DIECI ANNI DI ANTIDEPRESSIVI, 30 CHILI IN PIU’, FIBROMIALGIA, TIROIDE DA BUTTARE E PROLATTINA A MILLE

MESSAGGIO DA FACEBOOK

Ciao Pietro grazie per avere accettato la mia amicizia, sono la moglie di un maresciallo dei carabinieri vorrei se è possibile un consiglio, sono circa 10 anni che prendo antidepressivi in seguito a una forte depressione con attacchi di panico, ora da qualche anno prendo lo zarelis (venlafaxina SNRI). Ho provato più volte a smettere di prenderlo ma non riesco senza contare che in seguito a tutti i farmaci presi in questi anni ho preso 30 chili che non riesco a togliere. È possibile smettere questo farmaco senza problemi ???? Grazie! Volevo anche aggiungere che da 2 anni mi è venuta la fibromialgia dicono in conseguenza alla depressione dunque prendo anche un rilassante muscolare e come se non bastasse ho la tiroide che lavora poco di conseguenza eutirox, come se non bastasse piccolo adenoma sull’ipofisi e prolattina sempre alta sarei quasi da buttare ……..mi puoi aiutare???

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RISPOSTA
Ciao Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.
Sai cos’è il domino?
Parlo di quelle tavolette di legno che, messe una in fila all’altra, cadono una dopo l’altra non appena si spinge la prima.
Questo è quello che è successo a te.
La tua iniziale depressione con attacchi di panico non è mai stata scandagliata a dovere, andando a colpire le cause organiche/fisiche/ambientali/psicologiche alla base del tuo disturbo.
Risultato? Ti hanno trasformata in un flaccido zombie, e continueranno a darti farmaci su farmaci per coprire i nefasti effetti collaterali (che, lo ricordo, sono effetti a tutti gli effetti anche se non voluti).
Piano di attacco, se non vuoi finire sotto tre metri di terra molto, molto prima del dovuto.
Dato che con tutti questi farmaci, se funzionassero, tu ora dovresti essere una super donna (ma non lo sei), bisogna fare un lavoro mastodontico e certosino a ritroso, dato che eliminare anni e anni di tali molecole può essere veramente spaventoso e difficile.
Ci si avvicina a un’alimentazione vegana, eliminando subito glutine e lattici, riducendo le proteine animali, ed eliminando altresì tutto quello che a prima vista non è un cibo, inclusi tutti gli zuccheri artificiali, bevande gassate e caffè.
Si incrementa fuori dai pasti la quantità di frutta, stando attenti a percepire le reazioni dell’organismo.
I pasti principali saranno composti da verdura cruda iniziale e da un secondo piatto di cereali senza glutine/legumi o amidacei.
Tutto questo deve essere fatto gradualmente, ascoltandosi e navigando a vista, per evitare crisi eliminative troppo forti (che comunque ci saranno, soprattutto con la dismissione dei farmaci).
Contemporaneamente, si comincia a scalare un farmaco alla volta, tenendo magari per ultimi gli psicofarmaci, che andranno dismessi del 10% al mese.
Mantenere, per quanto possibile, la quota delle calorie provenienti giornalmente dai grassi (vegetali e non) a non più del 10% del totale, per fluidificare il sangue e permettere al sistema endocrino di lavorare al meglio. Non smetterò mai di ripetere quanto sia importante questo aspetto, spesso trascurato.
Ogni giorno un piccolo passo, sapendo che sarà dura, anzi durissima.
Ti verrà voglia di spaccare il muro con la testa, ma questo è l’unico modo per tornare finalmente a vivere una vita degna di essere vissuta.
Procurati all’istante il mio libro “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere”.
Io ci sono.
Ora hai i fatti. Sta a te combattere
Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.