“QUATTRO ANNI DI ZOLOFT, CIPRALEX E PAROXETINA AI MASSIMI LIVELLI. SONO COMPROMESSO?”

LETTERA

Ciao Pietro, per prima cosa grazie per l’ottimo lavoro che stai portando avanti negli anni e per il tuo libro.
Volevo chiederti, per 4 anni ho assunto Zoloft, Cipralex e Paroxetina, tutti ai massimi dosaggi, dato che quando uno non faceva più effetto ne subentrava un altro per rimpiazzarlo.

Ora, dopo 2 anni di dismissione totale da qualsiasi SSRI, ancora non riesco a riprendermi anzi la depressione e l’ansia per le quali ero andato in terapia sono aumentate, in più 6 mesi dopo la dismissione totale mi è venuto fuori anche il DOC.

Pensi possa essere tutto dovuto alla dismissione?
Ormai sono passati 2 anni, dici che sono compromesso?
Che ne pensi?

Ciao e grazie

Lettera firmata


RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi…
Stai di merda e ti meravigli? Io dopo tutti quegli intrugli demoniaci mi meraviglierei, e molto, se TU STESSI BENE.
Immagina il tuo cervello come un computer da programmare. Il tuo programmatore-psichiatra, senza conoscere una cippa di circuiti e linguaggio macchina, ha continuato a inserire programmi a casaccio, sperando di creare invece un meraviglioso pezzo di software…risultato: DISASTRO.
Questo accade per un computer “normale”, immaginati per un cervello umano, dotato di 100 miliardi di neuroni il cui funzionamento è tuttora quasi sconosciuto.
SOLO IL PROPRIO CERVELLO SA COME FUNZIONARE. NESSUNO PUO’ METTERCI MANO. 
Mettiamoci in testa questo concetto.
Ora, sono passati due anni dalla dismissione (non so come tu la abbia portata avanti, se lentamente o velocemente) ma NON DEVI CONSIDERARE il fatto che il farmaco non sia materialmente presente nel tuo sangue (la cosiddetta “emivita”) bensì le profonde modificazioni neuronali che lo stesso ha provocato al tuo cervello, costringendolo per anni a camminare in una condizione di disequilibrio.
Smettiamola di pensare che il nostro corpo sia un essere PASSIVO che subisce le nostre angherie alimentari, farmacologiche ed emozionali SENZA FARE NULLA. Il nostro cervello, quanto attaccato, REAGISCE, producendo sostanze che contrastano quelle assunte.
Ora, prima di tornare a un equilibrio, che SOLO IL TUO ORGANISMO E’ CAPACE DI FARE, ci può volere molto tempo, e questo varia in relazione a quanto è stato bistrattato e quanto tu FARAI LA COSA GIUSTA.
“Fare la cosa giusta” significa chiudere il rubinetto dei veleni in entrata ed agevolare quelli in uscita. 
Alimentazione impeccabile ed eliminazione TOTALE di tutte le malsane abitudini di vita, a cominciare da fumo e caffè.
Questa è l’unica strada che permette PIANO PIANO al corpo di riequilibrarsi, come una ferita che si rimargina: il corpo sa quando intervenire, quando cominciare e quando finire, NON IL MEDICO.
Il secondo passo è acquistare e leggere immediatamente il mio libro: senza acquisire informazioni NON si va da nessuna parte.
Io ci sono
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.