NON SI VA IN PSICOSI PER “STRESS LAVORATIVO”: SMETTIAMO DI PRENDERCI PER IL CULO
Prima cosa: non prendiamoci per il culo. Glielo dico bonariamente, per portarla a ragionare.
NESSUNO va in psicosi per uno stress lavorativo, per quanto possa essere invalidante.
Si va in psicosi perché il CORPO, alimentato a cibo sbagliato, caffè e sigarette, CROLLA e non è capace di fronteggiare quanto gli sta accadendo.
Detto questo, il problema ora sta nel fatto che lei è corso a farsi “curare” da “mamma Psichiatria” che in men che non si dica l’ha messa sotto un farmaco potentissimo, che le avrà sicuramente tolto qualunque tipo di paturnia mentale…
Certo, una bella lobotomizzazione chimica… in pratica lei ha barattato TUTTA la sua integrità psicofisica (capacità di emozionarsi, di fare l’amore, di VIVERE, di FUNZIONARE) per un effimero senso di falsa tranquillità.
Ora, tornare indietro è sicuramente possibile, con il “vantaggio” di aver assunto il farmaco per un periodo relativamente ridotto.
Senza ombra di dubbio porterei avanti il protocollo di scalaggio consigliato dalle associazioni a tema, e cioè il 10% al mese.
SENZA OMBRA DI DUBBIO, anche con uno scalaggio lentissimo e un tempo di assunzione ridotto, è assolutamente possibile andare incontro a sintomi di disintossicazione anche severi.
SENZA OMBRA DI DUBBIO, se non si risolvono alla base le cause alimentari/emozionali/organiche/psicologiche/ambientali, togliere il farmaco non serve semplicemente a un cazzo di niente.
Il mio piano di battaglia è:
1) Lettura IMMEDIATA del mio libro “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere”;
2) Lettura IMMEDIATA del seguente link http://pietrobisanti.blogspot.com/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html
Forza e coraggio
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.