PRIMA TI COLPISCONO CON LO XANAX, POI LA DIAGNOSI FARLOCCA DI “INFIAMMAZIONE DEL NERVO DI ARNOLD”, INFINE COLPO DI GRAZIA CON L’ANTIDEPRESSIVO. COME DEFINIRESTE QUESTO “LUMINARE”?
Buongiorno
Qualche mese fa, a seguito di un periodo molto intenso e stressante, ho iniziato ad avere degli attacchi di panico, riconoscibili in quanto già anni orsono mi erano accaduti. Il medico mi ha prescritto 10 gc Alprazolam x 3/g.
Essendo che il mondo degli psicofarmaci non mi ha mai attratta per il discorso della dipendenza, ho deciso di prendere 8 gc al mattino e 5 la sera, modulandole a seconda del mio pensiero, ovvero convincendomi che al bisogno, facessero il loro magico “effetto placebo”.
Non aumento l’Alprazolam, ma rendo stabile la dose al mattino – 8 gc – e nel pomeriggio tardo 4/5 gc.
Il medico mi fa la diagnosi di “infiammazione del nervo di Arnold” e mi prescrive 4 gc di Laroxyl, la sera prima di andare a dormire. Mi spiega, alla mia domanda sulla necessità di prendere un antidepressivo per una nevrite, che preso a basso dosaggio interrompe la comunicazione nervo – dolore, ma che la terapia va fatta almeno per tre mesi, per via della “memoria dei nervi”.
Io afferisco il fatto che il dolore sia scomparso velocemente, non alle gocce bensì al nome della diagnosi…ovvero secondo il mio pensiero personale, al momento che viene dato un nome alla malattia, io reagisco e il mio corpo reagisce…quindi scompaiono gli attacchi di panico e la nevrite.
Continuo le gocce fino a lunedì mattina, quando mi sveglio con una colica della colecisti che mi spedisce all’ospedale.
Parlando con un amico, mi spiega la relazione tra cistifellea, paura, fegato, intossicazione, secondo la medicina cinese. Non mi addentro nella spiegazione, ma viene persino evidenziato che la cistifellea infiammata provoca tensione muscolare al collo e alle spalle e di conseguenza la nevrite che si irradia alla testa.
Ora, col senno del poi è facile comporre il quadro ma, partendo dal panico e arrivando alla colica, la faccenda si complica per un comune mortale.
RISPOSTA
La storia si ripete ciclicamente, è sempre la stessa.
Si pensa sempre ERRONEAMENTE che il problema arrivi a causa del PERIODO STRESSANTE.
Il periodo stressante altro non è che la goccia che fa traboccare un vaso già strapieno di merda: cibi sbagliati, farmaci, zero attività fisica, poco o niente sole.
Lei immagini di essere una Ferrari parcheggiata da anni e che prova a far funzionare con del carburante diesel…
E al posto di accogliere il sintomo, in questo caso l’attacco di panico, e di lavorare per eliminare le vere cause organiche/fisiche/psicologiche/spirituali alla base, ecco che si ricorre, seppur in questo caso con qualche dubbio (ed è ancora peggio) alla pillolina magica.
Pillolina, in questo caso lo Xanax, che io invece definisco un “fortissimo stupefacente legalizzato” capace di creare sconquasso e dipendenza a una velocità inimmaginabile.
Ecco che lo Xanax provoca il problema del mal di testa, che lei, ancora una volta, tenta di soffocare con un antidepressivo “a basso dosaggio”.
Se io le dicessi di sniffare solo 0,05 grammi di cocaina, a “basso dosaggio”, lei cosa mi risponderebbe?
In Natura esistono solo due tipi di sostanze: quello che fanno bene, compatibili con l’uomo, e quelle che fanno male, incompatibili.
La chimica è SEMPRE incompatibile.
Poi, ecco che arrivano le coliche, naturale conseguenza dell’utilizzo di merda che lei però definisce “a dosi omeopatiche”.
Non esistono dosi omeopatiche quando si tratta di psicofarmaci, che sono dannosissimi anche a livelli bassissimi.
Ora, capito questo, faccia una scelta di campo, netta:
1) o sta con la natura, il suo corpo e la sua capacità di autoguarirsi attraverso uno stile di vita impeccabile, anche e soprattutto a livello alimentare, attraverso la vera eradicazione della cause e non una mera soppressione sintomatologica.
2) oppure, continui a rimpinzarsi di chimica per coprire il suo stile di vita contronatura.
La salute è una cosa NORMALE e SCONTATA per tutte e creature viventi tranne l’uomo.
Sarò lieto di ascoltare la sua versione dei fatti sulla chemioterapia, ma sia coerente con se stessa. Se ha fatto o farebbe la chemio, allora continui ad assumere psicofarmaci.
Io ci sono
Pietro Bisanti
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.