COSI’ GLI PSICOFARMACI VI FOTTONO. PRIMA EUTIMIL, E ADESSO ZOLOFT
Veniamo a noi.
Quando un’azienda alimentare deve preparare una nuova salsa da mettere in commercio, se non lavora eticamente, non farà altro che testare in laboratorio gli ingredienti chimici “migliori” per ingannare i sensi del futuro consumatore.
Ti vendono merda… ma merda che sa di buono.
Lo stesso vale per gli psicofarmaci.
Sono sostanze chimiche create in laboratorio secondo un procedimento ben preciso, mica a casaccio.
E molto spesso il loro “lavoro” lo fanno “bene”.
Che significa che in realtà una spinta vigorosa all’umore, nel caso degli antidepressivi, arriva eccome.
Senza considerare quindi la marea di effetti mostruosi di questi farmaci, soffermiamoci sul fatto che, quando funzionano, fanno gridare al miracolo.
Ma il loro vero volto, molto spesso, lo fanno vedere proprio quando tenti di toglierli…
Come nel suo caso…
Un periodo di benessere, per poi ricevere una mazzata allucinante, che fa capire che non si è guariti per niente…anzi…
Non si è fatto altro che reprimere i sintomi, aggiungendo un problema ad un altro…
E la risposta degli psichiatri è sempre la stessa: farmaci, farmaci e solo farmaci.
Le dico cosa farei io se fossi in lei, ma le ricordo che non sono legalmente autorizzato a darle consigli medici.
Solo i dottori possono mandare la gente al camposanto con la benedizione della Legge.
Prima cosa da fare: assumersi la responsabilità della propria salute, ai sensi dell’art. 32 della nostra Costituzione.
Capire che il suo corpo è intossicato fino al midollo dai farmaci che ha assunto per anni.
Smettere di prendere farmaci, e abbracciare senza riserve un’alimentazione vegana, crudista quanto basta, da raggiungere con assoluta calma e moderazione.
Via subito i due nemici principali della salute mentale: glutine e latticini.
Diminuire fino all’eliminazione le proteine animali.
Via tutto quello che a prima vista non sembra un cibo, zuccheri artificiali compresi.
Basare per il momento la propria alimentazione su frutta, verdura, cereali senza glutine, amidacei e legumi.
Aspettarsi quelle che vengono definite “crisi eliminative”, e cioè lo sforzo disintossicativo che il corpo fa quando messo in condizioni di farlo.
Si procuri immediatamente il mio libro “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere”, dove troverà le risposte a tutte le sue domande.
Questa è a mio umile parere l’unica strada per ottenere una guarigione che sia duratura, ma soprattutto VERA.
Per quanto riguarda la sua domanda, non conosco uno psichiatra che possa assisterla nella dismissione.
La tendenza è infatti sempre quella di abbondare e mai di togliere.
Nel suo caso, con lo Zoloft preso da pochissimi giorni, potrebbe anche prendersi la responsabilità di eliminarlo senza scalaggio, così come anche indicato in molti protocolli internazionali di dismissione.
Il problema sono gli anni pregressi, che hanno sicuramente segnato il suo corpo.
Ci vuole pazienza e determinazione, capendo che quello che ci succederà fa parte del processo di guarigione, circondandosi di persone che ci vogliono bene e che possono sostenerci nel momento del bisogno.
Se non vuole eliminare lo Zoloft di colpo, di solito lo scalaggio è del 10% al mese.
Io sono qui.
Forza e coraggio
Pietro Bisanti
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.