IPERSENSIBILITA’ AI MASSIMI LIVELLI: “GRAZIE PIETRO. PER ME SEI UNO PER CUI VALE LA PENA STARE IN QUESTO MONDO DI MERDA”
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LETTERA
Ciao Pietro, ti seguo dal tuo primo post. Di anno in anno sei cambiato. Sei diventato una presenza più potente e la tua mente riflette il tuo sangue forte. Mi basta vedere come scrivi per capire che hai energia vera, corporea, non quella solo mentale e adrenalinica.
Ti scrivo non perché io sia danneggiata da chimica esterna, ma da chimica interna, e non sto parlando di tossine o dalla merda inevitabile che respiriamo/mangiamo tutti i giorni.
Ho 40 anni, sono una donna apparentemente invidiabile, di successo, fuori dagli schemi, molto bella – scusa la schiettezza non ho alcuna voglia di fare la modestina moderata – e decisamente brillante.
Fuori.
Dentro sono una persona con eccessiva, esagerata sensibilità. Sono una di quelle persone che non riesce fisicamente ad accettare questo mondo orrendo, la troppa sofferenza (qualsiasi. vista in tv o mentre cammino per strada) mi entra nella pelle e rimbalza per tutte le cellule, si espande e non esce mai. Ho immagini terrificanti viste al Tg sei anni fa che popolano ancora i miei pensieri: arrivano e non posso farci niente. Questo mondo mi fa male, malissimo, oltre che schifo. Da piccola/adolescente ho creato una corazza difensiva che poi è crollata con il primo attacco di panico. Da quel momento in poi ho dovuto vedere chi sono, cioè questo animo fragile e ipersensibile.
Vedo un cane che vaga per strada: sto male per una settimana. Mi basta vedere anche un titolo di un quotidiano su animali torturati che non dormo un mese ma letteralmente, non sto facendo iperboli.
E naturalmente per farmi del male sono volontaria asl e mi occupo di salvare gatti che vengono abbandonati o maltrattati: è più forte di me, ma questa occupazione del mio poco tempo libero mi distrugge il cuore. Vedo cose che giorno dopo giorno popolano la mia mente e lentamente mi uccidono.
Se sento un miagolio sofferente io sono li: con l’uragano o con il terremoto. Non posso certo stare ferma a guardare come tutta la cazzo di gente intorno a me invece mi dice di fare.
Detto questo.
Al terzo attacco di panico sono andata in analisi. La mia strizza 10 anni fa mi ha prescritto xanax, che ho preso forse 3 volte in tutto (15 gocce in tutto nella vita): ho provato solo per capire se l’attacco scemava (in quei momenti ti mangeresti un badile di merda se servisse a fartelo passare) ma non è successo nulla. Forse perché lo schifo che mi fanno le medicine superava l’effetto semi placebo di cinque gocce. Bisogna avere fede per mettersi in bocca una di quelle schifezze, e io non ce l’ho, in nessuno.
Dico alla strizza che di xanax non ne voglio sapere, e in effetti quando sento l’odore mi viene la tachicardia: su di me ha effetti contrari. E lei dopo un anno prova a darmi il trittico.
Devo anche averlo comprato in farmacia e se ricordo bene ho letto il bugiardino con un mio amico e ci abbiamo riso sopra: praticamente riassumendo c’era scritto “effetti collaterali: morte”. Dato che non volevo morire DI MORTE:) la confezione intonsa è ancora da qualche parte a casa mia.
Al tempo comprendevo un po’ la mia strizza perché lei voleva solo “sospendere” gli attacchi di panico continui per farmi respirare e farmi vivere l’esperienza di due giorni di seguito senza panico, questo quello che diceva. E non ho dubbi a proposito, nel senso che nella sua mente condizionata da 20 anni di studi tardomedievali l’intenzione era fatta in buonafede e concettualmente aveva anche senso: se tutte le tue esperienze sono associate al panico collezionerai un numero di comportamenti evitanti da cui difficilmente riuscirai ad uscire: devi stoppare il panico.
Ma da lì in avanti ho covato sempre un po’ di rabbia verso di lei perché se non fossi stata così scettica di natura mi avrebbe intossicata, forse mi avrebbe aperto un tunnel senza uscita, quindi l’ho mollata. Ho purtroppo ancora molti comportamenti evitanti (aereo, autostrada, etc). E molte persone che conosco che hanno preso per un piccolo periodo alcuni psicofarmaci ne hanno meno, ma me ne fotto. Guarire mettendo sopra una coperta a un sintomo è un’idiozia che prima o poi si paga.
Non mi sono mai drogata, eccetto qualche prova durante l’adolescenza. Ho fumato per 10 anni un pacchetto/giorno.
Sono vegetariana dal 2009, tendenzialmente crudista, tendenzialmente vegana (qualche ovetto qualche formaggio qualche boccia di vino con gli amici in giorni particolari) e ho tolto il glutine l’anno scorso. Ma l’ansia non è mai sparita perché non ho rimosso il problema alla radice: l’ipersensibilità, che non è qualcosa che a quanto pare posso rimuovere. Anzi più invecchio più è peggio. E’ nativa, e la riconosco mia da quando ero una gnoma di 4 anni.
Tutte le immagini orrende che ho accumulato nella mia vita sono qui dentro e il vaso è pieno. Non riesco a rimuoverle e mi provocano dolore, rabbia, senso di ingiustizia. Forse quando mi hanno fatta non mi hanno montato la funzionalità della rimozione.
C’è un certo numero di persone come me. Anche solo leggendo la vita di qualche artista suicida ci si rende conto come non tutti riescano a vivere in questo mondo schifoso e che prima di ammazzarsi cercano di dimenticarlo drogandosi o alcolizzandosi.
Quello che cerco di dirti è che ci sono anime come la mia, che nativamente soffrono di più per le ingiustizie e le violenze. E che spesso queste persone finiscono con una pera nel braccio o una bottiglia in mano e credimi, io che non lo farei mai e poi mai è una cosa che capisco.
Certe volte il mio dolore è così alto che vado a correre con la musica che stordisce o invito un amico ad alcolizzarci una serata. È bello dimenticare per un attimo, non percepire – anche solo per una notte – che il 90% dell’umanità è crudele o alessitimica.
È vero: facendo la volontaria io mi sono messa in trappola, perché vedo tanta di quella gente di merda in una settimana che una persona normale non vedrebbe in dieci anni. E mi porto dentro tutte queste tossine.
Mi sento in una ruota di un criceto.
Non prendo neanche un’aspirina dal 2008 ma è come se lo stress che ho producesse tutti i giorni delle sostanze che mi intossicano il cervello. So di avere un sangue discreto perché guarisco dalle (rare) influenze in 4 giorni ad acqua/frutta. Faccio movimento. Con il senno di poi penso che la mia alimentazione virtuosa mi abbia dato e mi stia dando la forza di combattere tutti i giorni questo schifo di mondo e di rimanere lucida.
Altrimenti credo sarei già morta o alcolizzata. Ma cibi puliti come vedi non sono sempre pensieri puliti. Senza alcuna molecola chimica io certe volte impazzisco, vado in tilt per la sofferenza. Sto male per le creature innocenti e me le porto tutte dentro, me le carico sulle spalle e ogni tanto per me è troppo. Nessuno mi aiuta, perché quello che faccio è faticoso, doloroso, e solo una matta come me può sobbarcarselo quotidianamente senza mai andare in vacanza un giorno. Molti dei miei soldi finiscono in veterinari e cibo per randagi.
Mi chiedo però come possa il mio cervello che non tocca una molecola chimica da più di dieci anni (e sto parlando di aspirine) propormi immagini terribili e farmi vivere sempre nella preoccupazione, forse lo sto programmando io a vivere nello schifo.
Forse questo mondo semplicemente non fa per la mia anima.
Grazie Pietro. Per me sei uno per cui vale la pena stare in questo mondo di merda.
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.
In 14 anni di studi indipendenti e più di sette anni di blog (duranti i quali ho raccolto e mi sono confrontato con migliaia di situazioni diverse) devo ammettere a me stesso che è la prima volta che ricevo una lettera di tale portata.
Ho avuto subito la sensazione di trovarmi davanti a un essere umano che non vede l’ora di scaricare come uno tsunami tutta l’energia da anni repressa e incastrata dentro di sé.
Il tuo ragionamento ha una sua logica, ma io voglio ancora una volta dire la mia.
Sono arrivato alla conclusione, come detto dopo anni di osservazione e di intervento in prima persona, che la sensibilità interiore sia l’insieme di più fattori: emozionale ed organico.
Se tu stasera ti facessi una bella pera di eroina, sono convinto che per un paio di giorni vivresti in uno stato “di grazia”, di totale rilassamento, un po’ come accade, in maniera ridotta, quando ti sbronzi con gli amici come hai precisato tu stessa.
Cosa significa questo?
Significa che le emozioni (belle o brutte che siano) hanno una parte ORGANICA, cioè sono delle vere e proprie reazioni chimiche.
Se vinco un milione di euro al superenalotto, la mia “gioia” deriverà dalla super produzione di dopamina a livello cerebrale, come conseguenza di un episodio reale.
Detto questo, in tantissimi casi però le emozioni NON sono la logica conseguenza della nostra vita reale (ad esempio, ho una bella casa, un bel lavoro, una bella famiglia eppure sono depresso marcio da sempre – casi questi che sono all’ordine del giorno) bensì la LOGICA CONSEGUENZA delle nostre malsane abitudini di vita PRESENTI e/o PASSATE.
Mi è saltato all’occhio il tuo “alcolizzarti ogni tanto”, oppure “il tuo pacchetto di sigarette per dieci anni”, oppure il tuo “ho tolto il glutine da SOLO UN ANNO”.
Pensi veramente che il corpo umano abbia la capacità di sistemare anni e anni di insulti così con uno schiocco di dita?
Questo è un errore madornale che fanno moltissime persone, specialmente quando sono in mezzo a una crisi, in mezzo al buio e non capiscono quanto la PERSEVERANZA e la COSTANZA possano fare.
Io stesso, dopo quattro mesi di herpes devastante ero stanchissimo, eppure sapevo dentro di me che sarei guarito. Questa è stata la mia arma vincente
Nessuno nega la tua possibile ipersensibilità ma mi piacerebbe TANTO vederti al “naturale” cioè dopo almeno due anni di IMPECCABILE stile di vita.
Ho coniato “cibi puliti – pensieri puliti” ma anche “mezzo impegno – mezzi risultati”.
Sicuramente la tua alimentazione curata ti ha permesso di non crollare, non ho dubbio alcuno dato che è lo stesso per me dato il carico stressogeno che devo affrontare ogni giorno.
Ma devi fare di più.
E sull’ipersensibilità sarò più che felice di darti una mano personalmente.
Ci sentiamo in privato
Avanti così
Pietro Eupremio Maria Bisanti