ODE AI PAZZI

Depressi, ansiosi, autistici, schizofrenici, psicotici, bipolari, che l’Universo vi benedica!
Quante terminologie si è inventata la psichiatria moderna, forse la peggiore branca della medicina allopatica, per catalogare, nel famigerato DSM (la “bibbia” dei disturbi psichiatrici) tutte le sfaccettature dei comportamenti umani.
Comportamenti che, senza alcun dubbio, alcune volte sono realmente patologici, ma come sempre, al posto di scoprirne la causa, ecco che si passa alla contraerea.
Bombardamenti a tappeto fatti di Prozac, Serenase, Paxil, Strattera e Ritalin (questi ultimi fino a poco tempo fa inseriti nella tabella del D.P.R. 309/90 come vere e proprie sostanze stupefacenti e ora magicamente autorizzate per uso medico anche sui bambini), nati per mascherare il sintomo, per dare quella parvenza di normalità distruggendoti a poco a poco, quando va bene.
Omicidi e suicidi, spesso in ambito famigliare, sono ormai all’ordine del giorno, e quando non sono implicati alcol e droghe, ecco che si scopre che il malcapitato assumeva psicofarmaci.
Ho personalmente analizzato decine e decine degli ultimi fatti di cronaca nera definiti inspiegabili, scoprendo che moltissimi dei coinvolti in omicidi in ambito famigliare senza nessuna apparente causa assumevano una speciale classe di antidepressivi denominata SSRI (il cui capostipite è il famigerato Prozac, assieme ai successivi Zoloft, Wellbrutin, Paxil, Cymbalta, Effexor, Lexapro etc..).
Per non parlare poi degli attacchi di panico, con un’epidemia che ormai conta centinaia di milioni di persone nel mondo.
E queste sostanze quindi che fanno, a cosa servono? A nulla, zero totale. Manipolando i recettori celebrali creano, quando non portano a impulsi di omicidio o suicidio come purtroppo spesso accade (e infatti la FDA americana è stata obbligata a inserirlo a caratteri cubitali nei bugiardini), uno stato di benessere apparente, quel sorriso “da ebete” che compare sulla faccia di un depresso sotto cura che, nonostante il mondo stia crollando, lui dice “che va tutto bene”.
Ma poi i giornali scrivono che il malcapitato ha ucciso o si è ucciso “perché era depresso” e non “perché assumeva uno psicofarmaco che gli ha fatto fare quelle azioni”!
Negli Stati Uniti è pieno di class action contro le multimiliardarie case farmaceutiche, per bambini sotto antidepressivi che hanno sterminato le proprie famiglie nel sonno, informatevi!
Questi farmaci indeboliscono ogni giorno il corpo, che reagisce, manifestando quegli “effetti collaterali” che sono la reazione del corpo all’immissione di una vera e propria sostanza tossica, al pari degli stupefacenti.
Effetti collaterali che si manifestano in impotenza, anorgasmia, perdita o eccessiva acquisizione di peso, diabete e chi più ne ha più ne metta. In pratica ti trasformano in un flaccido ciccione impotente, ma chimicamente felice…
Quando impareremo che gli “effetti collaterali” dei farmaci, degli psicofarmaci in particolare, sono comunque effetti del farmaco stesso e della reazione che il corpo ha per contrastarli?
E come non parlare degli effetti terrificanti di chi cerca di smetterli, con crisi di astinenza mostruose.
Senza che gli psichiatri affrontino minimamente il lato organico, fisico di un essere umano, analizzandolo in maniera totalitaria, olistica, ortomolecolare, cioè capendo che anima e corpo sono un continuum, un tutt’uno.
Se il colon è marcio, e proprio lì si creano i neurotrasmettitori celebrali, il cervello funzionerà male, ed ecco che partono depressioni, psicosi e schizofrenie.
Quando il sangue è tossico e il pancreas lavora male, ecco che arrivano gli sbalzi glicemici, che portano depressioni e attacchi di panico.
Quando il nostro intestino è un cimitero fatto di cadaveri frollati, ecco che tutto lavora male, cervello compreso.
Più frutta, più verdura crude, disintossicazione totale, queste sono le soluzioni, non le bombe chimiche che milioni di disperati nel mondo sono costretti a prendere, quando la soluzione sarebbe a costo zero.
Un’alimentazione vegana rafforza tutto il corpo, spirito compreso, permettendo di vedere le cose in maniera diversa, sotto un’angolazione più ottimistica, che vi permetterà di stare lontano dagli studi degli psichiatri.
Smettiamola di bere la palla dello squilibrio biochimico del cervello che arriva così, senza motivo: se siamo marci dentro, i nostri pensieri non potranno essere positivi, e basterà anche un lutto, o una perdita di lavoro per mandarci nel baratro più profondo, perché, da intossicati, SIAMO GIA’ DEBOLI.
I malati di mente NON esistono: esistono i malati di corpo che manifestano sintomi psicologici, non dimentichiamolo mai!