IL RICATTO DEL TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO: IL BULLISMO IN PSICHIATRIA DEVE FINIRE

mary ha lasciato un nuovo commento sul tuo post “DISMISSIONE DOPO OTTO ANNI DI ZYPREXA, E ORA NON D…“: 

..tutto giusto ma se pur costituzionalmente ci si possa riferire all’art. 32 della Costituzione, come peraltro ho detto al mio psichiatra, in realtà è praticamente impossibile soprattutto quando si è in cura presso il csm., si entra così in meccanismi di ricatto: se non vuoi seguire la cura allora potrebbe essere meglio un tso, altrimenti un medico che ti prenda sotto propria responsabilità ditemi voi chi rischierebbe? ..(domanda retorica). .nessuno..scusate del piccolo sfogo 



Postato da mary in ALIMENTAZIONE E SALUTE di PIETRO BISANTI alle 26 giugno 2014 01:27


RISPOSTO
Buongiorno Mary,
e grazie del suo commento, che mi permette di approfondire anche questo aspetto della moderna psichiatria.
Mi arrivano sempre più segnalazioni di come funzioni il meccanismo di “ricatto” allorquando si decida di scalare la terapia in corso, quando già in cura presso i centri di salute mentale.
Tralasciando le solite considerazioni umane su cosa sia ormai la moderna psichiatria, e su come non freghi nulla a nessuno dell’essere umano che si ha davanti, mi permetto di dare dei consigli di carattere generale.
Subire serve solo a rendere più forte chi attacca.
Sono un uomo di Legge, la rispetto, e la utilizzo per far valere i miei diritti.
Quindi: se non vi fidate di chi avete davanti, registrate i vostri colloqui, anche a mezzo di un registratore.
La Cassazione ha infatti ribadito che le registrazioni fra privati sono assolutamente lecite, ne è vietata infatti la divulgazione in assenza dei requisiti particolari che la stessa va a prevedere. 
Potete quindi, a vostra tutela, avere prova di quello che accade.
Nessuno psichiatra potrà mai e poi mai minacciarvi di un TSO senza dover poi fare i conti con il Codice Penale e il suo stesso codice deontologico.
Nessun atto diagnostico o terapeutico può essere posto in essere senza la sottoscrizione del cosiddetto “consenso informato”.
Quindi, leggete prima di firmare e chiedete senza dover subire risposte evasive e/o preconfezionate.
Al di là di tutto ciò, la vera forza è non rimanere da soli.
Da soli si è deboli e vulnerabili.
Cercate quindi, quando possibile, un sostegno in genitori, parenti, amici, associazioni antipsichiatriche.
E alla minaccia di un TSO, rispondete con una formale denuncia: il bullismo in psichiatria deve finire.
Questo blog starà sempre accanto alle vittime della psichiatria. Chiunque abbia una segnalazione da fare, sono qui per ascoltarla.
Pietro Bisanti