MORTO L’ATTORE ROBIN WILLIAMS: ALCUNE MIE CONSIDERAZIONI

Stamattina, come mio solito, mi sono collegato a Tgcom per leggere le ultime notizie.
Ho appreso quindi della morte dell’attore Robin Williams, che sarebbe deceduto “per asfissia”.
Al di là dei milioni di post su Facebook dove, da un momento all’altro, tutti si sono trasformati in suoi appassionati fan, oltre che critici cinematografici che hanno visto centinaia di volte tutti i suoi film, voglio esprimere alcune mie opinioni personali in modo da imparare qualcosa da questo tragico fatto.
Nessuno conosceva quest’uomo, quindi solo i suoi prossimi congiunti/amici veri possono esprimere veramente che cosa stesse provando e quali fossero le sue condizioni di salute.
Non sono nessuno e non mi interessa giudicare chi fosse il Robin Williams essere umano, ma una morte “pubblica” ci sbatte davanti ancor più fortemente il ruolo che gli psicofarmaci hanno ormai saldamente preso in questa società.
L’ipotesi più probabile è che egli si sia ucciso impiccandosi. Era un pregresso assuntore di cocaina ed era stato in clinica per disintossicarsi.
Conoscendo la mentalità degli Stati Uniti d’America, disintossicarsi dalle droghe e dall’alcol significa smettere quelli e cominciare ad assumere psicofarmaci, soprattutto antidepressivi SSRI o SNRI.
La cocaina brucia lentamente i centri dopaminergici del piacere, e gli antidepressivi quindi vengono utilizzati per aiutare il malcapitato di turno a tornare a provare una benché minima emozione positiva.
Anche quest’ultimi però, quali sostanze chimiche di totale sintesi, fanno vedere la loro vera natura più presto che non.
Un cervello, quello di Robin Williams, totalmente inondato di chimica.
Un po’ come quello di Vasco Rossi, che può anche apparire tranquillo (pieno di psicofarmaci fino alla punta dei capelli), ma che nessuno sa quali crisi lo colpiscano quando è a casa da solo con i suoi demoni.
Ogni secondo c’è un Robin Williams che si impicca. E questo non avviene solo perché “abbiamo problemi”.
Tutti noi affrontiamo giornalmente la vita, e per quanto puoi essere forte, essa ti sbatterà sempre al tappeto.
Per rialzarsi ed affrontarla, abbiamo bisogno del nostro involucro, funzionante al 100%.
Siamo materia organica. Le nostre emozioni sono il risultato tanto del nostro vissuto, quanto di quello che portiamo alla bocca (cibo) o sniffiamo (droghe).
Robin Williams, come milioni di persone nel mondo, non si è ucciso, a mio sommo parere, solo ed esclusivamente per i suoi “problemi”.
Il corpo e il cervello di quest’uomo non erano più in grado di produrre quella chimica interna che è indispensabile per provare sentimenti di gioia e di speranza.
Suicidio indotto da antidepressivi. Posso sbagliarmi, ma ormai è una marea inarrestabile.