CONVERSAZIONI ABERRANTI IN SALA PARTO

Una donna partorisce, e la mattina dopo si ritrova in stanza con altre che hanno anch’elle partorito da poco.
La prima è vegana, attenta a non bersi tutte le fandonie che la medicina allopatica vuole farci ingurgitare, e super sostenitrice dell’estrema dannosità delle vaccinazioni, soprattutto pediatriche.
La seconda non ha alcuna cognizione di cosa sia giusto o sbagliato, e accetta di far fare un prelievo al proprio neonato, in modo tale che, come detto da i medici “sapremo con certezza di quali malattie potrà soffrire in futuro”.
Vi rendete conto dell’aberrazione di questo discorso? A cosa serve allora non bere, non fumare, non alimentarsi di cadaveri o di latte di altre speci, di cibo spazzatura, quando un banale esame del sangue ci dirà se saremo costretti a morire prima del tempo e di che cosa!?
Un’altra ancora dice “Uffa la carne non mi piace, ma la devo mangiare per forza!”…
Un’altra ancora offre alla saggia vagana un ottimo actimel, considerato ormai la panacea per tutti mali!
Un’altra ancora si lamenta perché l’ospedale non offre automaticamente il latte artificiale dato che lei non ha alcuna voglia di allattare dato che le fa male…
E la nostra amica vegana invece ha il colostro che le esce dal seno senza neanche stringerlo, sintomo di un corpo sano che fa quel che deve fare.
Questo siamo diventati noi umani: un’accozzaglia di lobotomizzati, che hanno trasformato la gravidanza, la nascita e la crescita di un bambino in una cosa difficile, innaturale, artificiale.
E queste povere creature indifese dipendono da noi, e noi le torturiamo con latte artificiale, vitamine artificiali, vaccinazioni, salviette piene di additivi chimici, clisteri per fare la cacca poiché sono stitici a causa del latte artificiale che assumono.
Ognuno di noi è libero di andare anzitempo al camposanto, ma non portate con voi i vostri innocenti figli.