MILLE DIAGNOSI DIVERSE: DEPAKIN, MUTABON E IPOTIROIDISMO

LETTERA

Salve sono un ragazzo di 30 anni. 
Ho letto con curiosità alcune sezioni del suo blog.
Da qualche anno sono nel vortice di psichiatri, psicologi e psicofarmaci più disparati. Alcune volte funzionanti altre volte meno. Sono affetto anche da ipotiroidismo prendo tirosint da 75. Attualmente mutabon Ad e depakin chrono 500. Mille “diagnosi” psichiatriche. Si vede che non sanno neanche loro dove andare a parare. 
Sono anche io dell’opinione che gli psicofarmaci siano “veleno”. Ma a volte mi sono trovato sul margine ed ho dovuto “cedere”. Stanchezza cronica, eccessiva preoccupazione x gli eventi. 
Il fatto stesso di prendere farmaci mi mette ansia. Anzi non poche volte mi trovo a pensare se il mio cervello non abbia subito danni dopo le varie “cure”. E ciò mi martella.
Vorrei la sua modesta opinione e consiglio come sempre.
Saluti.

Lettera firmata

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.

La prima cosa che voglio farle notare è questa: il corpo non è diviso a compartimenti stagni, un po’ come i mattoncini della Lego.

Tutti i nostri organi, cellule, tessuti sono intimamente collegati fra loro, e se da una parte qualcosa funziona male, ecco che un’altra parte, magari anche distante, può esserne negativamente influenzata.

Intestino e cervello, ad esempio, sono collegati, anche a livello di nervi.

Per questo, un intestino intasato e in disbiosi può essere la causa di disturbi mentali anche severi.

Capito questo, si trova subito il collegamento tra il suo diagnosticato ipotiroidismo e le successive diagnosi psichiatriche.

Sono due facce della stessa medaglia, e la soluzione non la si trova di certo continuando ad imbottirsi di farmaci, psichiatrici e non.

Il nemico è uno solo, e si chiama tossemia interna.

E la causa principale dell’accumulo di tossine è e rimane l’alimentazione errata.

Ora, lei è il solo detentore del potere di scelta riguardo alla sua salute, ai sensi dell’art. 32 della nostra Costituzione.

Se non in Trattamento Sanitario Obbligatorio, lei ha la possibilità di fare quello che meglio ritiene.

Le dico cosa farei io al suo posto.

Scalaggio lento e graduale dei farmaci, compreso quello per la tiroide, iniziando con un farmaco alla volta, eliminando non più del 10% al mese, così come da collaudati protocolli standard.

Abbracciare senza riserve un’alimentazione vegana, crudista quanto basta, anche questo secondo un percorso graduale.

Circondarsi di persone che possano arginare le crisi da dismissione, che possono essere mostruosamente pesanti da gestire, tanto da farla ripiombare sotto le amorevoli cure dello psichiatra, che avrà una ragione in più per etichettarla come “paziente che rifiuta le cure”.

Lei stesso ha definito gli psicofarmaci come “veleno”. Io, invece vado oltre, etichettando tutti i farmaci come veleno, e sono della convinzione che la farmacologia debba rimanere solo ed esclusivamente relegata alla fase di urgenza e pericolo di vita. Tutto il resto è secondo me solo accanimento terapeutico.

I farmaci assopiscono i sintomi. Lei ha bisogno di eliminare le cause.

Si procuri il mio libro “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere”.

Ora ha i fatti. Sta a lei combattere.

Pietro Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.