DISTURBO BIPOLARE DI TIPO II: HO DISMESSO IL DEPAKIN AD AGOSTO, MA NON RIESCO A LIBERARMI DI UNA RABBIA COSTANTE

LETTERA

Gentile Pietro,  
mi chiamo Roberta. Ho 39 anni. Da tempo conosco il tuo Blog e condivido i tuoi pensieri. Purtroppo sono direttamente coinvolta perché vivo in prima persona il disagio psichico. Sono tanti anni che sto male, soffro da sempre, ma solo da due anni e mezzo il mio soffrire è stato etichettato: disturbo bipolare II. Avergli dato un nome ha semplicemente permesso di definire con un termine il mio disagio. Ho accettato la diagnosi ma mai le cure. 

Sono sempre stata contro l’uso di farmaci, in generale e in particolare contro gli psicofarmaci. Eppure per ben due anni, disperata e disarmata, ho assunto Depakin 300mg, due compresse al giorno,  che ho scalato a 450mg, 300mg per poi riassumerlo a 600mg in un momento di forte depressione fino al giorno in cui ho deciso di interromperlo scalando sotto il controllo di un medico, all’insaputa della mia psichiatra. 

Dalla metà di agosto sono libera dal farmaco. Mi sono sgonfiata, i capelli sono più forti e le gengive sono ritornate quasi normali dopo essersi ritirate, mentre i miei pensieri sono più lucidi.
Ho cambiato alimentazione: non mangio più carne, non tocco più  farine raffinate e mangio frutta, verdura, legumi e cereali.
Purtroppo però sono sempre vittima degli sbalzi d’umore e in questo periodo invernale sono dominata da tristezza, apatia e rabbia…tanta rabbia che sfogo su chi mi sta vicino e mi ama, mettendo a repentaglio le relazioni. Perché ti scrivo? Non lo so con precisione.  

Forse vorrei sapere la tua opinione. Sono convinta di aver fatto la scelta giusta interrompendo il farmaco. Sono anche fiera di me per non aver mai ceduto all’invito di assumere altri psicofarmaci in concomitanza con il Depakin… ma oltre all’orgoglio non mi resta altro che la fatica di vivere in balia di me stessa.  Cosa sbaglio?
Ti ringrazio per l’attenzione e per il coraggio che dimostri nel denunciare tanta bruttura.  
Roberta
RISPOSTA
Buongiorno Roberta,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

La moderna Psichiatria ti ha finalmente dato un’etichetta, e ad ogni etichetta corrisponde una “cura”.

“Cura”, nel tuo caso, costituita da uno stabilizzatore dell’umore, la cui funzione altro non è che rendere l’elettroencefalogramma piatto, appiattendo quindi l’umore di chi lo assume.

Risultato? Niente bassi o alti drammatici, ma nemmeno gioia, tristezza, lucidità mentale, compassione…

Sei caduta nella trappola del farmaco nonostante le tue convinzioni a riguardo.

E non sono qui a biasimarti per questo, immagino il tuo enorme grado di sofferenza.

Ora però, al posto di stroncare i sintomi, dobbiamo arrivare alla causa del tuo profondo malessere, sia essa organica/fisica/psicologica o tutte e tre.

E cominciamo rinforzando il nostro corpo fisico.

Consiglio numero 1):

La proteina vegetale in assoluto più infiammante è e rimane quella del glutine. Il glutine è una delle CAUSE PRIMARIE di scompenso mentale della nostra epoca, che ci vogliate credere o no.
Quindi, non importa se le farine siano o meno raffinate, il problema è il cereale in sé, quale cibo creato da Madre Natura per i granivori e non per gli esseri umani, pieno di antinutrienti incompatibili con il nostro sistema digestivo.

Le crisi di rabbia che sperimenti possono assolutamente essere collegate all’ingestione di glutine.

Quindi, immediata eliminazione di tutti i cereali contenenti glutine e, fra quelli che non lo contengono, anche del mais, che rimane decisamente allergenico.

Inoltre, anche i cereali senza glutine e i legumi vanno consumati con assoluta parsimonia, essendo anch’essi non facilmente digeribili.

Consiglio numero 2):

Ricordare che pochi mesi di “pulizia” dal farmaco non significa che gli effetti che ha avuto sul sistema nervoso siano passati. Quindi, quello che manifesti potrebbe essere direttamente ricollegato a postumi da dismissione

Consiglio numero 3):

Quello che vado a dirti non te lo dirà nessun medico o psichiatra.

Le crisi di rabbia e anche moltissimi altri problemi umorali possono benissimo essere causati da un altalenante valore di glucosio nel sangue, la cosiddetta glicemia.

Mantenere una glicemia stabile è INDISPENSABILE per mantenere un corretto tono dell’umore.

Gli sbalzi glicemici non sono causati di per sé dagli zuccheri, ma dalla presenza di troppo grasso nel sangue, di qualunque tipo esso sia, animale o vegetale.

Sangue grasso significa impossibilità per l’insulina di lavorare correttamente.

Quindi si passa dall’ipoglicemia, cioè un livello troppo basso di glucosio nel sangue, che scatena, come meccanismo salva vita di compensazione, la produzione da parte delle ghiandole surrenali di cortisolo e adrenalina, che fanno salire sì il livello di zucchero nel sangue, ma al tempo stesso ti inondano di sintomi da stress.

Per poi arrivare all’iperglicemia, cioè il troppo zucchero nel sangue, che costringe il corpo a eliminare lo zucchero in eccesso attraverso le urine.

Entrambi questi stati patologici hanno sintomi ben precisi.

Ipoglicemia: senso di svenimento, fame mostruosa, impossibilità a concentrarsi, rabbia…

Iperglicemia: continuo senso di ansia, come si si fosse pronti a combattere un nemico invisibile.

Questi sono solo alcuni dei sintomi, per far capire quanto sia indispensabile mantenere bassissimo il  livello di grasso nel sangue.

Le calorie giornaliere provenienti dai grassi non devono MAI infatti superare il 10% del totale.

Quindi, via tutte le fonti di grasso: latticini, prodotti di origine animale, oli vegetali (che sono e rimangono grasso allo stato puro, quindi una grandissima porcheria, olio extravergine di oliva spremuto a freddo incluso), noci e semi.

Questo è il vademecum che ho preparato, un vero e proprio piano d’attacco per tornare in salute

http://pietrobisanti.blogspot.it/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html

Io ci sono.

Forza e coraggio
Pietro Bisanti


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