TANTE DOMANDE DA UN RAGAZZO “SCHIZOFRENICO” SOTTO CLOZAPINA E QUIETAPINA CHE SI STA SVEGLIANDO

LETTERA

Ciao Pietro sono un ragazzo che ti aveva scritto nel blog. Mi hanno diagnosticato la schizofrenia a 19 anni ed ora prendo clozapina e quietapina per tirare avanti la vita. 

Ma io voglio di più voglio parlare e ridere e voglio ragionare con il mio vero cervello. Sto seguendo i tuoi consigli e da una settimana ho tolto glutine e caseina prima. La carne non ancora ma le proteine le si possono prendere dai vegetali. 

La mia domanda è: adesso mi sento più veloce nei ragionamenti e più vivo e carico. È un po’ che i dottori non mi vedono e quando ritornerò mi vedranno sveglio e non tonto. Anche se prendo la terapia. 

Voglio prima mettere a posto il corpo e poi iniziare a scalare. Ora vado al csm quindi non privato. 

Sto facendo delle sedute di emdr se sai cosa è per attacchi di panico quando so che è tutto causato da bassa dopamina dovuta ai farmaci. Se mi vedono così carico anche se sono lucido e non do segni di psicosi possono costringermi al tso e mandare qualcuno a prendermi? 

Dovrei staccarmi ed andare da uno privato? Dovrei sentire un avvocato che mi tutela? Ho paura perché ho un lavoro e sono felice…Ti ringrazio perché Grazie al tuo blog mi hai svegliato e stai aiutando tanti prigionieri di questo sistema che seda l’anima delle persone.

Lettera firmata


RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi…
Grazie anzitutto per le tue parole finali. Moltissime persone nemmeno si chiedono cosa significhi portare avanti un lavoro informativo di questa portata. 
Io me ne fotto altamente: non sono in cerca di gloria. Sto solo dando il mio contributo personale al “risveglio” del mondo; risveglio di chi VORRA’ SVEGLIARSI. Qui non si obbliga nessuno a niente, si insegna a prendere in mano la propria esistenza senza delegarla a nessuno.
Da quanto scrivi nella tua email, si comprende bene che stai intraprendendo la strada giusta, e stai sperimentando su te stesso cosa significhi cominciare a trattare il proprio corpo non come un sacco dell’immondizia bensì come una reliquia.
Non sono qui però a fartela facile. Glutine e caseina sono mostruosamente intossicanti, e sicuramente stai ottenendo benefici dalla loro eliminazione.
Non dimentichiamo al contempo che, comunque, TUTTO il tuo organismo è sotto attacco di una terapia psicofarmacologica MOSTRUOSA e INVASIVA.
Non finisco mai di sbalordirmi di come la “moderna” Psichiatria ragioni: ti hanno abbinato due antipsicotici, tra cui la famigerata Clozapina, che già da sola, in ambito medico, viene considerata “l’ultima spiaggia” allorquando tutte le altre terapie non “abbiano fatto effetto”.
Qualcuno ti ha quindi mai detto che dismettere tale farmaco sia mostruosamente difficile e pieno zeppo di insidie?
Ho visto con i miei occhi tante persone che hanno provato a dismettere la Clozapina: chi lo fa troppo velocemente, rischia crisi psicotiche ALLUCINANTI. Mi sento quindi di dirti di andare piano, molto piano.
Se fossi in te scalerei prima la Clozapina, e lo farei nell’ordine del 5% al mese. Impiegaci anche 20 mesi, ma evita il più possibile di finire in crisi psicotiche a cui la società risponderebbe imbottendoti ancora di più.
Dopo un mese dalla dismissione della Clozapina, comincerei a dismettere l’altro farmaco, nell’ordine del 10% al mese. Quindi 30 mesi di dismissione totale.
E sono assolutamente d’accordo su come tu ti stia muovendo: concediti due-tre mesi di miglioramento alimentare, per poi cominciare la dismissione.
Ricorda però che non basta l’eliminazione di glutine e caseina. Bisogna virare con GRADUALITA’ ma con COSTANZA verso un’alimentazione vegana, ad alti livelli di crudismo e a bassissimi livelli di grasso. Tanta tanta tanta frutta.
Questo però, come detto, deve avvenire con gradualità, perché il tuo corpo è così gravemente intossicato dalla merda che assumi che, paradossalmente, ha bisogno di tempo per riabituarsi a ricevere cibo “giusto e normale”.
E togliti dalla testa quelle boiate sulle proteine. L’uomo ne ha bisogno di una quantità irrisoria, che trova comodamente nella frutta e nella verdura crude. Altrimenti, come diamine giustifichi la potenza del gorilla, del rinoceronte, del toro? Basta farsi prendere per il culo da questi luoghi comuni da lobotomizzati sociali!
Frutta e verdure crude: tutto il resto è “optional”.
Anche le sedute di EMDR: ben venga ciò che ritieni possa darti una mano, ma tieni bene a mente che la guarigione NON consiste nella soppressione del sintomo bensì nel riequilibrio totale del corpo anche e soprattutto attraverso un’alimentazione e uno stile di vita impeccabili.
Ora passiamo al lato squisitamente giuridico…
Fuori dal regime di TSO, nessuno può essere obbligato a nulla, tanto meno all’assunzione di farmaci.
Non sei quindi obbligato a frequentare né il CSM né uno psichiatra privato.
Tra la “teoria” e la “pratica” le cose però possono cambiare enormemente.
Infatti, tu hai il diritto, in assenza di un’urgenza psichiatrica, di fare quel diamine che ti pare, ma LORO hanno comunque le armi del TSO e dell’ASO, con l’aggiunta di una ampia “libertà” di diagnosi…
E non sempre lo fanno in cattiva fede: si sentono responsabili di chi hanno in carico, e in parte lo sono in relazione a quanto indicato dal Codice Civile, e per loro “curare” significa “prescrivere farmaci”.
Hanno paura delle conseguenze giuridiche di un atto violento commesso da un loro paziente quanto il paziente stesso ha paura di loro: un cane che si morde la coda.
Quindi, una volta “presi in carico” il mio consiglio è di sganciarsi con intelligenza, senza “aggredirli”.
Nel tuo caso specifico, vai avanti a presentarti ai colloqui, sii sempre collaborativo, e quando ti sentirai pronto alla dismissione dai farmaci, se lo vorrai, provvederò ad assisterti nelle comunicazioni con il CSM, in modo che si provi a concordarlo con loro. 
Nessuno ha “interesse” a farti un TSO senza i presupposti di Legge: stai assumendo la terapia e non sei in urgenza psichiatrica. Non stai “fuggendo” da loro. Quindi non devi temere nulla. Se ci dovesse essere un abuso bello e buono, fammi sapere subito, e verrai aiutato e assistito come faccio con tutti.
Puoi anche valutare la presa in carico da uno psichiatra privato (e anche in questo caso saprei da chi indirizzarti). In questa circostanza, si comunicherebbe formalmente al CSM che stai continuando il tuo percorso di cure privatamente.
Come vedi ci sono soluzioni diverse, e devi essere tu a scegliere cosa fare.
Io non ho il benché minimo dubbio che la guarigione VERA e DURATURA sia solo una: dismissione dei farmaci lenta a costante, cambio alimentare ed emozionale lento e costante, sganciamento dal CSM attraverso un protocollo concordato di dismissione con loro o presa in carico da uno specialista privato.
Senza fretta. 
Con calma, prudenza e intelligenza si arriva dove si deve arrivare.
Inutile correre per poi finire ricoverati e fare un passo in avanti e mille indietro, no?
Rifletti sulle mie parole e decidi: chiunque segua la via della salute, avrà sempre il mio appoggio incondizionato.
Avanti così
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.