L’EMERGENZA PSICHIATRICA: NON ABBIATE PAURA

Siamo una società barbarica, dove chi manifesta problemi di natura psicologica viene immediatamente approcciato come un diverso, una persona da curare solo ed esclusivamente con la somministrazione di droghe legalizzate.
Alcuni reparti psichiatrici hanno sicuramente un approccio più umano, ma la solfa non cambia: chi manifesta problemi di natura psicologica viene psicomedicalizzato, questa è la realtà.
In passato esisteva la lobotomizzazione chirurgica; ora esiste quella chimica, grazie a potentissimi farmaci come il famigerato “Zyprexa”, capace di fermare una crisi psicotica praticamente cancellando qualunque tipo di emozione in chi lo assume.
Ma non bisogna accettare passivamente tutto: vi sono procedure da seguire e diritti inalienabili che bisogna difendere a denti stretti.
Se vi trovate in condizioni psicologiche disperate, cercate di affidarvi anche ad un solo essere umano che possa capire la vostra condizione.
Non affidatevi a familiari che non vi comprendono, o tantomeno alle autorità sanitarie o di polizia, in quanto finireste dritti dritti verso il primo reparto psichiatrico, e lì costretti ad assumere farmaci anche contro la vostra volontà.
Il famigerato TSO è infatti un procedimento amministrativo più limitativo della libertà personale e di autodeterminazione del carcere vero e proprio.
Non bisogna avere paura di chi si trova in emergenza psichiatrica: ogni manifestazione psicologica deve essere affrontata con calma e freddezza.
Chi si trova davanti un depresso con manie suicide, piuttosto che uno schizofrenico che sente le voci non deve considerarlo un essere umano di serie “B”, bensì una creatura in enorme difficoltà che necessita di aiuto immediato.
Aiuto che non deve concretizzarsi in un letto di contenzione e una siringona di chissà quale sostanza, bensì in amore e in tanta consapevolezza che niente è per sempre.
Non fatevi spaventare, e la prima cosa che va fatta è contenere chi si trova in difficoltà, aiutandolo, portandolo in un luogo dove non possa nuocere né a se stesso né agli altri.
Se non riuscite da soli a gestire una persona in tale stato mentale, fatevi aiutare, trovate amici fidati che facciano cerchio con voi intorno a chi sta male.
Fate prevalere l’amore, e non la comodità di affidare un vostro caro alle grinfie della psichiatria moderna, che ve lo riconsegnerà stracarico di psicofarmaci e con il sorriso da ebete.
In un ambiente protetto, bisogna investigare a 360 gradi le motivazioni di un crollo psicologico importante.
Va guardato tutto, in quanto moltissime manifestazioni psicologiche hanno una concausa di natura organica, in quanto il cervello stesso è un organo che risente moltissimo di fattori nutrizionali e ambientali.
Intolleranza al glutine, diabete, cattivo funzionamento della tiroide, infiammazioni del fegato, parassitosi, intossicazione da metalli pesanti, droghe….tutto può essere causa di manifestazioni psicologiche, che non si risolvono intossicando il malcapitato di turno con ulteriori sostanze tossiche.
Immediatamente bisogna mettere a digiuno chi manifesta tali problematiche, almeno per tre giorni, facendogli sorseggiare acqua in continuazione, al fine di agevolare il corpo nell’esplusione di qualunque tossina sia in circolo.
E la fase acuta passa, perché tutto passa sempre, a condizione di permettere al corpo di lavorare per se stesso.
Poi si investigheranno le cause che hanno portato a tale crollo, non dimenticando mai la fondamentale componenete dell’alimentazione.
Il glutine può causare stati depressivi devastanti, il diabete può causare stati confusionali enormi, il lattosio può portare a manifestazioni di carattere autistico.
Quello che manca alla psichiatria di oggi è un approccio olistico e igienistico al “malato di mente”.
Mancano luoghi ove chi è in emergenza psichiatrica possa essere accudito e non coercizzato; capito e non obbligato; amato e non psicomedicalizzato.
Questo significa riportare un essere umano nella società, e non allontanarlo per sempre.
È un progetto su cui sto lavorando, chiunque voglia dare un proprio personale contributo umano è il benvenuto.