PSICOFARMACI E SUICIDIO: NON RESTIAMO A GUARDARE

LETTERA

Grazie a Lei per la lunga e-mail e per le parole di comprensione.
Intanto, ribadisco che sono stata sul blog veramente per caso, perche’ sono alla ricerca disperata e senza risposta di tutti i miei PERCHE’…
La tragedia si e’ consumata il 26 ottobre 2012,quando io ho deciso di riprendere in mano la mia vita in tre minuti…non ho mai pianto…non riconosco la mia mamma in quel gesto cosi calcolato, cosi da algoritmo perfetto. Nessuna lettera, nessun indizio…
Lei era caratterialmente difficile, fragile..si faceva fatica a renderla felice, perche’ aveva sempre un motivo per essere triste e angosciata…pero’ non da far presupporre una simile fine. D’estate spesso era depressa..ma poi, dopo un paio di settimane, tornava alla normalita’..quest’anno non ce l’ha fatta…dal 2 di luglio ha assunto neurolettici, antipsicotici, antidepressivi, ansiolitici…gocce tipo entac, pillole xanax…
Non e’ migliorata, sembravano farmaci scaduti…
La psichiatra ha scritto diagnosi:PROBABILE DISTURBO BIPOLARE, DEPRESSIONE CON DELIRIO DI ROTTURA…
EBBENE….A SETTEMBRE SEMBRAVA MEGLIO
A OTTOBRE LA FA FINITA, A SOLI 58 anni..io 38 anni , le mie sorelle 34 e 23..mio papa’ 65….siamo morti che camminano…
Grazie…io vorrei mettersu una ONLUS come?
Grazie
F.to Rita

RISPOSTA

Buongiorno Rita,
le rispondo ancora sul blog perché la nostra conversazione non deve assolutamente rimanere fine a se stessa. Troppo importante il suo contenuto. Troppo importante il messaggio che può divulgare.
Per i lettori che capitano sul blog per la prima volta, questa risposta è un seguito all’articolo precedente, a cui vi rimando.
Veniamo a noi.
Lei ha detto “era caratterialmente difficile”, “si faceva fatica a renderla felice”, “aveva sempre un motivo per essere triste e angosciata”.
Inutile “piangere sul latte versato”, ma le sue parole fanno scaturire in me un ulteriore spunto di riflessione.
E mi arrabbio, e anche molto, perché nessun medico ha magari ipotizzato una causa organica al perenne stato di angoscia che affliggeva sua madre.
Nel mondo ci sono milioni di persone depresse che non sanno nemmeno il perché! Persone che si alzano la mattina già stanche e tristi senza sapere che il problema non è nella loro testa, ma soprattutto da quello che mettono in bocca.

Nel caso si cominci a soffrire di disturbi che hanno una manifestazione psichiatrica, prima di imbottirsi, si possono fare delle valutazioni e delle scelte di campo.
Ecco i peggiori nemici della nostra psiche:
-Carne, pesce e proteine animali: causano putrefazione al livello del colon, che è il nostro secondo cervello e il luogo dove si producono i neurotrasmettitori celebrali. Intestino in putrefazione=depressione.
-Zuccheri raffinati: in primis il famigerato saccarosio (zucchero bianco) da tavola: favorisce picchi glicemici che possono portare falsa euforia e conseguente stato depressivo; sballa la produzione di testosterone nell’uomo e interferisce con la normale produzione ormonale; sottrae preziose sostanze nutritive al corpo umano, in quanto è un alimento morto che necessita di enzimi per essere digerito.
Nessuno sconto a zucchero di canna grezzo e non in quanto si tratta sempre e comunque di alimenti raffinati, morti e sepolti. 
Non pensate che sia innocuo solo perché lo vendono al supermercato: è una sostanza chimica che di naturale non ha nulla, potente, dannosa e catastrofica per chi ne è particolarmente suscettibile.
Bocciati senza riserve anche tutti gli edulcoranti, capeggiati dall’aspartame.
-Metalli pesanti: mercurio, alluminio. Il peggio del peggio. Occhio alle amalgame dentali, che causano una continua e incessante intossicazione all’organismo. Il mercurio è risaputo per creare stati mentali che possono arrivare alla schizofrenia.
-Bibite gassate: quando ingurgitate una lattina di coca cola non fate altro che bere, assieme ad essa, una quantità di saccarosio impressionante. Lo stesso vale per tutte le altre bibite in lattina.
-Glutine e caseina: i cereali non sono cibo per tutti. Non sono cibo nato per l’Uomo, bensì per i granivori. L’intolleranza al glutine è ormai considerata un’epidemia su scala mondiale, mentre in realtà è la diretta conseguenza della normale reazione del corpo umano all’introduzione di una proteina a esso incompatibile e sconosciuta.
Sono associati al glutine diversi stati mentali: dalla depressione agli stati immotivati di rabbia, fino alla psicosi.
La caseina, veleno pari alle proteine animali, ha in più il difetto di essere un grande allergene e di incollarsi ai villi intestinali e di non permettere quindi la normale assimilazione dei cibi.
La rimozione del glutine e della caseina in bambini con autismo sta dando risultati impressionanti.
-Vaccinazione: i vaccini sono forse il peggior insulto che può essere fatto a un essere umano. Metalli pesanti, DNA umani e animali. Un insieme di porcherie di cui non vale nemmeno la pena ribadire la tossicità.
-Farmaci: moltissimi farmaci agiscono sui recettori nervosi pur non essendo definiti “psicofarmaci”: dagli antistaminici alla pillola per la pressione; dal farmaco contro la tosse a quello per il mal di testa.
-Denti devitalizzati: un dente devitalizzato è un’appendice morta tenuta attaccata al corpo con la forza. È come se volessero tenervi attaccato un dito putrefatto. La proliferazione incontrollata di tipo batterico, dovuta al marciume presente in una zona così delicata come quella del viso-cranio, può drenare le capacità di reazione del sistema immunitario portando stati depressivi anche gravi.
Quindi cara Rita, la colpa è di chi avrebbe dovuto curare vostra madre, mentre invece si è limitato a giocare all’allegro chirurgo: da rispedire ai banchi di scuola a imparare finalmente cosa siano gli psicofarmaci e l’unico posto dove dovrebbero finire: la spazzatura.
Come poi ha scritto “non riconosco mia mamma in un gesto così calcolato, un algoritmo perfetto…nessuna lettera…nessun indizio”.
Queste parole descrivono esattamente cosa accade quando gli psicofarmaci prendono il controllo: ci si ammazza senza nemmeno sapere il perché.
Se vorrà mandarmi per email i tipi di farmaci che prendeva sua madre gliene sarò grato.
Non arrivi a pensare a una ONLUS: se vuole veramente fare qualcosa, cominci a informarsi e a divulgare come ha fatto e sta facendo, il resto verrà da sé.