MIA MOGLIE SI E’ IMPICCATA: PSICOFARMACI, SIATE MALEDETTI.

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post “PSICOFARMACI E SUICIDIO PER IMPICCAGIONE“:

Mi chiamo Lamberto, il 6 maggio 2013 mia moglie dopo un anno di antidepressivi CIPRALEX-EFEXOR-XERISTAR alle 08.15 mi ha dato un bacio e mi ha chiesto cosa facciamo stasera per cena?
E’ morta impiccandosi all’inferriata della finestra di casa nostra usando la cintura del suo accappatoio.


L’ho trovata io perché dopo qualche tentativo al cellulare non ricevendo risposta una voce dentro mi ha detto corri a casa.
Per lei si trattava del secondo tentativo, il primo non riuscito è fallito per via che i sonniferi ingeriti non erano abbastanza potenti e il mio arrivo tempestivo ha evitato il peggio. Poi è cominciata la terapia con gli antidepressivi con tanto di sedute dalla terapeuta.


Sembrava andare tutto bene…..Ora la psichiatra è convinta che mia moglie sotto un impulso di rabbia causato da un fattore esterno (una brutta notizia) possa aver deciso di porre fine alla sua esistenza. Da quel che ho letto e in parte sapevo con questi farmaci non si scherza. Mia moglie ritenuta idonea se li somministrava da sola alla mattina e già una volta si era abbassata da sola il dosaggio. 

Non so se il motivo può essere stato questo oppure qualcosa d’altro non ha funzionato, ma non fate come me, non abbassate la guardia, tutto sembrava andare bene, non vi fidate, contattate tutte le persone con cui il vostro caro ha contatti per sapere se veramente tutto è a posto e controllate i farmaci. Io ho fallito ed ora la mia vita è DISTRUTTA!

RISPOSTA
Buongiorno sig. Lamberto,
che parole un essere umano può scrivere davanti a quello che Lei ha deciso di condividere con noi?
Niente. Il silenzio è l’unica cosa possibile.

Eppure, dentro di me, sento ribollire un sentimento di rabbia esplosiva, per l’ennesimo essere umano che lascia prematuramente questa terra per mano di balordi in camice bianco, lobotomizzati dai loro studi universitari standardizzati, che utilizzano bombe chimiche di cui non sanno né il funzionamento, né gli effetti.

Vuole sapere chi ha ucciso sua moglie? “Ucciso”, sì, perché non si tratta di un suicidio, bensì di un  omicidio.

Sua moglie, come migliaia di persone nel mondo che vengono ogni anno uccise dalla psichiatria moderna, è vittima di una pseudoscienza farlocca che si da fin troppe arie e a cui viene data un’importanza che è inversamente proporzionale alla sua efficacia.

Il mio articolo “PSICOFARMACI E SUICIDIO PER IMPICCAGIONE” è una Bibbia che tutti questi ignoranti dottori dovrebbero andare a leggersi, prima di sparare madornali fesserie come “Ora la psichiatra è convinta che mia moglie sotto un impulso di rabbia causato da un fattore esterno (una brutta notizia) possa aver deciso di porre fine alla sua esistenza”, che gridano vendetta al cospetto dell’Universo.

Eh si…infatti basta una brutta notizia e tutti ci appendiamo per il collo.

Vada dalla sua psichiatria e le dica di leggersi le migliaia di storie simili a quella di sua moglie, dove bambini, adulti, anziani, anche dopo solo la prima pastiglia di antidepressivi (e delle categorie che prendeva anche sua moglie) hanno tranquillamente salutato i propri cari, andando poi a impiccarsi in camera, taverna, in garage o in soffitta.

Come ho scritto nell’articolo citato, proprio la diminuzione è uno dei momenti più pericolosi, e nessuno, dico nessuno, si è preso la briga di avvertirla, di metterla in guardia.

E la cosa che fa più arrabbiare è che per tutti sua moglie si è uccisa, mentre è stato il farmaco a spingerla a fare quello che ha fatto.

Nessuno, ne sono convinto, ha provato a scovare eventuali cause organiche/tossicologiche alla base della depressione di sua moglie.

No, solo psicofarmaci, con le conseguenze terribili a cui l’hanno portata.

Restituisca dignità alla memoria di sua moglie. Combatta per Lei.

Si affidi a un avvocato e citi in giudizio i medici e le case farmaceutiche produttrici dei farmaci.
Cominciamo a cambiare le cose anche in Italia.
Moltissime persone negli Stati Uniti hanno ottenuto un risarcimento e riabilitato, per quanto possa servire, la memoria e la dignità dei propri cari attraverso l’affioramento della verità.

Sarò lieto di mettere a sua disposizione la mia conoscenza e la mia esperienza in merito.

Chiunque legga: abbiamo bisogno di storie, di conferme.
Le guerre non si vincono da soli. Scrivete a pbisant@hotmail.com, e raccontate l’esperienza vostra, dei vostri amici e dei vostri cari con la psichiatria.

Solo uniti si vince.