“PRENDO IL FARMACO UN GIORNO SI’ E UNO NO”: PIANTATELA DI FARE STRONZATE!

LETTERA

Salve soffro da anni di depressione,
all’inizio prendevo il Valium e Serenase, poi mi sono fatto togliere il Valium e adesso prendo solo il Serenase un giorno sì e un giorno no, una scelta mia di prenderlo alternato contro il parere della psichiatra.

Lei mi dice di prenderlo tutti i giorni, posso prenderlo alternato e mi piacerebbe anche eliminarli del tutto con il tempo, soffro anche di acufene cosa mi consiglia grazie

Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L’Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell’autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.

Qui bisogna partire dalle BASI. Altrimenti si rischia di dare solo aria alla bocca.
Prima di addentrarci nel suo “scalaggio a giorni alterni”, bisogna chiedersi: perché DIAMINE un essere umano deve continuare a soffrire per anni di depressione?
Lei è forse su questa terra per fustigarsi ogni giorno? Io dico a gran voce NO!
Ognuno di noi, nel proprio percorso di gioie e dolori, ha il DIRITTO e il DOVERE di cercare di vivere al meglio la propria esistenza.
E si parte dal considerare il proprio involucro dell’Anima (cioè il nostro corpo fisico) come una reliquia da trattare con i guanti bianchi e non come un sacco dell’immondizia ove buttare qualunque porcheria alimentare/emozionale.
Cosa significa tutto questo?
Significa che il nostro corpo è in primis una macchina  BIOCHIMICA, il cui funzionamento è anzitutto legato alla QUALITA’ del carburante/alimento che noi gli forniamo, e da cui esso stesso trae l’energia per portare a compimento tutte le sue funzioni, tra cui quella del MANTENIMENTO DEL TONO DELL’UMORE; in secundis, è una meravigliosa essenza spirituale, che VIVE e “respira” grazie alle emozioni che noi gli forniamo. Un aspetto NON PUO’ PRESCINDERE DALL’ALTRO: per vivere emozionalmente in armonia BISOGNA alimentarsi compatibilmente alla nostra struttura di essere umani.
Ora, nel suo caso, abbiamo un ulteriore ostacolo, e cioè l’utilizzo di psicofarmaci.
Sono molecole potentissime, che alterano in maniera pesantissima la delicatissima biochimica cerebrale.
Quindi, lei non saprà MAI quale sia il suo vero IO interiore fino a quando non permetterà al suo cervello di lavorare autonomamente e correttamente.
A questo certo si arriva attraverso l’eliminazione dei farmaci ma certo NON NELLA MANIERA IDIOTA in cui lo sta facendo lei.
Ribadisco ANCORA UNA VOLTA di non essere un medico ma io, se mi trovassi nella sua stessa situazione, adotterei un sistema molto diverso, e cioè scalerei un farmaco alla volta, massimo del 10% al mese, con un mese di riposo tra uno scalaggio e l’altro.
Questo, di pari passo con un COERENTE, PERSEVERANTE e COSTANTE cambiamento dello stile di vita, alimentare in primis.
Piano di battaglia: lettura IMMEDIATA del mio libro “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere” e di questo link http://pietrobisanti.blogspot.com/2015/12/come-ci-si-disintossica-dagli.html.
E ragioni con la SUA TESTA. E prenda la decisione che lei ritiene migliore. 
Ognuno di noi deve essere il primo responsabile della propria salute.

Per ultimo…per l’acufene? NON HO ALCUN DUBBIO, trattandosi di un “effetto collaterale” molto comune, che sia stato farmaco-indotto. Si tocca la biochimica cerebrale, praticamente sconosciuta, e si pretende di non fare danni… La mia risposta è la medesima. Cominci a vivere come un essere umano, e tutto si aggiusta.

Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.

Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.

In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

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