E PUUUUF… L’ANTIDEPRESSIVO SMETTE DI FUNZIONARE… E INIZIA L’INFERNO
LETTERA
Salve sig. Pietro,
le scrivo per avere alcune delucidazioni in merito alla mia condizioni mentale, mi chiamo ***** ho 21, e sono stato in perfetta salute fino ai 18 anni (ammetto però che ho preso paroxetina e cipralex dai 14 anni in poi), la cosa strana è che ho interrotto la cura autonomamente e per circa 2 mesi sono stato bene, poi è iniziato l’inferno (depressione fortissima, angoscia, senso di oppressione) il tutto durato diversi mesi, credendo fosse una ricaduta ricomincio la cura con un altro antidepressivo (tutto inutile fino ad oggi), sono disperato non so più cosa pensare
La ringrazio, cordiali saluti
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Ribadisco, per evitare qualunque equivoco (certo non da parte mia), che quanto mi accingo ad esporre è e rimane IL MIO PERSONALE PENSIERO: non sono un medico e non ragiono come tale. L’Igienismo Naturale, che ha millenni di storia, è ciò che io ritengo sia la strada giusta da seguire e che applico in primis, ogni giorno, su me stesso.
Questa doverosa precisazione è la diretta conseguenza del comportamento delle (poche) persone che hanno provato a riversare sul sottoscritto i propri fallimenti personali: quando non si sa a chi dare la colpa della propria vita di merda, si punta il dito contro chi tenta, nel rispetto delle Leggi e dell’autodeterminazione sanitaria, di darti una mano.
Veniamo a noi.
Scardiniamo SUBITO tutti i dogmi che lei ha citato, che sono solo luoghi comuni che non fanno altro che mandare le persone al campo santo prima del tempo:
1) Lei non è certo stato “in perfetta salute”: il suo equilibrio, dai 14 ai 18 anni, era la diretta conseguenza dell’utilizzo di una droga legalizzata. Lei era semplicemente un tossicodipendente, legalizzato sì ma sempre tossicodipendente. Può sembrare una frase forte ma sono pronto ad accettare altri termini per descrivere “uno stato di innalzamento dell’umore conseguente all’utilizzo di una sostanza chimica che agisce sul sistema nervoso”.
2) Lei dice di essere stato “in cura”. CURARE significa GUARIRE sradicando alla RADICE le motivazioni di un malessere. Lei, invece, ha farmacologicamente SOPPRESSO la sintomatologia che, “guarda caso” è tornata più forte che mai quando ha sospeso la “cura”…Quindi, che cazzo ha curato?
3) Non esistono le RICADUTE. Questo è uno dei concetti più farlocchi mai ideati dalla Psichiatria per poter continuare a propinare la loro merda chimica. I suoi sono sintomi DA SOSPENSIONE, farmaco-indotti. In pratica, il suo organismo, per anni costretto a camminare in un asse decentrato a causa dei farmaci, ha delle vere e proprie crisi di astinenza, come per i tossicodipendenti da strada.
4) Cosa è accaduto ora? La magica pillolina non funziona più? Il meccanismo che nessuno psichiatra le dirà mai è questo: quando si interrompono gli antidepressivi, soprattutto quando scalati velocemente come avrà sicuramente fatto lei, non si riesce più ad ottenere lo stesso effetto andando a riassumerli. Questo perché la biochimica cerebrale è stata alterata e il cervello si è comunque difeso, sviluppando, un po’ come per le droghe da strada, la TOLLERANZA. In pratica il corpo si DIFENDE da quello schifo che ha assunto.
5) Ora, per ottenere lo stesso “magico” risultato il suo luminare farà due cose: aumentare la dose, cambiare molecola o cominciare ad andare sul pesante con tipologie farmacologiche più potenti. Vuole questo?
Detto ciò, TENGA BENE A MENTE che non esistono scorciatoie, non esistono pillole magiche. Il benessere è il connubio perfetto tra aspetto alimentare ed emozionale.
Tutto il resto sono guarigione farlocche, proprio come la sua.
Legga IMMEDIATAMENTE il mio libro e cominci a farsi un’idea ben diversa…
Io ci sono
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.