DENTI DEVITALIZZATI: VIA I CADAVERI DALLA BOCCA

Per molte persone non serve spostarsi per andare al cimitero: è proprio lì, dentro la nostra bocca, e ce lo portiamo ovunque andiamo.
La questione dei denti devitalizzati è un altro controsenso allucinante della medicina allopatica.
In pratica, pur di salvare il moribondo dente, lo si tramuta in un dente-zombie, ancorandolo persino con un perno per togliergli dalla testa anche la benché minima idea di lasciare autonomamente la vostra bocca.
Le foglie morte cadono, un frutto maturo cade, una falange in cancrena finirà per staccarsi dal resto del corpo…ma per i denti no…quelli, anche morti, vanno tenuti in bocca, costi quel che costi.
Nessuno nega che entrino in gioco altri fattori, quali l’estetica, la funzionalità masticatoria, e quindi il benessere globale dell’organismo; ma non si può nemmeno trascurare il fatto che, volenti o nolenti, costringiamo un pezzo di noi ormai morto e in decomposizione a non staccarsi dal resto del corpo come naturalmente accadrebbe, con tutte le nefaste conseguenze del caso.
Pensate infatti che la mancanza di dolore proveniente da un dente devitalizzato sia garanzia che è tutto a posto?
Ma manco per sogno…
Un dente devitalizzato, che è praticamente un dente al quale viene asporatata la polpa, che è la parte che contiene vasi sanguigni, terminazioni nervose etc…sigillando poi il tutto, rimane senza ombra di dubbio una parte morta, soggetta quindi nel tempo a un processo di necrosi.
E sigillare il dente devitalizzato non permette un suo completo isolamento dal resto del corpo, con la conseguente formazione di batteri che lì si insinuano, e che si tramutano spesso in batteri capaci di vivere in assenza di ossigeno, e quindi estranei e dannosi al nostro organismo.
Cosa succede quindi realmente all’intero organismo in presenza di uno o più denti devitalizzati?
Nulla, se il corpo e il sistema immunitario hanno energie sufficienti per arginare la continua ondata di tossine continuamente prodotte da questi batteri.
Il disastro, se il corpo è già lì per lì per cedere, e non ha la forza di reagire.
Ecco che appaiono quindi tutti quei sintomi che possono dire tutto o niente, ma che devono essere interpretati.
Stanchezza cronica, eccessiva magrezza, e moltissimi altri sintomi anche di natura psichiatrica possono e devono essere ricollegati alla propria bocca.
Via la lobotomizzazione, e vediamo le cose per quello che sono.
L’organismo deve essere osservato in maniera olistica, e non a compartimenti stagni.
Se un sistema immunitario che giornalmente riceve pasta alla carbonara, caffè, merendine varie, porchetta, salamella e chi più ne ha più ne metta è anche costretto a utilizzare giornalmente energie per eliminare potenti tossine prodotte dai batteri presenti nei denti devitalizzati, il crack è alle porte.
E la depressione può essere un sintomo la cui causa va ricercata in bocca, e non nella testa.
I denti sono una parte delicata, molto vicini al cervello, irrorati di sangue e di nervi, e il sistema nervoso può risentire di uno o più pezzi di cadavere che vanno in putrefazione.
Chi ha denti devitalizzati provi a passarci sopra il filo interdentale, e si accorgerà che quasi tutti (a meno che non sia recentissimo) fanno cattivo odore, segno che la presenza di batteri anaerobi è in atto.
La soluzione?
Senza correre dal dentista a farvi togliere tutti i denti, monitorate attentamente la vostra bocca.
Come per il discorso delle amalgame al mercurio, già qui trattatato, i denti devitalizzati vanno tenuti sotto controllo, anche se, senza girarci intorno, l’estrazione e la successiva asportazione di una piccolissima parte di osso sono la migliore soluzione.
Prima di farvi dire che siete pazzi, abbandonate la vostra alimentazione da onnivori lobotomizzati, bonificate la vostra bocca da denti devitalizzati ed amalgame, e poi ne riparliamo.