ZYPREXA, XANAX, ZOLOFT, RIVOLTRIL. VOLETE UCCIDERE O GUARIRE QUEST’UOMO?
LETTERA
Salve signor pbisant,
Sono Umberto di Padova. Le scrivo per chiederle un consiglio e anche per raccontarle la mia storia.
A marzo dell’anno scorso 2011 è iniziato quello che definisco il periodo più infame della mia vita. Per una serie di motivazioni stressanti e di ipocondria cominciai ad avere degli attacchi di panico che in prontosoccorso venivano sedati prontamente con valium. Essendo una novità per me diciamo che rimasi particolarmente turbato e stressato per la paura di averne ancora. Tramite il mio medico di base mi venne segnalato il nome di una psicologa che una volta visitatomi mi additò come iperteso e depresso e mi disse che conveniva fare un ricovero in una clinica psichiatrica. Decisi di andare. Il ricovero durò 3 settimane e ogni giorno per 5/6 volte al giorno mi riempirono di zyprexa, xanax,zoloft e rivotril… Finito il ricovero mi dissero di continuare la cura a casa con lo stesso ritmo d’assunzione per almeno un anno. e poi si vedrà. Dopo 2 o 3 mesi di assunzione assidua si è scatenò l’inferno. nausee atroci, mal di testa pulsanti, fegato steatosico con malori da svenimento.. Un giorno ero a lavoro e non riuscivo nemmeno a digitare sulla tastiera tanto era il senso di nausea e malessere che invadeva il mio corpo. Andai in bagno e meditai il suicidio. Cosi non si poteva vivere. Qualcosa di sbagliato stava succedendo. (avevo preso 15 kg). Continuai a ripetermi che i problemi sarebbero presto scomparsi e arrivato al 10 mesi di sofferenze decisi di smettere l’assunzione. Lo feci di colpo. Non c’erano alternative. Seguii il consiglio di valdo vaccaro e stop.
Ora mi risulta difficile anche parlare delle sensazioni che provai. Diciamo che in un paio di occasioni seriamente dubitai di poter sopravvivere. Ma tenni duro. Non c’era altro da fare.. Mi ripetevo che se dovevo riprendere farmaci tanto valeva lasciarci la pelle. Passai 2 mesi a letto. Poi lentamente il mio corpo cominciò a respirare e ripresi a camminare e col tempo anche una mezza giornata il lavoro. Ora a distanza di 4 mesi e mezzo mi ritrovo con l’intestino letteralmente sfasciato. Alcune persone sostengono che lo svezzamento da psicofarmaci è molto lento e colpisce le corrette funzionalità dell’apparato gastrointestinale. E’ decisamente il mio caso. Oltre a questo la mattina mi sveglio con delle sincopi cardiache che mi portano quasi allo svenimento ma poi per fortuna andando faticosamente di corpo riesco a sentire sollievo e si calmano.. Insomma l’inferno non è finito. sto ancora molto male. Non faccio ancora nulla di tutto quello che facevo normalmente. E’ un anno che non riesco a concedermi una serata fuori con gli amici. Mi hanno levato un anno e più della mia vita. Avrei preferito starmene in galera e subire abusi sessuali piuttosto che questo tremendo e inaspettato dramma. L’altro ieri a causa di forti malesseri intestinali mi hanno ricoverato in pronto soccorso e mi hanno somministrato del valium per riuscire a prendere la macchina e tornare a casa perchè altrimenti non riuscirei a guidare… sono ricaduto per un attimo nella trappola.
Ora alla luce di questa storia che sarà la brutta copia di tante altre storie simili che avrà sentito, le chiedo se ha qualche consiglio per facilitare il recupero di questo organismo devastato.
Molto lo faccio con l’alimentazione. Sono vegano.
In attesa di una sua risposta le porgo i miei più cordiali saluti e la ringrazio per l’opera di divulgazione. Questo mondo deve ricominciare a girare per il verso giusto.
Grazie.
RISPOSTA
Sig. Umberto,
mentre leggevo la sua mail tantissimi pensieri mi passavano per la testa.
Siamo alla follia pura. Gli psicologi e gli psichiatri sono ormai fuori controllo.
Stiamo diventando una società medicalizzata, dove il farmaco la fa da padrona.
Per qualunque motivazione, sia essa fisica o psicologica o entrambe, lei abbia cominciato a soffrire di ipocondria o attacchi di panico, purtroppo ha fatto la cosa più sbagliata: andare al Pronto Soccorso.
Per due motivi principali. Il primo è che non si muore, e il secondo è che si è messo in mano a chi proprio nulla capisce di come il nostro corpo funziona.
Sedare un attacco di panico con il valium ha la stessa valenza di tagliare la spia di “controlla motore” che si accende sul cruscotto della nostra auto quando qualcosa non funziona.
Sicuramente il “momento brutto” viene stroncato, ma al tempo stesso da un lato si abitua il corpo a non fronteggiare autonomamente determinati squilibri, e dall’altro non si indaga a fondo sulle cause scatenanti.
Nel mio articolo “LA FORSENNATA CURA DEL SINTOMO” si fa riferimento proprio a questo: i dottori sono “malati di sintomatologia”. Vogliono a tutti i costi stroncare i sintomi senza capire da dove arrivino.
E allora tagliano, drogano, dializzano, trapiantano, senza porsi la domanda su come mai un tumore si sia formato, o per quale motivo una persona possa sperimentare un attacco di panico.
E il bravissimo medico di base, al posto di investigare anch’egli le reali motivazioni alla base, ha optato per la cosa più facile da fare: dritto dritto dalla psicologa.
La quale, a sua volta, al posto di investigare anch’ella le reali motivazioni alla base, le ha proposto un bel ricovero.
I medici ove è stato ricoverato, a loro volta, al posto di investigare le reali motivazioni alla base, l’hanno imbottita come un’otre di farmaci dannosissimi, pericolosissimi e fondamentalmente inutili.
No, anzi, utili solo al fatturato di chi li produce.
Quindi, ricapitoliamo…
Da un attacco di panico si arriva a una terapia combinata con antidepressivi della classe SSRI, antipsicotici potentissimi come lo Zyprexa, uniti all’immancabile Xanax come benzodiazepina, e persino un antiepilettico come il Rivotril.
Roba da folli. Io somministrerei questi farmaci a tutta la catena di sanitari che l’hanno portata dove è ora.
Veniamo a noi.
Aumento di peso: effetto del famigerato Zyprexa. Questo farmaco ha causato e sta causando un’epidemia di diabete negli Stati Uniti, e riesce a far ingrassare le persone anche di 40 kg, con enorme difficoltà a tornare al peso ideale anche dopo la dismissione.
Mal di testa, nausee, fegato ingrossato: tutte reazioni normali di un corpo che fa di tutto per difendersi da un’aggressione chimica di una potenza devastante.
E pensi lei che da un attacco di panico è arrivato a meditare il suicidio…
E se si fosse veramente ammazzato i dottoroni che l’avevano in cura avrebbero detto che si era ucciso per la sua “malattia” e non per il veleno che le avevano con leggerezza propinato (“leggerezza” per usare un eufemismo).
Posso solo dire che riuscire a sopravvivere a tale inferno deve già essere per lei un moto di soddisfazione.
E ora è il momento di riprendersi la propria vita.
Via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.
Tante brutte notizie, vero.
Farmaci, sofferenza, chili in più.
Ma fra tutte queste brutte notizie, una bella c’è.
Il corpo umano è una macchina portentosa, disperatamente pronto a tornare a uno stato di equilibrio quando gli viene data la possibilità.
Non tema i sintomi.
Non tema i dolori al petto, l’ansia, i mal di testa e tutto quello che può capitarle a causa della pregressa assunzione dei farmaci.
Non combatta i sintomi. Pensi piuttosto che ce la può fare.
Il cambio di alimentazione è stato la prima mossa di un programma che va affrontato a denti stretti.
Via i veleni, e dentro tutto quello di cui abbiamo bisogno per vivere in salute.
Prima cosa: ha dismesso i farmaci, e quindi non ne prenda più anche se le sembra di morire.
Non si muore di ansia. E tutti gli attacchi, anche il peggiore, passano.
Seconda cosa: bisogna regolarizzare le digestioni.
Bisogna essere un orologio svizzero al bagno, dato che intestino e cervello sono intimamente collegati e se uno funziona male, l’altro farà altrettanto.
Terza cosa: farmaci e alimentazione vegana non vanno assolutamente d’accordo. Un’alimentazione vegana dona un sangue più fluido, che porterà ancor più velocemente e in profondità gli eventuali farmaci assunti.
Quarta cosa: per vivere abbiamo bisogno di aria, sole e cibo strutturato per noi.
Negli ospedali si fa tutto il contrario: finestre chiuse, niente sole, cibo spazzatura e medicine a go-go.
Quindi, aria pura sempre. Si dorme con la finestra aperta.
Sole ogni qualvolta si riesca: via la maglietta con esposizioni frequenti.
Per il fattore cibo bisogna essere rigorosissimi: in casi di emergenza il “tendenzialmente crudista” non va bene. Qui bisogna essere perfetti, e cioè crudismo totale al 100% con prevalenza di centrifugati di frutta e di verdura che hanno costo assimilativo ZERO.
Il corpo deve essere inondato di vitamine ed enzimi naturali, e non deve essere assolutamente distolto dal grandissimo lavoro di pulizia che dovrà fare.
Crisi eliminative ne arriveranno, eccome.
E bisogna essere pronti ad accoglierle.
Nell’esatto momento in cui il corpo non riceve più gli psicofarmaci che riceveva prima, comincia il suo percorso a ritroso per ritrovare quell’equilibrio, anche celebrale, che gli stessi farmaci gli avevano tolto. E lo fa facendo riaffiorare i sintomi che gli psicofarmaci avevano coperto come il coperchio di una pentola a pressione.
Milioni di persone nel mondo sono nella sua stessa situazione, e moltissime moriranno per mano degli psichiatri senza nemmeno aver avuto la possibilità di rendersi conto di quanto quelle stesse medicine sono state la causa dei loro problemi.
Inoltre, nessun tipo di cereali da ingerire per il momento, soprattutto a causa della mala sopportazione del glutine da parte dell’essere umano, che può causare o aggravare la sintomatologia psicologica in atto.
Si ricordi Umberto che solo il suo sistema immunitario sa cosa sta succedendo al suo interno.
Si affidi con fiducia all’unico medico che la conosce perfettamente, sa quello che deve fare e non le chiede parcella: il suo sistema immunitario.
Lo faccia per se stesso, per chi ama, per dimostrare a se stesso e agli altri che questo schifoso mondo deve cambiare.
Che le persone che manifestano sintomatologie psichiatriche vanno prima di tutto ascoltate, vanno capite.
E va capito il fatto che siamo fatti di anima e corpo, e che quindi l’alimentazione moderna è in primis causa di tanti disturbi mentali.
Così come la mucca mangia la carne al posto dell’erba e sbrocca, l’uomo fa altrettanto mangiando carne e derivati animali incompatibili con la sua struttura squisitamente fruttariana.
Ce la farà Umberto. Siamo tutti con Lei.
NOTA BENE:
Mi chiamo angela e sono ricoverata presso l'ospedale psichiatrico e se non prendo le medicine prescritte dai medici mi prendono con la forza emi fanno dei punturoni da cavallo e milegano al letto cosa posso fare aiutatemi tra le medicine che mi danno c'� lo ziprexa
non capisco come tu possa scrivere dall'ospedale.Cmq se ci sei davvero,tieni duro.In quanto all'articolo sopra,beh direi:è vero che questa è una società medicalizzata ma in molti casi il farmaco è il male minore.Io sono un bipolare e devo curarmi.Il mio disturbo è pesante e in fase up,può portarmi psicosi.Devo solo aspettare una sua rarefazione.Quindi non fate disinformazione.C'e' gente che ha bisogno di cure come chi ne ha bisogno per estirpare un tumore. Non ragionate solo colla vostra mente “normale”.Abbassate un pò la testa che altrimenti urtate sotto le porte.Saluti
Sono d'accordo con il signor Umberto su tutto, tranne per l'alimentazione totalmente vegana.