SCALAGGIO PSICOFARMACI: BENVENUTI ALL’INFERNO.

Chiunque assuma psicofarmaci, oltre a essere conscio della estrema pericolosità e dannosità delle sostanze che assume, deve anche essere preparato al momento in cui deciderà di scalarli.
Non voglio infatti soffermarmi ulteriormente su quanto tali sostanze siano una porcheria, che mascherano i sintomi quando va bene, distruggendo il corpo e la mente (ho infatti scritto diversi articoli in questo blog a riguardo).
Voglio rendere chiaro che scalarli può scatenare in un gran numero di casi delle crisi di astinenza tali da trasformare questa procedura in un vero e proprio inferno sceso in terra.
Soprattutto le benzodiazepine (quindi tutti i tranquillanti) che gli antidepressivi della classe SSRI sono i peggiori e i più ostici da dismettere.
Tremori, nausea, incubi notturni, manie omicide, voglia di fare o farsi del male, delirio, stati depressivi gravissimi, sensazione di scosse elettriche al corpo sono solo alcuni dei sintomi causati dalla dismissione del Prozac, del Paxil, del Wellbutrin, del Celexa, dell’Entact, del Cipralex, tutti nomi che hanno una sola cosa in comune: sono sostanze demoniache, che quando va bene danno un senso di sollievo momentaneo, ma che portano un conto da pagare molto salato quando si tenta di abbandonarle.
Internet è pieno di testimonianze di persone che hanno impiegato anni, a volte senza riuscirci proprio, a scalare queste sostanze, che piano piano si sostituiscono arificiosamente alla produzione dei neurotrasmettitori celebrali, diventando indispensabili non PER STARE BENE, ma per TENTARE DI CONDURRE UNA VITA “NORMALE”.
Gli psichiatri prendono tutto sotto gamba, e l’ignaro paziente, oltre a non essere reso edotto che ci sono moltissimi altri modi naturali di combattere gli stati d’ansia e depressivi, viene “tranquillizzato”, e non gli viene spiegato bene che quando deciderà di scalare andrà incontro a serissime reazioni avverse.
Ma cosa sono queste reazioni avverse?
Quando si tenta di scalare uno psicofarmaco, il corpo, trovandosi privato di una sostanza dannosa che lo aveva forzosamente obbligato ad alterare il proprio stato biochimico, cerca disperatamente di tornare a una nuova condizione di normalità.
IL CORPO NON VA MAI CONTRO SE STESSO e quando viene diminuito lo psicofarmaco assunto, il corpo si autoregola, ricominciando a produrre tutti quei neurotrasmettitori celebrali che venivano prima falsamente sostituiti dall’antidepressivo di turno.
Tutto questo ha però un prezzo da pagare: PER STARE MEGLIO BISOGNA PRIMA STARE PEGGIO, come ho scritto in un altro articolo.
Significa che la transizione fa scattare una vera e propria crisi eliminativa, per cui il corpo butta fuori le tossine accumulate facendo sentire peggio di prima.
E QUI BISOGNA TENERE DURO, perché come in un tossicodipendente, le crisi di astinenza non sono altro che il tentativo disperato del corpo di tornare alla normalità.
I consigli utili sono quindi questi: scalaggio assolutamente lento, tanto più lento quanto più lungo è stato il tempo di assunzione.
Alimentazione VEGANA il più possibile CRUDISTA per fornire al corpo tutte le sostanze di cui avrà bisogno per affrontare un percorso così duro e delicato.
NON CEDERE alla tentazione di assumere altri farmaci per combattere gli effetti della crisi eliminativa: avere fiducia nel proprio corpo e nelle proprie possibilità. Tutto passa, e il nostro sistema immunitario sa meglio di qualsiasi altro dottorone spocchioso quello che deve essere fatto.
NON INIZIARE proprio a prendere psicofarmaci: sono come le sirene di Ulisse. Prima ti seducono e poi te la mettono nel posteriore senza tanti complimenti.
INVESTIGARE a fondo le possibili cause e concause di tipo FISICO: moltissimi problemi fisici hanno come risultato manifestazione di tipo psicologico a cominciare dalla depressione.
Passare a un’alimentazione VEGANA tendenzialmente crudista: l’unica scelta alimentare possibile in sintonia con l’essere umano.
CREDERE in voi stessi e non in un mentecatto laureato, pagato dalle case farmaceutiche, che vi usa come cavie somministrandovi sostanze che alterano il vostro stato di coscienza.
La Natura è la madre medicatrice di tutti i mali, come diceva Ippocrate: come si può pensare che una sostanza di sintesi, della quale NON SI CONOSCE IL FUNZIONAMENTO (proprio così! Leggete sul bugiardino dei vostri psicofarmaci) possa positivamente “interagire” con meccanismi celebrali dei quali, ancora oggi, nessuno sa niente?
Una sola parola: gettate tutto nello sciaquone e tirate lo scarico!