XEPLION E IMPOTENZA: VOGLIONO CHIMICAMENTE CASTRARCI TUTTI
LETTERA
Salve mi hanno somministrato lo xeplion per 3 mesi, una volta al mese ed è da luglio che non lo prendo, finalmente sono riuscito a evitarlo; ma mi ha creato dei problemi di impotenza.
Vorrei sapere come tornare a essere come prima
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Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come sempre preciso di non essere medico, di non fare diagnosi, di non prescrivere nulla e di non curare nessuno, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Gli psicofarmaci distruggono, tra le tantissime cose, la sessualità di chi li assume.
Mi fa ribollire il sangue ogni qualvolta leggo di consulti psichiatrici ove questi spocchiosi dottoroni negano l’evidenza, attribuendo tali “disagi” non alla terapia, ma alla pregressa condizione!
Ma non fatemi ridere…
Veniamo a noi. Via anzitutto la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.
Rimettersi in “carreggiata” dopo l’utilizzo di psicofarmaci non è mai cosa da poco.
Ma se ne esce, eccome se se ne esce…
Ma bisogna stravolgere il proprio modo di vivere, anche e soprattutto in ambito alimentare.
Alimentazione vegana, il più crudista possibile (ma non troppo, almeno all’inizio, per evitare crisi eliminative troppo forti), con l’avvertenza, importantissima, di tenere la percentuale di calorie provenienti dai grassi al 10% del totale.
Sangue poco grasso=sangue fluido, che fa bene il suo dovere in ogni parte del corpo.
Legga gli oltre 550 articoli del mio blog, e si procuri il mio libro “Assassini in pillole”.
Segua il suo corpo, lo aiuti, e la sua sessualità, assieme a una salute mentale di ferro, torneranno più forti che mai.
Glielo prometto.
Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.
Posso chiedere come ha fatto a evitarlo? Grazie