ASSASSINI IN PILLOLE: LA PSICHIATRIA MODERNA VISTA CON GLI OCCHI DI UN CARABINIERE. PREPARIAMOCI A CAMBIARE IL MONDO

LETTERA

La vita è un continuo lavoro di miglioramento di se stessi e di crescita. È una vera impresa individuale, che ogni persona deve compiere con le proprie forze. In questo percorso a ostacoli, a volte davvero tormentato, ci sono però dei segnali, delle luci che illuminano davvero tutte le possibilità per proseguire.

Non è stato un caso trovare il blog di Pietro Bisanti “Alimentazione e Salute” e leggere il suo libro “ASSASSINI IN PILLOLE: la psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere. Penso sia quello che può succedere quando non si delega più ad altri di dirti cosa è giusto, ma con sguardo critico vuoi mettere tutto in discussione e trovare la verità.

Questo è quello che ho cominciato a capire già dalle prime pagine di Assassini in pillole:
bisogna fermarsi, cercare e nello stesso tempo riflettere, perché erroneamente si pensa che ci siano specialisti pronti per essere consultati in caso di bisogno, che però vanno a complicare i problemi per cui sono stati consultati. Questo perché nel bene e nel male, in buona fede o non, non ti dicono tutto, non ti danno quindi davvero la possibilità di scegliere.

Ecco che il libro ti dice subito cosa avrebbe dovuto dirti lo psichiatra subito dopo aver proposto l’assunzione di determinati farmaci: è molto difficile tornare indietro, anzi, se non cambi vita sarà impossibile, perché è la vita che stai conducendo il problema.

Si parla della responsabilità degli psichiatri ma anche della propria responsabilità a stare bene, a essere felici, a vivere: una presa di coscienza da intendere come condizione necessaria per guarire. Ed in questo Bisanti è molto chiaro con il messaggio del libro, bisogna prendersi la responsabilità di se stessi.

Quello che la psichiatria deve capire, ma noi per primi, è che non ci sono bacchette magiche, qualsiasi disturbo è una “conseguenza” e non un fenomeno a se da risolvere solo eliminando i sintomi. Con il suo libro si testimonia come gran parte degli psichiatri non ha questa consapevolezza.

Immerso nella lettura avevo l’immagine di una nave spaccaghiaccio che si avventura in una landa desolata e che deve fare il primo sforzo per rompere convenzioni e luoghi comuni ormai consolidati da troppo tempo purtroppo, e che apre il varco per nuove discussioni e ricerche e approfondimenti.

Il libro è molto scorrevole e chiaro, scandaglia con precisione tutti i fattori che possono determinare uno stato di salute negativo e quindi come potervi intervenire.
Se si possono muovere delle critiche di poca scientificità della ricerca di Pietro Bisanti, mossa da un “profano” alla psichiatria, a me personalmente basta pensare che il metodo scientifico ha come elemento essenziale l’esperienza: il libro è un faro preziosissimo nella realtà italiana, che illumina sulle reali condizioni degli interventi di gran parte della psichiatria in Italia.

Bisanti propone ipotesi e teorie, ma lo fa dopo l’osservazione sperimentale di evidenze “empiriche” a cui lui stesso ha assistito in prima persona, con il suo lavoro di carabiniere. Ed ecco che il libro ti aiuta ad una vera presa di coscienza, perché oltre alla sfera razionale coinvolge quella emotiva, con le “incredibili” storie e le esperienze che riporta. Bisanti lo ribadisce più volte, bisogna cominciare a guardare il mondo con uno sguardo “olistico” in cui tutto è collegato e tutto deve essere messo in causa e utilizzato.

Con questo lavoro preziosissimo non solo Bisanti ci fornisce tanti dati e spunti di riflessione ma ci guida in generale su quello che deve essere il “metodo”, l’unico modo secondo me perché l’esperienza di qualsiasi persona possa essere d’aiuto anche per gli altri.

E con questa piccola e modesta recensione ringrazio Pietro di cuore perché mi ha aiutato a iniziare a farcela con le mie forze e mi ha mostrato come fare.
F.to Giovanni


RISPOSTA

Buongiorno sig. Giovanni,
semplicemente per ringraziarla di questa recensione.

Cambieremo la psichiatria moderna. La battaglia è già iniziata.

Pietro Bisanti

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