“SONO GUARITA (??) DA UNA PSICOSI NAS CON RISPERDAL E XEPLION. COSA NE PENSA DEL DIGIUNO?”
Dobbiamo anzitutto metterci d’accordo…
Lei fa una affermazione importante, e cioè dice di essere guarita da una psicosi nas attraverso l’utilizzo del Risperdal e dello Xeplion.
Quindi, se questi “miracolosi medicamenti” l’hanno guarita dall’accozzaglia di sintomi a cui hanno dato il nome di “psicosi nas”, perché sente il bisogno di fare un digiuno?
La mia idea è molto, molto diversa. Lei non è guarita proprio per niente. Un anno di queste porcherie chimiche non hanno fatto altro che renderla talmente inebetita da arrivare a pensare di essere guarita… guarita da cosa poi…
Mi piacerebbe sapere, oltretutto, DA QUANTO TEMPO NON ASSUME PIU’ NULLA…
Detto questo, ritengo che il digiuno sia uno strumento FORMIDABILE per mettere il corpo nelle condizioni di autoripararsi ma anche qui bisogna fare dei DISTINGUO ben precisi.
I primati, specie animale a cui l’uomo appartiene, NON digiunano in natura. Mangiano tutti i giorni. Ma mangiano, da quando nascono, il loro cibo SPECIE SPECIFICO, senza nessun tipo di sgarro. Mai.
L’uomo, che è l’unica specie vivente a sgarrare praticamente in continuazione, può e DEVE ricorrere al digiuno a mio avviso solo ed esclusivamente in situazioni emergenziali, ovvero quando la salute sia già così compromessa da avere assolutamente bisogno, per il suo ristabilimento, di una “terapia d’urto”. Questo naturalmente quando si parla di digiuni prolungati nel tempo, in quanto quelli brevi, giornalieri o fino a tre giorni, possono diventare una sana abitudine da praticarsi ogni tanto.
Questo perché il digiuno NON è affatto una PASSEGGIATA, anzi.
Mettere a riposo il sistema digestivo significa permettere al corpo di fare le pulizie in grande stile, con tutto quello che ciò comporta.
Infatti, ognuno ha un diverso stock tossico, e la crisi eliminativa che l’organismo mette in opera allorquando in uno stato di privazione alimentare può essere anche molto, molto SEVERA.
Severa al punto da diventare in alcuni casi ingestibile e anche PERICOLOSA. E’ il caso, ad esempio, degli psicofarmaci. A mio avviso, digiunare poco dopo averli dismessi, significa andare incontro a reazioni di depurazione a volte ingestibili.
La mia domanda è…ma chi diamine ci corre dietro?
A mio avviso il VERO obiettivo è instaurare un regime di vita/alimentare perfetto nel medio-lungo periodo, arrivando ai risultati in maniera molto più morbida e progressiva.
Infatti, fare un digiuno di 40 giorni per poi riprendere le vecchie abitudini di vita è un SUICIDIO.
Quindi, sì ai brevi-brevissimi digiuni saltuari, sì ai digiuni prolungati in caso di situazioni emergenziali ma NO e poi NO al digiuno come arma per purificarsi in fretta.
Meglio, a mio umile parere, mille volte una alimentazione crudista al 100% a bassissimo livello di grassi per SEMPRE che non 40 giorni di succhi per poi tornare a mangiare riso e patate.
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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