MILLE DIAGNOSI DIVERSE: DEPAKIN, MUTABON E IPOTIROIDISMO
Veniamo a noi.
La prima cosa che voglio farle notare è questa: il corpo non è diviso a compartimenti stagni, un po’ come i mattoncini della Lego.
Tutti i nostri organi, cellule, tessuti sono intimamente collegati fra loro, e se da una parte qualcosa funziona male, ecco che un’altra parte, magari anche distante, può esserne negativamente influenzata.
Intestino e cervello, ad esempio, sono collegati, anche a livello di nervi.
Per questo, un intestino intasato e in disbiosi può essere la causa di disturbi mentali anche severi.
Capito questo, si trova subito il collegamento tra il suo diagnosticato ipotiroidismo e le successive diagnosi psichiatriche.
Sono due facce della stessa medaglia, e la soluzione non la si trova di certo continuando ad imbottirsi di farmaci, psichiatrici e non.
Il nemico è uno solo, e si chiama tossemia interna.
E la causa principale dell’accumulo di tossine è e rimane l’alimentazione errata.
Ora, lei è il solo detentore del potere di scelta riguardo alla sua salute, ai sensi dell’art. 32 della nostra Costituzione.
Se non in Trattamento Sanitario Obbligatorio, lei ha la possibilità di fare quello che meglio ritiene.
Le dico cosa farei io al suo posto.
Scalaggio lento e graduale dei farmaci, compreso quello per la tiroide, iniziando con un farmaco alla volta, eliminando non più del 10% al mese, così come da collaudati protocolli standard.
Abbracciare senza riserve un’alimentazione vegana, crudista quanto basta, anche questo secondo un percorso graduale.
Circondarsi di persone che possano arginare le crisi da dismissione, che possono essere mostruosamente pesanti da gestire, tanto da farla ripiombare sotto le amorevoli cure dello psichiatra, che avrà una ragione in più per etichettarla come “paziente che rifiuta le cure”.
Lei stesso ha definito gli psicofarmaci come “veleno”. Io, invece vado oltre, etichettando tutti i farmaci come veleno, e sono della convinzione che la farmacologia debba rimanere solo ed esclusivamente relegata alla fase di urgenza e pericolo di vita. Tutto il resto è secondo me solo accanimento terapeutico.
I farmaci assopiscono i sintomi. Lei ha bisogno di eliminare le cause.
Si procuri il mio libro “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere”.
Ora ha i fatti. Sta a lei combattere.
Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.