BORSA LAVORO PER “MALATI PSICHIATRICI”: 370 EURO AL MESE PER CINQUE ANNI. O PRENDI I FARMACI, O TE NE VAI. DITEMI LA VOSTRA.

LETTERA
Buongiorno, quando ho visto il blog oggi per la prima volta sono rimasto colpito, mi sono detto ma allora ci sono altre persone con problemi simili, vi racconto la mia storia.
Sto vivendo un’odissea da anni; nel 2005 a seguito di una grave malattia sono caduto in un grave esaurimento che mi ha anche fatto perdere il lavoro, premetto che lavoravo come conducente di autobus. Mi ero rivolto così al servizio di igiene mentale della mia zona che mi propone essere seguito da una psichiatra per una psicoterapia e terapia farmacologica che già allora ho rifiutato.

Continuo con pochi risultati fino al 2008 senza più riuscire a trovare un lavoro, faccio presente il problema, mi consigliano di chiedere un’invalidità civile per essere inserito nelle liste delle categorie protette del centro per l’impiego, mi sembrava una buona idea ma è stato lo sbaglio più grosso della mia vita. 

Dopo varie peripezie, nel 2010 vengo contattato dal centro per l’impiego per un tirocinio in una scuola, ma finiti i sei mesi mi dicono che non era possibile essere assunti in quanto ente pubblico con assunzioni attraverso concorso, mi chiedo perché mi ci hanno mandato allora visto che si trattava di un inserimento lavorativo, a questo punto lo stesso servizio psichiatrico mi propone di continuare con una specie di contratto fatto attraverso di loro chiamato borsa lavoro che nel frattempo è continuato fino a luglio di quest’anno.
A questo punto mi ritrovo di nuovo disoccupato dopo essere stato sfruttato per cinque anni lavorando praticamente gratis mi davano 370€ al mese come rimborso.
Mi sono un po’ abbattuto in queste settimane penso sia umano a cinquant’anni essere sbattuti su una strada non c’è molto da stare allegri.
Pensavo si potesse capire e invece cosa fanno? Mi dicono da subito che sono troppo depresso mi dicono che devo per forza prendere i farmaci (Aripiprazolo o olanzapina) che fanno bene ovviamente senza informarmi sui possibili effetti collaterali
Ho chiesto se potevo al massimo essere seguito solo con la psicoterapia ma mi dicono che se non accetto farmaci non sono più disponibili a seguirmi.
Facendo il punto della situazione mi ritrovo da solo, ho anche pochi amici, senza un lavoro senza nessuno a cui chiedere aiuto e senza nessun tipo di sussidio visto che non ho diritto neanche all’indennità di disoccupazione,  mi sono ovviamente rivolto nuovamente al centro per l’impiego ma fino adesso non ho risposte.
La mia domanda è: sono passati parecchi anni da quando mi sono rivolto la prima volta a questo servizio possibile che non si sia riusciti a trovare una soluzione? Quando ho fatto presente che mi sembrava che si facesse apposta a tenermi in questa situazione di dipendenza mi hanno risposto che non è vero che sono solo paranoico, certo voi non mi conoscete potrei essere anche un pazzo nevrotico ma se volete ci possiamo anche incontrare, non c’è nessun problema, tenendo conto che abito un po’ lontano nella zona del ******
Mi chiedo inoltre se non ci sia nessun ente preposto a vigilare su questo tipo di cose queste persone  possono “legalmente” rovinare la vita  di una persona senza che ci sia la possibilità di difendersi?
Mi ero inoltre già rivolto a un avvocato che si occupava di diritto del lavoro ma mi ha detto che le leggi in questo contesto sono un po’ ambigue (volutamente?) e che non riusciva a trovare il modo per fare qualcosa.
Non so se nella vostra esperienza avete già sentito altri casi simili spero possiate darmi un consiglio.
Se volete contattarmi per ulteriori chiarimenti potete rispondermi a questo indirizzo oppure telefonicamente al numero ******
Vi ringrazio anticipatamente
Lettera firmata

RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

Oltre la sua, non ho mai ricevuto testimonianze dirette su cosa sia la “borsa lavoro per malati psichiatrici”, ma devo dire che dopo la sua lettera un’idea me la sto facendo.
40 ore mensili a circa 300 euro al mese, con la precisazione che “lo scarso riscontro economico è controbilanciato dall’esperienze relazionali che i ‘malati’ hanno la possibilità di fare”.
Poi, dopo cinque anni “sfruttato”, come lei stesso ha scritto, ecco che si viene cacciati a calci nel sedere, con la precisazione che “ti aiutiamo solo se prendi farmaci”.
Ripeto di non avere abbastanza elementi per esprimere un’opinione che abbia una sua valenza, e aspetto quindi dai miei lettori le loro testimonianze in merito.
Mostruosa rimane, però, la “minaccia” di non essere aiutato se non sotto terapia farmacologica: questo è il Medioevo psichiatrico che aleggia su ognuno di noi.
Il mio consiglio.
La smetta di cercare aiuto dove aiuto non glielo daranno mai. Le continueranno a fare l’elemosina solo ed esclusivamente se starà alle loro regole: farmaci, farmaci e solo farmaci.
Abbracci un’alimentazione vegana, così come ben indicato dal blog. Si alzi al mattino, facendo anche solo una passeggiata.
La smetta di farsi etichettare come “malato mentale”, e si riprenda il suo onore e la sua rispettabilità.
Potessi dare un lavoro a tutti, lo farei, ma non è possibile.
Ma fino a quando si continuano a cercare aiuti, ove aiuti non ce ne sono, si sarà sempre sulla strada sbagliata.
La Psichiatria moderna, al di là di rarissime eccezioni, non aiuta proprio nessuno.
Anzi, da il colpo di grazia.
Quindi, basta etichette, basta lamentele. 
Cambi alimentazione, che le darà più lucidità e vigore fisico, e si riappropri della sua vita.
So che è più facile a dirsi che a farsi. Ma bisogna pur cominciare.
Forza e coraggio
Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.