IL VERO MASTERCHEF E’ MADRE NATURA: METTETEVELO BENE IN TESTA MANICA DI COGLIONI

Piangere, le lacrime: una delle manifestazioni più meravigliose che il nostro corpo possa esprimere.
Qualcosa che dovrebbe essere fatto in silenzio, nella propria stanza, con se stessi o al massimo attorniati da persone che si stimano veramente.
La morte di un essere umano a cui si era legati, del proprio animale domestico oppure per compassione verso i più deboli ed in difficoltà: queste sono alcune delle motivazioni per cui vere lacrime dovrebbero sgorgare…
Invece, in questo mondo di merda fatto per lo più di apparenza, ci si iscrive ad un reality show che trasforma qualcosa di naturale e vecchio come il mondo (e cioè “nutrirsi” non “mangiare) in qualcosa di eclatante, ove lo “chef” viene portato in auge come il “salvatore della patria”, una figura mistica, quasi surreale.
E chi vi partecipa, oltre a una riverenza che non ha mai nemmeno dato ai propri genitori, mostra una capacità senza eguali di commuoversi davanti a un piatto di “gnocchetti sardi in tripla salsa di…” venuto male, oppure davanti al “compagno di sventure” che viene “eliminato”; come se essere “eliminati” significasse essere condannati al patibolo.
E questi individui sono gli stessi che corrono ad aggiornare la propria bacheca di Facebook quando il loro “povero nonnino lascia questa terra”, senza, ovviamente, versare una sola lacrima.
Cibo ormai assurto a “unica ragione di vita”. Si mette in bocca qualsiasi cosa perché, che lo vogliate ammettere o no, il lavoro del “grande chef” è al 99% quello di trasformare in qualcosa di MANGIABILE (prendendo per il culo i sistemi di riconoscimento del nostro corpo) ciò che sarebbe IMMANGIABILE nello stato in cui si trova.
Senza la cottura e la frollatura la carne farebbe vomitare; senza la cottura e il condimento il pesce farebbe vomitare; senza la cottura le uova farebbero vomitare; senza la cottura e il condimento cereali e legumi sarebbero immangiabili.
Cosa rimane? La perfezione creata da Madre Natura per l’Uomo: la frutta.
Potete trasformare i cibi quanto volete ma non sarete mai in grado di eguagliare la perfezione di una mela, di una pera, di una banana; il sapore sublime di un dattero fresco, di un mango; l’incredibile commistione di sapori di un meraviglioso durian.
No… potrete solo usare tonnellate di spezie, come nei kebab, per coprire l’odore di morte, oppure altrettanti condimenti per dare sapore a un piatto di pasta che senza di essi non saprebbe di nulla, oppure riempire di zuccheri artificiali un dolce per ingannare i sensori del corpo…
In natura non esistono gli chef. Mangiare in natura rimane un’azione propedeutica al nutrimento e non all’ingordigia e al soffocamento delle emozioni.
Una mela non può essere usata per soffocare le emozioni come farebbe una pizza alla salsiccia con un boccale di birra; una mela ti costringe ad affrontare il problema al posto di accantonarlo, perché non ti stordisce, offrendoti invece la lucidità necessaria per metabolizzarlo.
Madre Natura ha inteso fornirci il nostro cibo specie-specifico (e cioè la frutta) per nutrirci velocemente, in modo da poter utilizzare al meglio il nostro tempo.
Invece, ci abbuffiamo di merda per poi dover gioco forza riposare o ricorrere a stimolanti per andare avanti.
Questa è la merda dove siamo arrivati, dopo anni e anni di completo stravolgimento di quello che rappresenta veramente il cibo.
Idolatriamo chi cucina, piangiamo per un piatto fatto male e abbracciamo sconosciuti che vengono “eliminati”.
Svegliatevi coglioni. Svegliatevi ora.
Pietro Eupremio Maria Bisanti