HERPES ZOESTER E CURE TERMALI

LETTERA

Grazie Pietro,
per questa sua ennesima testimonianza di persona saggia e matura, che ragiona con la sua testa, senza farsi influenzare/suggestionare da parenti, amici,  o “medici”. Le volevo chiedere per cortesia, in relazione alla  sua vicenda con l’ herpes zoester,  se pensa che, nella situazione in cui lei si trovava (con l’ herpes zoester), per aiutare la sua pelle, nel  processo di disintossicazione ed
eliminazione dei veleni interni, non sarebbe stato opportuno passare una certa quantità di tempo (cioè, di ore) in mare, per diversi giorni (o settimane) di seguito (se la stagione e la temperatura dell’acqua lo avessero permesso), dentro l’ acqua,  opportunamente immerso,
naturalmente alle ore convenienti, cioè di sera, in assenza di  sole,  oppure alle terme (dove uno può scegliere la temperatura che vuole delle acque), per favorire  la crisi eliminativa della pelle, per aiutare cioè la pelle a  far fuoriuscire le tossine direttamente nell’acqua del  mare (o nell’acqua delle terme), attraverso quella particolare osmosi tra pelle e acqua di mare, che si realizza dopo lunghe ore di immersione,  ed evitare così dei pericolosi “intasamenti” di tossine, sul tipo di quello che mi sembra sia accaduto a lei….
Quindi, la mia domanda è: la “talasso-terapia” o le cure termali, possono aiutare, se svolte
correttamente, (magari sotto la guida di un esperto), la crisi di disintossicazione della
pelle, allo scopo di evitare una eccessiva concentrazione di tossine in zone ristrette
della pelle ?  Si sa, infatti, che l’ eccessiva concentrazione di tossine sulla pelle, causa prurito,
dolore, “croste”, e via dicendo….
Passare un paio d’ ore al giorno  dentro il  mare, o alle terme (scegliendo ovviamente le terme
più opportune, dal momento che esistono almeno una decina di tipi di acque termali diverse),
servirebbe a eliminare l’ eccessiva concentrazione di tossine, a fortificare, rinfrescare
e lenire la  pelle, anche su un piano strettamente igienico o “igienistico”. Che ne pensava
Shelton della talasso-terapia e delle cure termali ? Grazie infinite per tutto, sinceri saluti,
Marco Paoli

RISPOSTA

Buongiorno Marco,
e grazie per l’assiduità con cui mi segue, e grazie per i complimenti, che fanno sempre piacere e aiutano in questo gravoso compito divulgativo che mi sono auto-messo sulle spalle.
Veniamo a noi.
Per i lettori nuovi giunti, rimando al mio articolo: “UN HERPES MOSTRUOSO: E HO VINTO IO“.

Rispondo subito alla sua domanda.
Le crisi eliminative di una certa forza, così come è accaduto a me, hanno in sé insita comunque una pericolosità.
Le correnti igienistiche sono diverse su questo tema: alcune dicono che il corpo mai e poi mai metterebbe in gioco meccanismi eliminativi senza avere la forza di completarli (mettendo quindi in pericolo se stesso), mentre altre dicono che a volte la crisi eliminativa innescata può essere così forte da diventare pericolosa, se non addirittura letale in soggetti debilitati.

Nel mio caso, lo ammetto, ho sudato freddo, e ripensandoci, avrei potuto fare alcuni correttivi.
Avrei infatti potuto aumentare esponenzialmente la quota di crudo, oppure fare un semdigiuno a centrifugati, oppure un vero e proprio digiuno, per aiutare ancora di più il corpo e accelerare la disintossicazione.
Invece ho continuato a mangiare semplicemente vegano, con un’ampia quota crudista, ma anche con molto cibo cotto: penso quindi che una delle cause della lunga durata della mia crisi eliminativa sia stata proprio il fatto che non ho permesso al mio corpo, nel momento giusto, quello “slancio” in più.

Sul mare siamo d’accordo al 100%, e penso che nessun igienista possa negare l’aiuto che può dare.
Lei parla di “intasamento” di tossine, e dice proprio giusto.
Il pericolo è proprio che ci si intasi, e che quindi ci sia di conseguenza una proliferazione batterica incontrollata.
Io, durante la mia crisi eliminativa, mi sono ammazzato di sole e di mare, contrariamente a quanto i dermatologi dicono, e anche le terme sono per me una valida alternativa, anche se continuo a preferire di gran lunga l’acqua di mare.