ANTIDEPRESSIVI: DUE PILLOLE E GIA’ MI VIENE VOGLIA DI AMMAZZARMI
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Jettero ha lasciato un nuovo commento sul tuo post “TENTA DI UCCIDERE LA FIGLIA E DI SUICIDARSI“:
Concordo con la risposta. Conosco una persona cui, in un periodo di debolezza fisica e mentale, erano stati prescritti antidepressivi. Questa persona che, sebbene giù di morale, non aveva mai avuto nemmeno l’ombra di un pensiero suicida, ha cominciato concretamente a pensare al suicidio dopo solo due pillole. Per fortuna si è resa conto che qualcosa non andava e ha smesso le pillole (più tardi, un endocrinologo ha scoperto un problema alla tiroide cha causava gli sbalzi di umore). Alberto
Postato da Jettero in ALIMENTAZIONE E SALUTE di PIETRO BISANTI alle 08 maggio 2013 16:18
RISPOSTA
Buongiorno Alberto,
e grazie della sua testimonianza.
Che dire?
È così, che lo si voglia oppure no. Gli antidepressivi, soprattutto quelli della categoria SSRI e SNRI, fanno venire voglia di ammazzare, di ammazzarsi.
Solo un criceto lobotomizzato non se ne accorgerebbe.
E come ho scritto in molti altri articoli, le fasi più pericolose sono:
-le prime, anche la primissima, assunzioni/ne;
-l’aumento o lo scalaggio della terapia, ma soprattutto l’aumento.
E questo caso è emblematico di come moltissime depressioni abbiano una base organica praticamente mai investigata.
Dico sempre che “eutirox e antidepressivi vanno a braccetto”, in quanto una tiroide ballerina comporta un umore altrettanto instabile.
Ma anche curare la tiroide è sempre una soppressione dei sintomi.
I problemi si risolvono alla base, andando a sradicare la tossemia interna, sia essa ambientale, fisica o spirituale, o tutte e tre, che è causa praticamente del 99% dei disturbi dell’essere umano.
Sarebbe da bocciare e rimandare sui banchi di scuola il medico che ha prescritto molecole così potenti senza conoscerne a fondo gli effetti.
Il compito di un medico è quello di ristabilire la salute del proprio paziente e non di somministrare farmaci per sopprimere i sintomi.
Chiunque abbia una storia legata agli antidepressivi o a qualsivoglia categoria di psicofarmaci, può inviarla a pbisant@hotmail.com: le vicende personali sono indispensabili in questa campagna di sensibilizzazione senza precedenti sull’influenza di tali molecole sulla nostra società. Grazie.