TI SEI PUNTO CON UNA SIRINGA INFETTA? E CHI SE NE FREGA!

Anni fa, se mi fossi accidentalmente punto con una siringa lasciata da un tossicodipendente in mezzo alla strada avrei passato almeno sei mesi senza dormire, preoccupato e disperato di aver potuto contrarre il famigerato “virus” dell’AIDS.
Tutto infatti ruota intorno alla paura, ed è proprio la paura il sentimento con cui le industrie farmaceutiche tengono a bada interi popoli, spostandoli come marionette nelle loro mani.
Questo non è l’articolo di uno squilibrato che non sa come passare il sabato pomeriggio, bensì la ponderata riflessione di una persona e di tantissime altre che hanno smesso di prendere per oro colato tutto quello che viene detto da delle autorità a cui la nostra salute non interessa affatto, anzi.
E quindi faccio parte di quella schiera di persone che si è fatta delle grasse risate vedendo tutti gli imbecilli in mascherina durante la “pericolosissima” pandemia dell’influenza suina, ovina, bovina e chi più ne ha più ne metta H1N1.
E quindi analizziamo ora il calvario del malcapitato che ha un rapporto sessuale non protetto, e che poi, andando a fare il test per l’AIDS scopre di essere positivo.
Premettiamo che la ricerca sull’AIDS e quella sul cancro sono alla base di una moltitudine di entrate monetarie che farebbero rabbrividire qualunque PIL, eppure, a distanza di quasi 30 anni, e nonostante promesse sempre più clamorose stile “Trovato rimedio per il cancro in un protozoo fossile a 10.000 metri di profondità”, “Il veleno del cobra reale cubano guarisce dal cancro”, “Il vaccino dell’AIDS si potrà ricavare dalla prostata delle scimmia messa a essiccare” si continua a morire di cancro, ma NON si muore di AIDS, dato che l’AIDS, inteso come malattia infettiva NON esiste, dato che i virus stessi non esistono come organismi viventi (vds. mio articolo I VIRUS NON ESISTONO).
Quindi, dicevamo, il malcapitato va dal medico e fa il test, arrivando già in uno stato d’animo pietoso, con instillato il dubbio di poter essere a un passo dal camposanto, e scatenando all’interno del proprio corpo reazioni anche fisiche devastanti, in quanto non dobbiamo dimenticare che le preoccupazioni psicologiche portano alla sovraproduzione da parte delle ghiandole surrenali di numerosi ormoni dello stress, tra cui il cortisolo e l’adrenalina.
E se invece il malcapitato fosse nato nel 1950, prima della farsa AIDS, avrebbe avuto un rapporto sessuale non protetto senza farsi alcun problema, e senza aver paura di qualcosa che non esiste.
E quindi, una volta ricevuto il test, scopre è che è POSITIVO.
Quindi, sentenza di morte, sentenza di una vita senza potersi innamorare e avere rapporti sessuali in tranquillità, tutto perché, nonostante fuori nulla lo dimostri, su di un foglio c’è scritto POSITIVO.
E quindi il nostro amico malato immaginario è praticamente giù morto, in quanto la sua morte psicologica porterà, assieme ai farmaci antiretrovirali che gli saranno somministrati e all’immutato stile di vita, direttamente dritto al camposanto.
Non importa che sarà morto di intossicazione fisica, psicologica e da farmaci, per la spocchiosa medicina allopatica sarà morto di AIDS.
Prima di prendere i famosi farmaci retrovirali, qualcuno vi ha mai detto che erano stati prima utilizzati nel trattamento del tumore e poi ritirati in quanto più cancerogeni del tumore stesso?
Nessun essere umano con un minimo di senno potrebbe pensare di poter guarire un deficit del sistema immunitario con delle sostanze tossiche che andranno ulteriormente a indebolirlo, come nessun essere umano con un minimo di senno potrebbe pensare di guarire da un tumore con delle fiale di chemioterapico che sono a loro volta sostanze super tossiche.
Ci vuole una laurea per capire un concetto talmente semplice?
E la smettiamo di commuoverci e sganciare denaro a fondo perduto quando in televisione ci fanno vedere un bambino africano rachitico e pieno di mosche e ci dicono che sta morendo di AIDS? Quel bambino sta morendo di malnutrizione, stress ambientale e scarse condizioni igieniche, non certo di AIDS.
Eppure ci vuole poco a manipolare le menti e le coscienze delle persone, specialmente, come ho già detto, quando c’è di mezzo la paura.
Eppure se non volete credere al sottoscritto perché senza lauree o attestati, credete magari a Luc Montagneir, premio Nobel per aver isolato il virus dell’AIDS, e che invece recentemente si è rimangiato tutto.
E ha puntato il dito sulla vera causa di ciò che provoca il deficit immunitario che viene chiamato AIDS: lo stile di vita, la cronica intossicazione del corpo umano, la continua mancanza dei cicli eliminativi di cui il nostro corpo necessita.
Noi pensiamo di poterci alimentare con spazzatura, di avere rapporti sessuali non stop (quando il rapporto sessuale è la pratica più succhia-energie che un essere umano possa sostenere), di spremere il nostro corpo con quotidiani dopanti come le droghe, i caffè, le sigarette, gli integratori chimici e di rimanerne immuni.
E poi, al posto di dare la colpa al nostro scellerato stile di vita, ove passiamo anni senza assumere una vitamina che non sia inorganica e sintetica, ce la prendiamo con il nostro partner o con una goccia di una siringa “infetta”.
Troppo facile…
Questo è quello che la società vuole farci credere, e gli fa comodo farci credere.
La realtà è diversa, e cioè che chi leggerà questo articolo e sarà stato diagnosticato come infettato dall’AIDS, in realtà non ha alcun virus che si muove con le zampette dentro il proprio corpo, non è un appestato da evitare, ma è semplicemente un essere umano annientato dal proprio malsano stile di vita.
E che non migliorerà di certo grazie ad un cocktail di veleni, quali sono gli antiretrovirali.
E voi direte…e il neonato che nasce già con “l’AIDS”?
Ognuno di noi parte con un “bagaglio di salute” che i nostri antenati ci hanno trasmesso, e sicuramente ci sono neonati che partono svantaggiati, ma non partono infettati, bensì cronicamente intossicati essendo cresciuti in un organismo cronicamente anch’esso intossicato.
Non esistono mostricciatoli che infettano! Esistono corpi disastrati da anni di vessazione fisiche e psicologiche.
Aprite la mente, anche i famosi test stile ELISA hanno un’attendibilità ridicola, e con standard diversi nei diversi paesi…quindi potreste avere l’AIDS in Africa, ma non in Italia!
Svegliatevi, e svegliatevi presto, ne va della vostra stessa vita.