigliato di prendere il ribes nigrum …..non so più cosa fare è davvero dura vivere così. 

Grazie
Lettera firmata

RISPOSTA
Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L’Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell’autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.
MA COME? Lei NON è GUARITA dopo tutto questo “ben di Dio” di farmaci?
Sono esterrefatto!
Come avrà ben capito sono ben più che sarcastico…
Ricolleghiamoci con la LOGICA.
Il suo corpo comincia a mandarle dei sintomi ben precisi. Lei al posto di capirli e SRADICARLI alla base attraverso uno stile di vita alimentare/emozionale/ambientale è CORSA dal medico a farsi dare delle sostanze il cui compito è quello di NASCONDERE i sintomi, dando la parvenza di una guarigione.
Una guarigione tanto finta quanto effimera, che lascia il posto al RADDOPPIAMENTO del problema: non si è risolto un cazzo della situazione iniziale, indebolendo al contempo la reazione dell’organismo attraverso l’introduzione di veri e propri veleni.
Qui bisogna prendere una posizione NETTA, perché a tenere il piede in due scarpe ci si fa SOLO MALE.
Digiuni e farmaci sono un binomio MORTALE. Non si digiuna assumendo farmaci o senza averli TOTALMENTE dismessi da un congruo periodo di tempo.
NON si cercano rimedi o rimediucci: la salute NON si ottiene con una pastiglia, chimica o “naturale” che sia bensì attraverso il COSTANTE e INERSORABILE cambiamento dello stile di vita, soprattutto alimentare.
Lei NON ha avuto nessuna crisi eliminativa perché NON HA POSTO le basi per far sì che essa accada.
Vegetariana non significa un cazzo; vegana tendenzialmente crudista tantomeno.
Qui BISOGNA FARE SUL SERIO.
Poco me ne fotte del nome che hanno dato all’accozzaglia dei suoi sintomi. La strada, a mio umile parere, è una sola.
Legga questo link, che è strutturato per gli psicofarmaci ma è utilizzabile in linea generale per quanto riguarda scalaggio e alimentazione.
Faccia SUL SERIO.
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

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